La UE vuole limiti d’acquisto dei Titoli di Stato di Banche italiane

Senza che la questione – viceversa cruciale – abbia avuto un seguito sui giornali italiani, e figuriamoci nei telegiornali, il ministro dell’Economia Padoan ha affrontato a livello internazionale un tema a dir poco esplosivo: l’acquisto da parte delle banche (specialmente italiane) di titoli di stato (ovviamente italiani).

Non è una faccenda “tecnica” come a prima vista parrebbe. Infatti, la Germania la pone come condizione: la Bundesbank pretende venga stabilito dalla Commissione europea un limite all’acquisto di titoli di stato, in modo da dirottare capitali verso l’economia e non solo verso la finanza. E non solo: la Bundesbank pretende che le banche calcolino il “vero valore” dei titoli di stato e non li contabilizzino al valore facciale, che è come dire che i titoli di stato italiani non sono affatto sicuri al 100%. C’è un coefficente di rischio che le banche italiane devono calcolare e coprire con capitali aggiuntivi chiede la Buba.

In pratica, sarebbe una catastrofe: significherebbe condannare all’immediata insolvenza tutte le banche italiane da un lato, dall’altro provocherebbe enormi problemi di liquidità allo Stato italiano. Se non fossero acquistati massicciamente dal circuito bancario nazionale, i bond italiani dovrebbero pagare interessi molto superiori per essere comperati da banche estere, e con questo si arriverebbe in men che non si dica a una situazione alla greca, o se si preferisce alla cipriota.

Ecco perchè Padoan ha dichiarato “L’eurozona dovrebbe evitare mosse unilaterali nel campo delle riforme finanziarie, in particolare sul fronte delle limitazioni alla detenzione di debito sovrano da parte delle banche”. Padoan lo ha detto nel corso di una intervista concessa a “Bloomberg” da Davos, palcoscenico dell’annuale Forum economico mondiale.

“Prestiamo molta attenzione a tradurre nella pratica regole che paiono belle sulla carta”, ha ammonito Padoan, in riferimento ai limiti massimi all’acquisto di debito pubblico da parte degli istituti bancari, chiesti a gran voce dal ministro delle finanze olandese Jeroen Dijsselbloem come portavoce di un gruppo di stati delNord Europa, primo dei quali ovviamente la Germania.

“I limiti dovrebbero – ha aggiunto Padoan pesando le parole una a una – garantire che le banche sopravvivano all’eventuale ristrutturazione del debito sovrano di uno Stato dell’eurozona, ma anzichè mitigare il fattore di rischio nel sistema finanziario dell’area euro, i limiti all’acquisto di bond potrebbero condurre a un aumento dei costi di finanziamento del debito per gli Stati, rivelandosi cosi’ un fattore destabilizzante”.

La destabilizzazione a cui fa preciso riferimento Padoan è il default dell’Italia.

Padoan ha anche affrontato nell’intervista con Bloomberg il tema dei delicati negoziati con l’Unione europea per l’istituzione di una bad bank che aiuti le banche italiane a smaltire i loro crediti deteriorati, arrivati al momento alla cifra monstre di 201 miliardi di euro di vere e prioprie sofferenze a cui si sommano altri 150 miliardi di incagli non ancora diventati sofferenze solo per il fattore tempo: a fine 2016 lo saranno. Trecentocinquanta miliardi di euro di perdite del sistema bancario italiano sono più che sufficienti perchè dichiari bancarotta.

“Le trattative con Bruxelles – ha assicurato Padoan a Bloomberg – non sono in una fase di stallo, e la bad bank e’ solo una parte del progetto nazionale allo studio del governo per far fronte a questo importante fattore di criticita’ del sistema bancario. Stiamo lavorando a uno schema di garanzie che e’ parte di una strategia per accelerare lo smaltimento delle sofferenze”, ha spiegato il ministro delle finanze.

Ma la verità è un’altra: il progetto del governo Renzi per una bad bank e’ bloccato da mesi dalla Commissione europea, che vi ravvisa un aiuto di Stato non consentito dai trattati. Quando Padoan dichiara che i negoziati con Bruxelles riguardano ormai “i dettagli” del piano mente sapendo di mentire.

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