Il vice presidente della Camera Di Maio ha rilasciato una brevissima dichiarazione di cui c’era assoluto bisogno e che fa piazza pulita di troppe voci che andavano in giro. Ha detto che il M5s non è affatto chiuso ad una discussione sulla legge elettorale se si tratta di discutere su una proposta di maggioritario con correzioni proporzionali, come era il “Democratellum” presentato due anni fa dal M5s, ma non è disponibile a rimasticature dell’Italicum (reintrodurre le coalizioni, abbassare la soglia per il premio al primo turno, ecc) per di più pensate in funzione di svantaggiare il M5s.
Era proprio quello che c’era bisogno di dire, e Di Maio lo ha detto con il minor numero di parole possibile. Bravissimo!
Insomma, con quale faccia si può chiedere a qualcuno di partecipare all’approntamento della forca su cui lo si vuole appendere? Ma, nello stesso tempo, non si chiude la discussione su una porcheria di legge elettorale solo perché, momentaneamente ci avvantaggia.
E così, anche quelli che pensavano di ricavare un argomento per il Si al referendum (“Avete visto? Quando si tratta di una cosa che gli conviene, il M5s cambia subito idea! E gli conviene anche abolire il Senato!”) sono serviti: non solo il M5s tiene ferma la sua battaglia di principio che riguarda insieme riforma costituzionale e riforma elettorale, ma non è così stupido da cadere in una trappola tanto infantile: se vince il Si è la promessa per la vittoria del Pd alle politiche, altro che convenienza!
Dunque, la battaglia contro la riforma piduista della Costituzione resta in piedi e per nulla indebolita. E’ quello che volevamo sentire.
Aldo Giannuli
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