In Gran Bretagna il rapporto Chilcot mette in luce l’aspetto criminale della guerra in Iraq

di Luciano Lago

Un antico filosofo greco aveva scritto: “La verità trionfa da sola, la menzogna ha sempre bisogno di complici.”
Questo detto rimane valido ancora oggi ed è applicabile ad alcune delle situazioni che attualmente vengono fuori dalle informazioni tenute accuratamente nascoste, con anni di menzogne diffuse dai media atlantisti, nella parte dei complici delle menzogne sulle “guerre al terrore” e sull’”esportazione della democrazia”.

Questo è il caso di quanto viene fuori dal “Rapporto Chilcotsull’intervento del Regno Unito durante la guerra in Iraq che il 6 luglio è stato reso pubblico. Il rapporto fa luce sugli errori dell’intelligence e del governo britannico prima e durante l’occupazione dell’Iraq, che ha causato centinaia di migliaia di morti (800.000 vittime in maggioranza civili). Nella guerra sono morti anche 179 soldati britannici: nel rapporto le famiglie delle vittime potranno ottenere maggiori informazioni sulle circostanze della morte dei loro cari.

L’inchiesta ufficiale del governo britannico, guidata da sir John Chilcot, fu commissionata nel 2009 dall’allora premier Gordon Brown. I lavori sono durati sette anni, invece di uno, e i risultati sono raccolti in dodici volumi. L’inchiesta è costata dieci milioni di sterline.
Dal rapporto emerge la figura sinistra di Tony Blair, il premier che ha guidato il govento britannico dal 2 maggio 1997 al 27 giugno 2007, incluso il periodo della guerra in Iraq.

Blair è anche il personaggio a cui si ispirava la sinistra europea, ed in particolare quella italiana, capeggiata da politici come Walter Veltroni e Massimo d’Alema, oltre che da tutti gli opinionisti dei grandi giornali “progressisti” italiani  che ne tessevano le lodi e lo indicavano come un esempio di “riformismo”.

Blair criminale di guerra
Blair criminale di guerra

I tempi sono cambiati ed oggi Tony Blair viene visto dai suoi stessi concittadini come un esempio di criminale di guerra il quale, secondo quanto rivela il rapporto Chilcot, nell’Aprile del 2002, alcuni mesi prima dell’invasione dell’Iraq, Blair manifestò a Bush la sua intenzione di “appoggiarlo in qualsiasi circostanza”, con la chiara volontà di far partecipare la Gran Bretagna ad una operazione militare di invasione di un paese sovrano sulla base di accuse pretestuose (rivelatesi poi del tutto false) del pericolo rappresentato da fantomatiche “armi di distruzione di massa” che il Governo iracheno (secondo Washington e Londra) disponeva nei suoi arsenali.

Dalla corrispondenza svelata nel rapporto si rivela il tono di servilismo e di piaggeria che Blair manifestava nei confronti del grande alleato USA (lo stesso che oggi manifestano i Matteo Renzi ed il ministro Gentiloni verso Obama).
Quello che emerge dal rapporto va persino oltre alle menzogne raccontate a suo tempo da Bush e Blair per giustificare la guerra in Iraq del 20013: si rende evidente la stupidità e l’incoscienza di un leader politico il quale, per libidine di servilismo verso gli americani o per altri motivi inconfessabili, dispone la partecipazione del suo paese in un’avventura militare che produce quello che poi si delinearà come la catastrofe per il paese arabo che ha prodotto direttamente o indirettamente, la morte di centinaia di migliaia di persone, la destabilizzazione di un’intera area. Una catastrofe le cui conseguenze si sono trascinate per anni gettando il paese nel caos e con l’insorgere successivo di una guerra civile e l’affermarsi sulla scena di forti gruppi terroristi jihadisti che rappresentano ad oggi la più grave minaccia per la regione.

Naturalmente Blair non è il solo responsabile dei crimini commessi in Iraq ma si trova in buona compagnia  con George W. Bush e con Dick Cheney, i due massimi responsabili dell’Amministrazione USA in quel periodo e di una schiera di altri complici.
Blair ha condotto una sua goffa ed impacciata difesa davanti alla commissione affermando fra l’altro: “……Ritengo che abbiamo preso al decisione giusta e che il mondo sia ora migliore e più sicuro” senza il leader iracheno Saddam Hussein, ha detto l’ex premier laburista che decise l’entrata in guerra .

In realtà il rapporto Chilcot fornisce una condanna senza appello del ruolo della Gran Bretagna nella guerra guidata dagli Usa, dettagliando le informazioni d’intelligence scorrette, i fondamenti giuridici discutibili e la preparazione “dolorosamente inadeguata” dell’occupazione.
Che “il mondo sia ora migliore e più sicuro” è una frase, detta da Blair, che rivela la distanza dalla realtà, l’ipocrisia e la falsità di questo personaggio che meriterebbe di essere giudicato da una Corte Penale Internazionale per i crimini che ha commesso contro il popolo iracheno e gli stessi sudditi britannici. Non per nulla l’edificio dove si svolgeva l’udienza era assediato dai dimostranti dove si appellava Blair come criminale. Un risveglio dell’opinione pubblica?

Possiamo sperarlo. Di certo l’Establishment britannico non è uscito bene dal Brexit verificatosi ultimamente e gli stessi conservatori di Cameron non hanno da rallegrarsi per il fango che viene gettato su Blair e sui laburisti, visto che prima o poi usciranno anche per loro “gli scheletri nell’armadio” della guerra in Libiavoluta da Cameron che, sebbene su scala più piccola, ha avuto gli stessi effetti dell’operazione in Iraq.

I parenti di alcuni dei 179 soldati britannici morti in Iraq hanno detto che esamineranno le conclusioni del rapporto per stabilire se esistono i fondamenti per un’azione legale contro Blair e altri esponenti del suo governo. “L’inchiesta ha confermato tutte le nostre paure che questi giovani uomini e donne sono stati inviati in guerra sulla base di falsità” ha detto Roger Bacon, il cui figlio Matthew, è morto a 34 anni nel 2005. Rose Gentle, che ha perso il figlio diciannovenne Gordon, ha detto che le conclusioni sono “sconvolgenti”. “Lo considero responsabile della morte di mio figlio “ha detto ai giornalisti.

Se gli stessi britannici considerano responsabile di crimini Tony Blair, ci si può immaginare quale sia le reazione degli iracheni alla rivelazione del rapporto che ha meso in luce la responsabilità di Gran Bretagna e Stati Uniti nella più disastrosa guerra del Medio Oriente.

Consideriamo che quella dell’Iraq fu la prima di una serie di guerre che continuano, dalla Libia, alla Siria ed allo Yemen, sempre sotto la direzione delle stesse centrali di Washington e Londra che si sono arrogate il diritto di intervento e di ingerenza per i loro più loschi interessi travestiti da “guerre per portare la democrazia”.

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