Il tg del terzo canale declassato a edizione regionale. Così i giornalisti scappano. Preferendo riciclarsi a Rai News e Rai Sport. O approdare al più istituzionale Tg1.
E chi non riusciva a metterci piede in pianta stabile, magari per mancanza di aderenze politiche, quantomeno cercava il modo di apparire in qualche programma, in modo tale da mostrare il proprio volto sotto il marchio di RaiTre, anche solo saltuariamente.
Ma i tempi cambiano e cambiano le mode.
VERSO L’AZZERAMENTO. E così, con il vento renziano che sta iniziando a spirare sempre più forte su Viale Mazzini, teledivi e telegiornalisti stanno studiando come fare a lasciare RaiTre, in procinto di essere azzerata dalla nuova ‘direttora’ Daria Bignardi.
Una sorta di migrazione biblica dalla vecchia terra promessa.
Ma se per i conduttori e gli artisti vari della rete la via di fuga è piuttosto difficile – eccezion fatta per i Ras del canale come Fabio Fazio e Federica Sciarelli, dato che RaiUno vuol giocare sul sicuro e molto difficilmente prenderà dei rischi solo per accontentare qualcuno – per i giornalisti del Tg3 esiste ancora qualche margine di manovra.
IN CERCA DI VIE DI FUGA. Anche se in modo carsico, con passi felpati e contatti fuori dai corridoi, i redattori del telegiornale hanno iniziato a sondare i colleghi delle altre testate, in cerca di possibili vie di fuga.
Capi redattori e vice direttori, ovviamente, guardano con particolare attenzione al Tg1 che nel disegno tratteggiato da Carlo Verdelli – il super direttore che viene considerato da tutti il commissario politico di Palazzo Chigi per l’informazione targata Rai – dovrebbe diventare la testata istituzionale.
TG1 MODALITÀ PANINO. Spazio alla politica in modalità “panino”, ovvero dichiarazioni centellinate al misurino in modo da dar voce a tutti i partiti, con ampi servizi dedicati all’attività del governo e ai resoconti parlamentari.
Insomma, il megafono del padrone.
Tg2 dedicato all’attualità, nel Tg3 solo voci del territorio
Un’intervista di Matteo Renzi con Bianca Berlinguer del Tg3.
Dovendo assolvere a questo compito, il Tg1 assorbirà tutte le competenze professionali incentrate sulla politica presenti in Rai, lasciando al Tg2 il ruolo di telegiornale d’attualità con ampi spazi riservati alla cronaca, al costume e alla società, mentre il Tg3 tornerà a essere la voce del territorio, recuperando il valore aggiunto delle sedi regionali.
RITORNO GIÙ AL PAESE. Tanto che qualche redattore del telegiornale diretto da Bianca Berlinguer potrebbe addirittura tornare al paese di origine, visto che le sedi regionali non saranno affatto smantellate, come prevedeva il piano dell’ex direttore generale Luigi Gubitosi.
Insomma, non più tre testate che si fanno la concorrenza fra di loro, ma tre giornali alternativi.
Da qui la voglia dei giornalisti del Tg3 di emigrare verso altri lidi, compreso Rai News, che manterrà una sua autonomia e coprirà gli spazi vuoti lasciati dalle edizioni dei tg che non saranno più di competenza delle tre testate principali.
NUOVI VOLTI PER LO SPORT. E chi non guarda a Rai News o al Tg1 può sempre tentare di riciclarsi a Rai Sport dove il neo direttore Gabriele Romagnoli potrebbe aver bisogno di volti nuovi da mandare in video, in modo da smontare la storica litigiosità fra conduttori e opinionisti.
La testata giornalistica sportiva della televisione pubblica, a corto di diritti ma in abbondanza di firme, è considerata da tutti una realtà praticamente ingestibile, dove gli sconti sono all’ordine del giorno.
I pochi eventi trasmessi in diretta e i tanti contenitori infarciti di opinionisti strapagati sono diventati la ragione del malessere della redazione che potrebbe trovare giovamento dai nuovi arrivi.
MOBILITÀ INTERNA DA PILOTARE. Ovviamente tutta questa mobilità interna dovrà essere gestita e pilotata, ecco perché il vertice aziendale sarebbe alla ricerca della giusta strategia per gestire al meglio il caso RaiTre.
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