Una delle piccole differenze fra un regime autoritario e una democrazia, almeno a livello prescrittivo, è questa: nel regime i cittadini devono aver paura del potere, nella democrazia il potere deve aver paura dei cittadini.
Alla Boschi sfugge questa piccola differenza, così come ogni settimana le sfugge un boomerang comunicativo (cioè una cazzata), con massima esultanza di Crozza che ogni volta si ritrova con mezzo monologo già pronto. La Boschi come riformatrice è esiziale, come autrice comica è fenomenale.
Giachetti aveva già fatto intendere l’andazzo intimidatorio, seppur con la velata eleganza del politico navigato, annunciando che a Roma sarebbe arrivato un miliardo dal governo Renzi in caso di vittoria del Pd.
Cioè, letto in negativo, non sarebbe arrivato un miliardo in caso di vittoria del M5S.
La Boschi l’ha fatta parecchio più sporca, dicendo chiaro e tondo che, se a Torino vince la Appendino, il governo Renzi chiude i rubinetti e addio 250 milioni.
Il prossimo passo quale sarà? Annunciare un commissariamento del governo Renzi in tutti i Comuni 5 stelle? Occupazione militare? Esilio per i cittadini che non hanno votato Pd? Li ammasseranno al confine in luride tendopoli, li spediranno seminudi in Siberia a dorso di mulo? Gli riprenderanno gli 80 euro?!? Ah, no: quello lo hanno già fatto.
La Appendino sia grata alla Boschi, se ne rallegri, balli il Disco samba: la minaccia della ministra vale più di 250 milioni, vale diversi punti percentuali extra al ballottaggio di domenica 19 giugno, forse proprio quel “bonus” che serviva per battere Fassino.
E’ il Pd che deve aver paura del voto dei cittadini, non i cittadini delle minacce puerili del Pd.
di Francesco Manna
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