L’Ungheria alla UE: non abbiamo mai rinunciato a voler decidere noi la composizione etnica del nostro paese

Il Referendum in Ungheria: Non e’ un Brexit ungherese ma una consultazione democratica per  far decidere al popolo ungherese la legittimita’ della politica migratoria della UE riferita all’Ungheria.

Non si tratta di recuperare competenze all’Unione Europea ma di evitare che le Istituzioni europee rubino le competenze ai singoli paesi. Dietro questa premessa ed anche dietro il chiaro e netto ammonimento che mai hanno deciso di rinunciare a decidere la composizione etnica del proprio paese, i rappresentanti del Governo ungherese di Viktor Orban, hanno spiegato in Spagna il perche’ del referendum che si svolgera’ in Ungheria.

Si tratta di una consultazione popolare in cui si chiedera’ agli elettori: “vuole che la UE disponga, senza il consenso del Parlamento, il radicamento obbligatorio di cittadini non ungheresi in Ungheria?” Questo sara’ senza alcun effetto legale in Europa ma servira’( si prevede una vittoria del no) ad attribuire maggior forza e legittimita’ al primo ministro magiaro per negoziare con la UE l’atteggiamento dell’Ungheria davanti all’Unione, visto che questa e’ favorevole all’imposizione di quote di rifugiati, con una politica migratoria che, a giudizio degli ungheresi, pregiudica gli interessi della Nazione.

Nel corso di una colazione di lavoro, l’ambasciatrice dell’ Ungheria in Spagna, Eniko Gyori, ha sottolinato che questo referendum non e’ un Brexit ungherese ne’ un tentativo di separazione dall’Unione.  “L’Ungheria, dice il diplomatico, si sente fortemente europea ma denuncia l’abuso delle Istituzioni della UE nei confronti degli Stati membri e sottolinea  la loro cooperazione leale. Nel corso dell’anno trascorso, afferma la Gyori, gli eurodeputati dei vari paesi hanno dovuto sostenere una lotta permanente per ottenere piu’ competenze ed una voce pi’ importante in Commissione Europea per le questioni che non sono di loro competenza.

L’esito del referendum con la  partecipazione dei cittadini di oltre il 50 per cento dei votanti,  dara’ piu’ forza al Governo ungherese per esigere il rispetto dei propri interessi nazionali.

Il Governo ungherese intende distinguere fra migranti economici e clandestini e respinge le accuse di maltrattamenti ed abusi  fatte da associazioni come “Human Rights” ed altre, circa il trattamento riservato ai migranti. Se vogliono fare accuse che vadano agli organi di polizia, dice la diplomatica la quale afferma che l’Ungheria seguira’ ad accogliere chi ha il diritto d’asilo ed arriva alle sue frontiere ma ribadisce che il suo paese sta difendendo le frontiere d’ Europa (al contrario di quanto fanno altri) e che bisogna vigilare  riguardo alle infiltrazioni di terroristi fra migranti e  rifugiati.  Il suo Governo afferma che esiste il pericolo delle infiltrazioni di terroristi, visto che sono stati accertati gia’ vari casi. L’Ungheria  in ogni caso non accetta che sia la UE a decidere unilateralmente la collocazione di  quote di migranti a meno che un paese lo richieda per necessita’ di mano d’opera. Non riteniamo che sia attraente per l ‘ Ungheria un futuro in cui si debba cambiare la composizione etnica del nostro paese.

Dopo un ripasso storico della dominazione turca subita dall’Ungheria, le due  guerre mondiali, l’avvenuta assimilazione di  ben 13 diverse etnie, la diplomatica ha ribadito che l’Ungheria non necessita di masse di migranti provenienti da altre culture ma piuttosto preferisce erogare provvedimenti a favore delle famiglie ed a sostegno della natalita’. Se altri vogliono accogliere gente da fuori, che lo facciano pure, ha dichiarato,  ma riteniamo che questo  non  debba essere imposto dalla UE.

Nota. Il chiaro disorso della rappresentante ungherese si puo’ interpretare come un netto   rifiuto del multiculturalismo imposto dall’esterno ed in una difesa della propria identita’ e sovranita’ nazionale. Una posizione molto simile a quella manifestata dalla Repubblica Ceka,  da quella Slovacca e dalla Polonia. L’oligarchia europea non potra’ non tenere conto di queste posizioni di rigetto delle politiche immigrazioniste predicate e favorite dalla Commissione Europea.

Fonte: La Gaceta.es

Traduzione e sintesi: Luciano Lago

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