Il gruppo Visegrad (4 paesi est Europa) continua la sua ferma opposizione alle politiche immigrazioniste che la UE cerca di imporre

Robert Fico: Una Europa multiculturale è fuori della nostra prospettiva.

“Non andremo a prendere decisioni a titolo volontario che permettano lo sviluppo di una comunità mussulmana in Slovacchia”.

di Luciano Lago

03.04.2016 – In Europa si formato ultimamaente un blocco di paesi, denominato il “Visegrad Four” che raggruppa 4 paesi – Polonia, Repubblica Ceka, Slovacchia ed Ungheria – che sta dimostrando quella classe di leadership che è totalmente naufragata nell’Europa Occidentale per quello che riguarda in particolare la subordinazione alle politiche dell’immigrazione di massa e dell’islamizzazione delle società europee.


Il presidente ceko Miloš Zeman ed il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, sono considerati le superstelle della nuova Mitteleuropa indicata come “islamofoba” . Tuttavia anche il primo ministro slovacco, Robert Fico, non intende rimanere in secondo piano.

Gli incidenti verificatisi a Colonia all’inizio del nuovo anno ed i successivi attentati a Bruxelles, hanno messo a nudo la inadeguatezza delle tesi immigrazioniste della UE ed hanno provocato un rafforzamento delle posizioni intransigenti dei leaders del gruppo Visegrad. In reazione ai fatti di Colonia il governo della Slovacchia aveva annunciato che non avrebbe più accettetato l’ingresso di immigrati mussulmani nel suo territorio e Roberet Fico, il primo ministro slovacco, ha dichiarato che “la società multiculturale ha fallito“, attirandosi le forti critiche di tutta la sinistra mondialista europea che ha fatto dell’immigrazione aperta e della società multiculturale il suo feticcio.

In prima fila Laura Boldrini, Matteo Renzi che hanno proposto sanzioni economiche ai paesi che non accetteranno le politiche migratorie della UE.

Lo stesso premier slovacco Robert Fico aveva poi aggiunto: “Noi non vogliamo che la Slovacchia debba subire una situazione simile a quella che si sta verificando in Germania. Non ci sono alternative, noi sosteniamo che, coloro che hanno cultura ed abitudini totalmente diverse dalle nostre, non possano imporre le loro regole e perseguitare le nostre donne apertamente per i loro costumi”.

The Prime Minister of Slovakia Robert Fico
The Prime Minister of Slovakia Robert Fico

“Quella di pensare ad una facile integrazione dei rifugiati di religione differente, è soltanto una fantasia malata, i fatti dimostrano il contrario. La Cultura del Benvenuto Europea ha fallito, afferma Fico. Il governo slovacco ne è convinto, L’idea di una Europa multiculturale non è semplicemente fattibile. Si tratta di una finzione che non è possibile trasformarla in una vita reale”.
Il premier Fico ha inoltre dichiarato che esiste un chiaro collegamento tra l’ondata dei rifugiati e gli attentati di Parigi e Bruxelles, oltre che con i fatti di Colonia. La UE ha sottostimato gravemente i rischi . Di conseguenza il premier ha ribadito la sua contrarietà ad accettare quote di rifugiati nel suo paese e di è allineato alle posizioni dell’Ungheria di Orban, oltre che a quelle di Miloš Zeman, il presidente ceko che aveva indicato i profughi maschi in età di leva, arrivati in Europa, come “disertori”, invitandoli a ritornare nei loro paesi a combattere per il loro paese.

Inoltre entrambi i leaders di questi paesi, hanno stigmatizzato il fatto che in Germania risulti proibito parlare delle violenze e degli abusi commessi dagli immigrati, i media occultano il problema ed i migranti e rifugiati sono divenuti una “classe protetta”, sottoposta ad una speciale tutela. “Noi non vogliamo essere parte di questa menzogna”, ha sostenuto Robert Fico.

Bisogna rilevare che, per molti anni, il così detto “nucleo occidentale” della UE (Germania e Francia in primis) hanno dimostrato una certa quale arroganza nei confronti dei paesi dell’Est Europa. Ai paesi ex comunisti la UE ha voluto impartire lezioni circa la “democrazia” e l’economia di mercato. Adesso però il clima sta cambiando.
La rivista tedesca “Der Spiegel” aveva descritto lo stato d’animo nell’Est della UE: “loro sapevano ed avevano avvisato rispetto a questi problemi ma la Germania non aveva voluto ascoltarli. Adesso sia la Germania, sia la Francia ed il Belgio,devono affrontare le conseguenze della cultura dell’accoglienza e del multiculturalismo imposto. Allo stesso modo gli esponenti dell’Est ritengono che, attraverso questa cultura e della “dittatura del Pensiero Unico” nei media, si sta affondando tutta l’Europa portandola verso l’ autodistruzione della propria cultura ed identità.

Il leader ungherese Orban, da molto tempo, con le sue prese di posizione, costituisce una “spina nel fianco” della UE e della sua ideologia del “Pensiero Unico”. Le voci critiche della sinistra mondialista hanno sempre accusato Orban di voler limitare la libertà di espressione nel suo paese, di rappresentare una forma di “fascismo” per essersi opposto alle politiche di immigrazione, per aver rifiutato le politiche di austerità della UE e per aver nazionalizzato la Banca Centrale ungherese, fatto inconcepibile per i sostenitori della lobby della finanza sovranazionale.

Orban era stato ben contento, in occasione dei fatti di Colonia, di ribaltare le accuse e di poter affermare che in Ungheria la stampa risulta molto più libera che in Occidente. In Germania si è visto come tutti i media occultino le notizie scomode (quelle sulle aggressioni alle donne avvenute a Colonia), una vera e propria censura e si dimostrino complici delle bande che attaccano i propri cittadini invece di proteggerli. La stampa ed i media sono controllati dalle centrali di potere che impongono il “Pensiero Unico”, ha sostenuto Orban.

Stesse posizioni anche da parte della premier polacca Beata Szydlo la quale ha accusato la UE ed i politici tedeschi di non prendere sul serio i problemi relativi all’asilo e di voler respingere le critiche. Un suo deputato, Piotr Glinski, ha accusato la Germania di ingerenze intollerabili che la Polonia deve respingere e che in ogni caso la Polonia si rifiuta di accogliere nel paese giovani mussulmani e respingerà ogni pressione da parte della Germania e della UE, considerando un proprio diritto a voler difendere gli standard della propria cultura e del proprio ordinamento sociale.

Il premier ungherese Viktor Orban, oltre a manifestare la sua solidarietà alla Polonia ha voluto anche prestare il suo aiuto al Governo Polacco, opponendosi alle sanzioni, a cui Buxelles voleva sottoporre Varsavia per essersi opposta alle misura decise dall’oligarchia europea.

Bisogna quindi constatare che si è formato in Europa un blocco dei paesi dell’Est che si oppongono alle decisioni prese a Bruxelles e per il futuro si prevede che l’oligarchia della tecno finanza di Bruxelles non avrà vita facile e dovrà fronteggiare una resistenza politica e culturale nella imposizione delle sue scelte, esattamente quella che manca in paesi come l’Italia dove l’ideologia del multiculturalismo della sinistra mondialista viene imposta come una forma di “religione moderna”.

Fonti: DW.com           Politico

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