Gli USA dichiarano la loro Egemonia in Asia

di Tony Cartalucci

Non era mai stata tanto evidente come adesso la volontà degli Stati Uniti in Asia. Il tentativo di definire il ruolo degli USA nella regione come costruttivo e necessario è stato costante dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, tuttavia, di recente, con i grandi paesi dell’ Asia che hanno iniziato un proprio percorso per cui essi stessi sono in grado di determinare il proprio destino da soli, il tono di Washington si è modificato trasformandosi in una forma concisa e diretta.
Le osservazioni el Segretario alla difesa Ashton Carter durante il dialogo avutosi allo Shangri-la di Singapore, sono state quasi un proclama della egemonia rivendicata dagli Stati Uniti in Asia, una regione del pianeta che si trova letteralmente separata da un oceano lontano da Washington.

Secondo la Reuters , nell’articolo, “U.S. flexes muscles as Asia worries about South China Sea row” (gli USA flettono i muscoli come l’Asia si preoccupa per in Mar Cinese Meridionale), il segretario Carter viene citato dicendo:


“Gli Stati Uniti seguiranno ad essere la forza armata più possente ed il principale garante della sicurezza nella regiopne (in Asia) per decenni – e di questo non ci sono dubbi”.
Gli USA inoltre implicitamente si ripropongono nel loro “eccezionalismo”, quando mai si spiega perchè il mantenimento della sicurezza per tutta una enorme regione del pianeta, più in là delle proprie frontiere ,sia giustificata in qualche modo.
Qualsiasi azione da parte della Cina per reclamare la propria sovranità dulle terre emerse nel “Scarborough Shoal”, un affioramento di terre disputato nel mare cinese meridionale, avrebbe delle conseguenze, ha detto Carter.

“Spero che non avvenga questo sviluppo perchè darebbe luogo ad azioni prese da parte degli USA e…da altri della regione, cosa che avrebbe effetti nell’aumento delle tensioni fino ad isolare la Cina”, ha detto Carter allo Shangri-La del diálogo, per la Sicurezza regionale nel foro di Singapore.
Il termine “isolamento” è la chiave -ed è quello che ha definito la politica estera statunitense in Asia,come già avvenuto anche prima della Seconda Guerra Mondiale (con il Giappone).
Le autorità statunitensi non fanno alcun segreto delle proprie aspirazioni di predominio in Asia.
Robert Blackwill, un ex ambasciatore statunitense, un ricercatore del CFR (The Council on Foreign Relations’), lobbista ed ex del Consiglio di Sicurezza Nazionale per l’Iraq durante l’invasione e occupazione, nel 2003, ha firmato l’anno scoirso un documento per il MCR, intitolato “Revisione della strategia USA verso la Cina”. in cui non si nasconde alcun segreto sulla strategia di Washington verso in Pacifico e l’Asia.

Il documento segnala esplicitamente che: Dovuto al fatto che gli sforzi americani per integrare la Cina nel nuovo ordine internazionale hanno dato luogo a nuove minacce alla supremazia USA in Asia, ed eventualmente potrebbe derivane una conseguente sfida al potere statunitense in tutto il mondo – Washingtono deve necessariamente crearsi una nuova strategia verso la Cina che si deve focalizzare nell’equilibrare l’aumento del potere della Cina invece di continuare ad aiutare la sua ascesa.
Il documento elabora precisamente quali siano gli strumenti per realizzare queto contenimento della potenza cinese:
“…La necessità di mantenere la supremazia degli USA nel sistema mondiale deve continuare ad essere l’obiettivo centrale della grande strategia degli USA nel secolo XXI. Il supporto di questo sforzo, davanti al crescente potere conese richiede, tra le altre cose, la rivitalizzazione dell’economia degli USA per alimentare queste innovazioni disgregatrici che concedono agli USA vantaggi economici asimmetrici rispetto agli altri paesi; La creazione di nuovi accordi commerciali preferenziali tra gli USA amici e alleati per aumentare i loro benefici mutui attraverso degli strumenti che consentono di escludere la Cina; ricreando un tecnologia el regime di controllo degli alleati degli USA che impedisca alla Cina dalla acquisizione di capacità militari e strategiche che gli permettano di infliggere una perdita economica strategica a danno agli Stati Uniti ed ai loro alleati. Un coordinamento costruendo il potere – la capacità politica di amici e gli alleati degli Stati Uniti dalla periferia della Cina ; e migliorare la capacità delle forze militari statunitensi per accrescere il potere congiunto degli alleati asiatici nonostante qualsiasi opposizione della Cina , mentre seguiteranno a lavorare con la Cina nelle diverse forme in cui corrisponde alla sua importanza per gli interessi nazionali degli Stati Uniti”.

Occorre segnalare che, in particolare il punto relativo al” coordinamento per costruire il potere e la capacità politica di amici ed alleati degli USA dalla periferia della Cina”, non è tanto innocuo come sembra. Lo stesso  Blackwill nella sua capacità come lobbista rappresentava uno di questi amici ed alleati della Cina della periferia”, il regime cliente di Thaksin Shinawatra, nel sud est dell’Asia, la nazione tailandese. I tentativi di Shinawatra di trasformate la Thailandia in uno stato cliente di Wall Street e degli interessi di Washington, smantellando un sanguinoso conflitto  politico che continua fino ad oggi.
Shinawtra mentre rimane nel potere, potrà inviare truppe tailandesi per aiutare gli Stati Uniti nell’invasione illegale e nell’occupazione dell’Iraq, era stato anfitrione della CIA nell’abominevole programma di consegne straordinarie nel territorio tailandese, ed ha trattato l’accordo di Ramrod per USA e Thai di libero commercio – a tutto costo della Tailandia e dei suoi interessi nazionali.

Shinawatra sarebbe in ultima analisi, estromesso dal potere , ma gli interessi degli Stati Uniti hanno continuato a lavorare per mettere lui o un proxy simile al potere, mettendo in crisi e il tentativo di distruggere proprio l’ordine politico esistente neella Thailandia e delle sue istituzioni.

In realtà, “il rafforzamento della capacità di potere politico di amici e alleati degli Stati Uniti alla periferia della Cina” in concreto significa rovesciare governi sovrani e la loro sostituzione con regimi clienti obbedienti per essere utilizzati in una guerra per procura di Washington contro Pechino – a spese della pace, della stabilità e della prosperità del proprio stato cliente.

L’accordo di Blackwill colpisce anche per l’importanza di utilizzare le tensioni nel Mar Cinese Meridionale per servire il “grande strategia” in Asia.

Le note scritte:

A causa del suo comportamento , gli stati asiatici hanno già iniziato a bilanciare i rapporti con la Cina attraverso una maggiore cooperazione- intra-asiatica ed azioni che sono del tutto coerente con il rafforzamento solo della grande strategia degli Stati Uniti.

Infatti, in tutta l’Asia, la comprensione realistica della necessità di equilibrare il potere tra una Cina in ascesa e il resto dell’Asia, ha guidato l’espansione economica e militare dei vicini della Cina. Si concretizza , però, indipendentemente dalle ambizioni degli Stati Uniti e di fatto con il mantenimento di buoni rapporti con Pechino. Gli Stati Uniti hanno dichiarato apertamente che il loro obiettivo è quello di mantenere il primato in Asia – e mirano ad isolare e contenere l’ascesa della Cina. Ciò è del tutto in contrasto con gli interessi di ogni nazione che si trovi lungo la periferia della Cina.      (………………………………..)

Il Predominio USA a costo della pace e della prosperità dell’Asia

Vale la pena di ripetere che l’Asia è già in fase di riequilibrio per conseguenza della crescente influenza regionale della Cina. Tuttavia, le nazioni lungo periferia della Cina si trovano già visibilmente a beneficiare di questo sviluppo economico . Il fatto di lavorare con la Cina in una vasta gamma di settori dall’economia alla cooperazione militare sta apportando benefici direttamente ai paesi vicini della Cina. La regione – sembra – cerca di trovare un equilibrio di potere, ma all’interno di un ordine regionale non conflittuale, ma di coperazione.

Gli Stati Uniti – come una nazione opportunista – cercano di pianificare come fornire assistenza nella creazione di questo ordine regionale, ma con i loro ultimi proclami, si è reso evidente che puntano a isolare la Cina, infiammando deliberatamente le tensioni in tutto il mondo, dal Myanmar , per quanto riguarda progetti di infrastrutture cinesi-costruite in corso , fino al Mar cinese meridionale, ed alla penisola coreana.

Il progetto di isolare e ostacolare l’ascesa della Cina non sarà un costo solo per Pechino – ma avrà un costo per tutta l’Asia – anche se i rischi ed il costo di uno scontro con gli Stati Uniti, che si stanno coltivando in Asia, vengono negati.  Tuttavia, considerando che questi scontri USA-Cina vengono progettati e incoraggiati – le nazioni dell’Asia si stanno spendendo in risorse militari e sono spronate ad una volontà politica per soddisfare proprie ambizioni regionali per gli interessi di Washington.

E ‘abbastanza semplice. Gli Stati Uniti non risiedono in Asia. Il voler coinvolgere l’Asia in una zona di conflitto si adatta perfettamente bene agli interessi USA. Un aumento dello sviluppo dell’Asia si pone come un concorrente diretto agli interessi di Wall Street ed i politici che servono tali interessi a Washington. Gli Stati Uniti non hanno nulla da guadagnare da una forte Asia che non capitola più per offerte commerciali disparate , per coercizione politica, e per le minacce. Contenere l’espansione della Cina a costo della pace e della prosperità in tutta l’Asia è un valore aggiunto per i responsabili politici degli Stati Uniti – questo serve a garantire che a tutti gli  effetti gli Stati Uniti mantengano il predominio in tutta l’Asia “per i decenni a venire.”

Per i leader dell’Asia è importante per il loro interesse continuare a basarsi su mezzi costruttivi e cooperativi per trovare un equilibrio di potere tra una Cina in aumento e il resto dell’Asia. Questo deve essere fatto in modo progressivo, mentre si va spostando l’influenza ingiustificata e dannosa degli Stati Uniti nella regione. Questo non significa isolare gli Stati Uniti che cercano di isolare la Cina – ma solo isolandoli nella misura in cui gli Stati Uniti si conformino a mantenere i legami normali con l’Asia basati sulla parità, non sull’egemonia.

La sicurezza asiatica non dipende più da gli Stati Uniti ma è l’Asia a sottoscrivere la sicurezza americana . Rendere questo chiaro ai politici statunitensi ed agli interessi particolari che essi servono è essenziale per stabilire il fatto che nessuna nazione è “eccezionale” e che “ordine internazionale” per esistere, deve imporre uno standard imparziale ed obiettivo, che deve essere applicato a tutti – sia che risiedano in Washington o Pechino, o al di là di quelle.

Fonte: Tony Cartalucci

Traduzione: Manuel de Silva

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