Sono passati tre anni dal 6 marzo 2013, e la morte di David Rossi resta un mistero. Il 22 marzo 2016 la procura della Repubblica di Siena ha disposto la riesumazione della salma dell’ex capo area comunicazione di banca Mps, precipitato dalla finestra del suo ufficio in quello che all’inizio era stato etichettato come un suicidio e che poi ha assunto sempre più i connotati del giallo.
Troppi gli elementi di sospetto. Molti denunciati proprio da Lettera43.it. Dal cellulare utilizzato per digitare sette cifre pochi minuti dopo il suo decesso alla lettera d’addio che secondo una perizia calligrafica sarebbe stata scritta sotto costrizione, dal video manomesso ai segni sul corpo dell’uomo inspiegabili solo con la caduta. CASO RIAPERTO A NOVEMBRE. È stata la stessa procura che a novembre 2015 ha deciso per la riapertura del caso a rendere nota la decisione con un comunicato. «Nell’ambito del procedimento inerente la morte di David Rossi», si legge nella nota, «la procura della Repubblica di Siena ha ritenuto necessario, al fine di completare gli accertamenti, disporre la riesumazione della salma oltre a procedere a ulteriori atti istruttori. La irripetibilità di taluni dei predetti atti ha determinato la necessità di avvisare le persone offese del compimento degli stessi al fine di consentire l’esercizio dei diritti loro concessi dalle norme processuali».
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