Democrazia sondaggista: un aneddoto francese

Siamo abituati all’inganno, alla menzogna, anzi talmente assuefatti che ormai scivolano su di noi come la pioggia battente sulla tela cerata così che persino le indignazioni e le rivelazioni acquisiscono un carattere rituale diventano la santa messa delle buone intenzioni: Soros, la Siria, Blair l’Ucraina, i profughi il terrorismo, un triste responsorio quotidiano.

Ma le manipolazioni vere sono altrove, sono nell’inganno dei numeri a cui abboccano o fanno finta di abboccare quelli che non si preoccupano di accertare con quali criteri essi siano formati, né il significato che hanno, né la scelta degli stessi per dimostrare tesi per lo più confuse e fumose. Del resto gran parte della matematica rinascimentale fu usata per consolidare il sistema tolemaico e dunque non è una grande sorpresa constatare come i numeri nascono dalle teorie e della credenze e solo raramente nel corso della storia servono a confutarle. Però basta filosofia che ci porterebbe altrove e veniamo al punto perché tra i tanti numeri di questa guerra dell’oppio contro la ragione alcuni sono più protagonisti degli altri e sono quelli dei sondaggi che costituiscono ormai un succeddaneo delle elezioni e un modo per condizionarle. Anzi potrebbe parlare ormai di democrazia sonfaggistica.

Al riparo di criteri e protocolli rigorosi della scienza statistica e fonte di verità per le opinioni pubbliche i sondaggi sono in realtà dipendenti non solo dalle idee di chi li fa (in Italia il sondaggismo è strettamente legato alla politica, quindi figuriamoci) , dalle intezioni di chi li commissiona, dal profitto che condiziona la formazione di campioni rappresentativi, dagli errori nelle formulazioni delle domande e via dicendo.

Ecco perché spesso sono così incerti e ballerini come abbiamo visto sempre di più negli ultimi decenni e pochissimo affidabili, come vedremo, per quanto riguarda il senso da attribuire loro. Recentemente in Francia i maggiori quotidiani hanno pubblicato in prima pagina un sondaggio nel quale si diceva che il 67% dei francesi aveva una cattiva opinione di Philippe Martinez, il segretario della CGT, il maggior sindacato transalpino che non si è arreso alla loi travaille. Peccato che fosse semplicemente falso: il 32% del campione, un terzo dunque non aveva risposto alla domanda, semplicemente perché non aveva un opinione sul personaggio, ma questi non sono stati contati anche perché dire che il 48% dei francesi aveva una cattiva opinione del capo sindacale più in vista non sarebbe certo servito a svalutare la lotta con il job act francese.

Ma ormai la fanno sporca visto che la manovra di non aver contabilizzato le non risposte era chiaramente indicato nel dettaglio del sondaggio, così come altre volte viene rivelato che solo una parte del campione significativo ( e dunque un insieme assai meno congruo) ha partecipato al sondaggio e così via: certo l’uomo della strada non legge le notine a piè di pagina e viene colpito dal titolo che a questo punto costituisce un doppio inganno, sul piano fattuale e su quello della correttezza cognitiva.

Ma in effetti dal momento che una consistente parte di persone non ha un’opinione su tutto i sondaggi sono arruolati per formarla. Inoltre questi rilevamenti di opinione, nati e messi a punto essenzialmente per scopi commerciali, soffrono anche di un grandissimo limite: non misurano l’intensità dell’opinione che può essere convintissima o solo un umore del momento o addirittura creata dalla struttura del sondaggio stesso.

Anche amesso che non siano manipolati valgono solo per l’istante in cui sono realizzati e non dicono quasi nulla sugli sviluppi futuri. Spesso i sondaggisti parlano di opinioni volatili, quando invece sono loro ad essere volatili e a non saper misurare la consistenza dei risultati.

Ma questo tipo di democrazia istantanea e liofilizzata è l’ideale del liberismo che non prende nemmeno in considerazione l’esistenza di idee non strumentali e l’ipotesi di progresso sociale: è rapida, inutile e aperta a qualsiasi tipo di broglio.

Via

Be the first to comment on "Democrazia sondaggista: un aneddoto francese"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*


Perché?

Protected by WP Anti Spam