Fedelissimi indagati. Vecchio sostegno a Bersani. Strane amicizie col prefetto. Tra inchieste e rapporti opachi, il governatore della Campania turba il premier.
Matteo Renzi ha un problema che si chiama Vincenzo De Luca.
Il premier sta continuando a lasciare campo libero al governatore della Campania, ma ne parla sempre di meno e dall’inizio del 2016 non c’è settimana che l’ex sindaco di Salerno non crei qualche preoccupazione al segretario del Partito democratico.
Più che altro, nonostante l’assoluzione in secondo grado per abuso d’ufficio, è una situazione che mette in estrema difficoltà lo stesso Pd, già provato dopo gli scandali alle ultime Primarie, incapace di arginare le scelte amministrative dell’ex primo cittadino salernitano.
VALANGA DI INCHIESTE. Basta mettere in fila le inchieste, le indagini, il rapporto con l’attuale prefetto di Napoli e gli imbarazzi che il giro deluchiano sta creando soprattutto a livello locale, con le elezioni amministrative per Napoli alle porte, per capire che il territorio campano resta per Renzi un problema molto serio.
De Luca non se ne preoccupa. E tira avanti come sempre.
Il putiferio su Alfieri, consigliere caccia & pesca di De Luca

(© Ansa) Vincenzo De Luca
Oltre all’inchiesta sulla variante di piazza della Libertà a Salerno, dove De Luca è indagato per falso in atto pubblico, l’ultimo caso in ordine di tempo, datato venerdì 18 marzo, riguarda un’altra indagine della procura di Vallo della Lucania sugli appartamenti sequestrati ma lasciati nelle mani del gruppo criminale dei Marotta.
A quanto pare si sta aprendo la strada una richiesta di rinvio a giudizio per Franco Alfieri, consigliere all’agricoltura e alla pesca del presidente della Regione.
L’ipotesi seguita nelle indagini è che il sindaco di Agropoli abbia chiuso un occhio, consentendo ai cosiddetti “zingari” di restare negli appartamenti confiscati per ottenere in cambio il sostegno della numerosa comunità rom di Agropoli.
STRATAGEMMA DELLA MULTA. Quello di Alfieri è un caso scuola in casa De Luca.
Perché il consigliere caccia & pesca aveva già fatto parlare di sé al momento di formare le liste per le elezioni regionali.
Aveva tentato uno stratagemma per candidarsi senza far cadere la giunta comunuale, ovvero farsi multare per divieto di sosta e ricorrere contro lo stesso Comune di cui era sindaco.
In questa maniera giunta e consiglio comunale sarebbero rimasti ancora in piedi sotto la reggenza del vice sindaco Adamo Coppola, senza il commissariamento del Comune sino alle elezioni amministrative del 2016.
GUERINI MINACCIÒ DI DIMETTERSI. Scoppiò un putiferio alla fine del 2015 con Lorenzo Guerini, vice segretario del Pd che minacciò di dimettersi.
Tutto inutile. Alfieri è ancora lì. E ultimamente il Comune di Agropoli è finito persino in un servizio de Le Iene per come la polizia municipale gestisce le contravvenzioni.
Alle Primarie del 2012 Vincenzo sostenne Bersani

(© Getty Images) Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi.
D’altra parte che i rapporti tra De Luca e Renzi non siano i migliori è noto da tempo.
Le intercettazioni nell’inchiesta sulla variante di Salerno lo hanno confermato, raccontando le faide che nel 2012 ci furono per le Primarie dove vinse Pier Luigi Bersani.
Sindaco e costruttori speravano in lui: «O votate o vi taglia la testa».
Osservava, tra l’altro, il Fatto Quotidiano: «Matteo Renzi si fida di Vincenzo De Luca? Fa bene a tenere aperta una linea di credito al governatore della Campania convertito al renzismo e sostenuto dal premier in barba a una condanna (poi annullata in Appello) e alla legge Severino?».
«IMPRESENTABILI» IN CASA. Non è un caso che il coordinatore regionale di Sinistra ecologia e libertà (Sel), Tonino Scala, nelle ultime settimane abbia spiegato in una nota: «Alla fine scopriamo che gli impresentabili De Luca li ha proprio in casa sua, nella stretta cerchia dei collaboratori del Pd salernitano».
Nelle intercettazioni telefoniche protagonista è Nello Mastursi, braccio destro di De Luca costretto alle dimissioni da capo della segreteria del presidente della Regione perché indagato a Roma con De Luca per la trattativa sulla sentenza che lo ha mantenuto in carica.
COINVOLTO PURE IL SUBENTRATO. A subentrare al dimissionato Mastursi nel ruolo di capo segreteria del governatore è Alfonso Bonaiuto.
Sempre dall’inchiesta sui lavori di piazza Libertà emerge come Bonaiuto intrattenga rapporti con imprenditori e accetti perfino una vacanza spesata in un albergo di famiglia dell’azienda impegnata nella realizzazione di piazza Libertà.
Nelle carte i presunti brogli per favorire il deluchiano Bonavitacola

(© Ansa) Vincenzo De Luca e Maria Elena Boschi.
Ma l’inchiesta sulla variante colpisce pure il vice presidente Fulvio Bonavitacola, già deputato.
D’altra parte si parla di «un comitato politico-affaristico» come scrivono gli investigatori della tributaria della Guardia di finanza.
E a quanto pare tra le carte ci sarebbe la prova di presunti brogli alle Parlamentarie del 2012 per favorire proprio Bonavitacola.
INTERDITTIVA ANTI-MAFIA. Non solo. A questo si aggiunga che l’Esa, l’impresa appaltatrice dei lavori di piazza Libertà, nell’aprile del 2013 fu colpita persino da un’interdittiva anti-mafia a causa di un appalto sospetto.
Enrico Esposito, titolare dell’Esa, consigliere comunale del Pd di Nocera Inferiore, è lo stesso che si sarebbe prodigato per il tesseramento Pd e truccare le Parlamentarie del 2012, appoggiando proprio il deluchiano Bonavitacola.
L’AMICIZIA COL PREFETTO. Come se non bastasse, l’inchiesta ha pure scoperchiato i rapporti tra Gerarda Maria Pantalone, ex prefetto di Salerno e attuale prefetto di Napoli, e lo stesso De Luca.
A colpire è la confidenza tra i due che De Luca manifesta nelle telefonate intercettate del 26 marzo del 2013.
Ne è nata pure un’interrogazione parlamentare sul caso a firma di Edmondo Cirielli di Fratelli d’Italia.
A destare qualche perplessità è come un prefetto brighi con un coinvolgimento così personale per il caso di incompatibilità tra vice ministro (all’epoca alle Infrastrutture del governo Letta) e sindaco ricoperti contemporaneamente da De Luca e per il mancato scioglimento della Provincia di Salerno.
STRANI GIRI CON L’UDC. Il governatore negli ultimi giorni ha persino nominato il nuovo assessore al Turismo nella persona dell’esponente dell’Unione di centro (Udc) Corrado Matera: si tratta del cugino dell’ex capogruppo in Regione per l’Udc, Luigi Cobellis, signore delle cliniche sanitarie salernitane. Le polemiche sono assicurate.
Twitter @ARoldering
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