Primarie Usa, Clinton e Trump dominano il Super Tuesday

Date le aspettative di trionfo assoluto degli ultimi giorni, la vittoria di Hillary Clinton e Donald Trump nella maggior parte dei dodici Stati in palio per il SuperTuesday mostra che è forse ancora presto per festeggiare la nomination. L’ex segretario di Stato ha vinto in sette degli undici Stati in cui i Democratici sono stati chiamati al voto, ma non è riuscita a spezzare definitivamente Bernie Sanders, che ha conquistato i quattro rimanenti.

Donald Trump ha confermato le previsioni della vigilia, ottenendo sette Stati su dodici, dimostrandosi l’uomo da battere in campo Repubblicano. Ted Cruz è riuscito a vincere nel suo Texas (dove è stato governatore) e la spunta anche in Oklahoma, ritagliandosi almeno per una notte il ruolo del vero anti-Trump: «Sono l’unico che può batterlo».
IL FLOP DI RUBIO. Finisce infatti con solo una vittoria (in Minnesota) la serata di Marco Rubio, sui cui puntava l’establishment sperando nel miracolo. Miracolo che non c’e’ stato, e che ora il giovane senatore di origini cubane dovrà tentare il 15 marzo nel suo Stato, la Florida. Dove però i sondaggi non lo danno come favorito, ma sempre dietro a Trump, e di molto. Così che la maggior parte dei commentatori politici dà ormai Rubio a fine corsa. La sfida in vista della volata finale verso la Casa Bianca, insomma, è sempre piu’ tra l’ex first lady e il tycoon newyorchese.

CLINTON PENSA ALLO SCONTRO CON TRUMP. «Questo Paese appartiene a tutti noi, non solo a chi guarda in una direzione, prega in una direzione o pensa in una direzione», ha detto un’entusiasta Hillary Clinton parlando nel suo quartier generale di Miami, avendo oramai nel mirino solo lui, Donald Trump, che replica a pochi chilometri di distanza, a Palm Beach: «Quello che ha fatto Hillary è un atto criminale», attacca riferendosi allo scandalo delle email. Tutti in Florida, dunque, come del resto Rubio. È lì che fra due settimane si svolgerà la partita decisiva. Ed è lì, come in altri stati-chiave, che si assegneranno molti delegati con la regola del ‘winners-takes-all’, chi vince prendetutto.

TRUMP SFOTTE RUBIO. «Mi dispiace per Rubio, per lui è stata una serata molto dura. E ha speso anche un sacco di soldi…», ironizza Trump, che negli ultimi giorni è stato al centro di attacchi pesantissimi da parte del giovane senatore che ha cercato disperatamente di rimontare.
Troppo tardi però, con i vertici del partito Repubblicano che vedono l’incubo Trump materializzarsi sempre più. Poco conta che il tycoon nella notte del Super Tuesday cerchi di smorzare i toni definendosi «un conservatore di buon senso». Anche se il muro col Messico, insiste, ci sarà eccome: «Come la Muraglia cinese».
In totale, negli Stati del Super Tuesday erano in palio 595 delegati per i Repubblicani, quasi la metà dei 1.237 necessari per la nomination, e 865 per i democratici, più di un terzo del numero magico di 2.383, necessario per puntare alla Casa Bianca.

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