di Luciano Lago
La Corte Penale Internazionale per l’ex Jugoslavia ha scagionato Slobodan Milosevic dalle responsabilità per i crimini di guerra durante la guerra bosniaca del 1992-1995.
I media atlantisti non hanno dato spazio a questa notizia e sono gli stessi media che hanno giustificato a suo tempo l’aggressione della NATO contro la Serbia e che avevano demonizzato Milosevic come un leader criminale e genocida per dare il pretesto alle forze degli USA e della NATO di attaccare e smembrare il paese balcanico.
Nessuno nei media occidentali si è dedicato a segnalare questa storia che scredita completamente la NATO, gli Stati Uniti e la loro continua strategia di demonizzare i nemici dichiarati per gli interessi degli USA.
Questa sentenza della Corte Penale Internazionale ha delle enormi implicazioni politiche che dovrebbero far riflettere e dare un netto giudizio sulla campagna di menzogne orchestrate all’epoca della guerra contro la Serbia.
Il processo farsa che si era celebrato contro Milosevic (poi morto in carcere dopo 5 anni di prigionia) è stato totalmete smontato dalla sentenza della Corte Penale Internazionale: L’atto d’accusa di quel processo, basato su prove false, era stato chiaramente progettato per esercitare pressioni su Milosevic in conformità alle richieste della NATO. Si trattava di un processo imbastito dai vincitori per dare un segnale a chi altro si dovesse opporre al potere imperiale USA.
Il problema per la NATO è che in quel momento in cui il processo a Milosevic era dovuto iniziare, la narrazione del Kosovo era stata già svelata. Le affermazioni false fatte dagli Stati Uniti e dai loro alleati circa genocidio e centinaia di migliaia di uccisi, si era dimostrata totalmente falsa. Già nel settembre 2001, un tribunale delle Nazioni Unite ha ufficialmente dichiarato che non vi era stato alcun genocidio in Kosovo.
Adesso, nel momento in cui la verità viene conosciuta dopo quasi 20 anni, accertando finalmente l’innocenza del primo imputato per crimini che non aveva commesso, ci si potrebbe chiedere se i veri responsabili saranno mai assicurati alla giustizia. I veri colpevoli sono i neocons degli Stati Uniti, quelli che vollero la guerra contro la ex Yugoslavia; Bush, Dick Cheney, Rumsfeld; oltre ai loro tirapiedi nella NATO e l’UE, come Massimo D’Alema, allora Presidente del Consiglio italiano che autorizzò la partecipazione dell’aviazione italiana ai bombardamenti della NATO su Belgrado che causarono centinaia di vittime civili.
Il potere egemonico USA aveva voluto allora, per motivi geopolitici, la fine della Yugoslavia, allo stesso modo in cui ha operato successivamente per ottenere la fine dell’Iraq, come paese moderno e laico, seguita dopo pochi anni dalla fine della Libia come paese unito ed autonomo ed è lo stesso potere che adesso sta disperatamente cercando di schiacciare e smembrare la Siria. Fortunatamente, in quest’ultimo caso, hanno trovato un “osso duro”: il progetto di Washington è al momento fallito a seguito dell’asse della Resistenza (Siria, Hezbollah ed Iran) che si è frapposto alla guerra per procura scatenata dagli imperialisti.
Coloro che hanno diffamato e demonizzato Milosevic, sono le stesse persone che hanno sostenuto e difeso la guerra in Iraq come “guerra giusta”, nonchè altri interventi militari occidentali tutti macchiati di sangue innocente e scatenati sulla base di menzogne, reclami non provati o grandi esagerazioni, che sono quelle su cui avevano impostato le loro accuse.
La lezione che dobbiamo prendere da questa triste vicenda è quella che la NATO non è una forza che opera per difesa, ma al contrario la NATO è il braccio militare dell’egemonia nordamericana, il bastone utilizzato per abbattere in linea qualsiasi nazione che osi opporsi al loro ordine del giorno per l’egemonia mondiale. Milosevic, prima demonizzato e poi processato e condannato, doveva servire da esempio per tutti coloro che si oppongono al potere egemonico americano.
La strategia di guerra utilizzata a suo tempo in in Bosnia si ripete oggi in Ucraina, con i poveri ucraini sottoposti al lavaggio del cervello e che stanno recitando la parte dei bosniaci; i russi sono come i serbi di allora e tutto il male viene rappresento da Putin, indicato come il nuovo zar e come fonte di tutti i mali dalla propaganda atlantista occidentale.
Tuttavia, la posta in gioco questa volta risulta molto più alta, la NATO è più debole con i suoi membri più divisi, la Russia è molto più forte della Serbia e il potenziale campo di battaglia è tutta l’Europa e non solo nei Balcani.
La Russia non intende farsi piegare dalla NATO ed il suo armamento e la sua forza gli consentono di resistere ed opporsi al disegno egemonico statunitense in Europa. Facile prevedere che sarà l’Europa a subire tutte le conseguenze di un confronto militare tra le due superpotenze che, se si verificherà, verrà combattuto sul territorio europeo, fra l’Ucraina, il Baltico e la Germania, grazie ai governi della UE prostituiti agli interessi imperiali di Washington.
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