Mentre Confindustria, ABI, mondo industriale e parte del mondo politico invocavano la modifica del bail in, il tristemente famoso metodo di prelievo forzoso a obbligazionisti e correntisti delle banche in crisi, l’oligarca europea Margrethe Vestagher rispondeva a stretto giro di posta che qualsiasi modifica della normativa in essere era semplicemente impensabile.
Come mai, con notevole, eccessivo, ritardo, il mondo imprenditoriale italiano si è destato dal torpore dell’ubriacatura pro-euro ed ha iniziato a lanciare segnali allarmati verso il IV Reich di Strasburgo?
Semplice: perché si è reso conto che con 350 miliardi di crediti marci, di cui oltre 200 ormai in fase di decomposizione ed il restante in coma profondo, il sistema bancario italiano è prossimo al collasso e se venisse applicato il bail in, rappresenterebbe la fine del tessuto sociale oltre che economico del paese.
Da un’implosione del sistema bancario non si salverebbe nessuno, né impresa, né privato cittadino, che vedrebbe volatilizzarsi in una notte anni ed anni di sacrifici per accantonare i propri sudati risparmi.
Il tragico è che a classe imprenditoriale italiana sia arrivata a rendersi conto di questo con colpevole ed inaccettabile ritardo, quando ormai è tardi per provare a cambiare le regole del gioco. Ed è ancor più allucinante che solo ora si siano resi conto delle condizioni di favore che sono state riservate alla Germania ed alle sue banche, Deutsche Bank in primis.
Forse, se Cofindustria, ABI e associazioni di categoria varie avessero alzato la voce ben prima e non avessero avvallato il colpo di stato messo in atto dalla Germania con la complicità dell’allora presidente della repubblica che defenestrò un presidente del consiglio regolarmente eletto per sostituirlo con un oligarca amico dei potentati economici germanici, non saremmo ridotti in questa situazione, con un’economia devastata, un tessuto sociale disgregato, un tasso di mortalità tornato ai livelli della fine della seconda guerra mondiale ed un governo che pensa di introdurre una patrimoniale ed imposte fino al 45% sulle eredità, ovvero sui sudati risparmi delle famiglie italiani, costituiti per creare un salvagente per i propri figli e nipoti.
D’altra parte, stiamo parlando della stessa classe imprenditoriale che brindò all’introduzione dell’euro, quando tutti gli economisti di fama mondiale ne preannunciavano la pericolosità ed i danni che avrebbe provocato e di quella che in un modo o nell’altro ha gestito le banche nazionali, zavorrandole di crediti marci a seguito delle folli politiche dei governi Monti-Letta-Renzi.
Ricordiamo qualche dato riguardo le sofferenze dei principali istituti di credito nazionali:
UBI: 13,838 miliardi di euro (sofferenze nette 4,187, crediti deteriorati netti 9,651)
Banco Popolare: 14,109 miliardi di euro (sofferenze 6,276, inadempienze probabili 7,493)
Unicredit: 52,143 (esposizione lorda)
MPS: 23,699 (crediti deteriorati)
Numeri da conflitto mondiale, che i cittadini saranno chiamati a ripianare di tasca propria, a differenza di quelli tedeschi, dove ha provveduto e provvede tuttora il governo, con buona pace dei proclami di Schaeuble, che pretende austerità e sacrifici per tutti, tranne che per il suo Paese che risulta essere il peggiore al mondo in termini di corruzione e opacità del sistema finanziario.
La realtà è che, stante questa classe politica, l’italico stivale è destinato a finire peggio della Grecia in quanto incapace di sapersi imporre a livello internazionale come, ad esempio ha saputo fare l’Inghilterra. Anche perché quando ci ha provato il premier non eletto, l’ha fatto in modo scomposto, approssimativo, impacciato: l’esatto opposto di quello che serve per battere gli oligarchi del IV Reich che non vedono l’ora di espropriare i risparmi degli italiani per sistemare le banche tedesche.
Luca Campolongo
https://www.ubibanca.it/contenuti/file/Gruppo%20UBI_Relazione%20Semestrale%2006%202015.pdf
http://www.gruppobancopopolare.it/media/RFS_30-06-2015_WEB.pdf
https://www.unicreditgroup.eu/content/dam/unicreditgroup/documents/it/Investitori/Bilanci_e_Relazioni/2015/2Q15/Relazione-finanziaria-semestrale-consolidata-al-30-giugno-2015.pdf
https://www.mps.it/investors/investor-relations/bilanci-relazioni/BilanciOK/2015/Relazione_Semestrale.pdf
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/banche-sbancate-mps-cede-deutsche-bank-miliardo-sofferenze-18-115795.htm
http://www.ilgiornale.it/news/politica/arriva-patrimoniale-stangata-sulle-polizze-vita-1228138.html
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