Attacco al Brasile: l’obiettivo è rovesciare Dilma e mettere fuorigioco Lula

Magistratura, media e forze reazionarie provano il golpe istituzionale

di Fabrizio Verde
È partito il golpe istituzionale in Brasile. Media, magistratura, opposizione di destra e gruppi di potere vogliono abbattere al più presto il governo a guida PT di Dilma Rousseff in cui ha appena fatto il suo ingresso Luiz Inácio Lula da Silva come ministro della Casa Civil, una sorta di capo gabinetto del governo, la prima figura più importante dopo il presidente.

L’ingresso di Lula nel governo continua a venire raccontato come la mossa di un politico disperato alla ricerca d’impunità, quando invece si tratta della legittima risposta difensiva, come evidenziato dal Segretario di Unasur Ernesto Samper, a un tremendo attacco politico portato all’ex presidente da quelle forze che vogliono abbattere l’attuale sistema democratico brasiliano.

Il giornalista e politologo Juan Manuel Karg attraverso le colonne di RT ricorda come la magistratura brasiliana abbia abbandonato qualsiasi forma di equidistanza lanciandosi in maniera «brutale» contro il governo Rousseff e la nomina di Lula a ministro della Casa Civil. Il giudice Sergio Moro – titolare della famigerata inchiesta ‘Lava Jato’ – ha inoltre violato la Costituzione brasiliana diffondendo una conversazione tra Lula e Dilma che era stata intercettata. Mentre il giudice federale Itagiba Catta Preta Neto ha ordinato la sospensione della nomina di Lula.

Questo vero e proprio assedio è stato accompagnato dall’attacco portato dai media: Folha de Sao Paulo, O Estado de Sao Paulo e Globo hanno sparato titoloni e infuocato le piazze quando lo stesso Sergio Moro nella sua relazione specificava che non vi era traccia di alcuna mossa inadeguata nel dialogo intercorso tra Lula e Dilma Rousseff. Intanto la FIESP (Federación de Industrias del Estado de Sao Paulo) chiedeva la rinuncia immediata da parte del presidente brasiliano Rousseff. Un attacco concentrico alla democrazia brasiliana.

L’ordine di sospensione della nomina di Lula, arrivato appena quaranta minuti dopo la firma è stato poi annullato da un altro giudice federale, Candido Ribeiro. Bloccare l’incarico assegnato a Lula avrebbe costituito per il Brasile un grave precedente, che sarebbe andato a contraddire il principio tanto decantato a tutte le latitudini della separazione dei poteri.

Da parte sua, Luiz Inácio Lula da Silva, ha riferito attraverso un comunicato di «aspettare giustizia nel rispetto dello stato di diritto». Mentre incassa la solidarietà di 700 artisti e intellettuali brasiliani e sono in programma massiccie manifestazioni in tutto il Brasile in difesa della democrazia, contro il golpe con cui le ‘solite’ forze reazionarie vogliono tornare al potere per riportare indietro le lancette della storia.

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