Mamma, ho perso il Pd

Erano stati annunciati come i giorni del riscatto democratico, il ritorno del Pd nelle piazze, tra i cittadini. 2000 banchetti in tutta Italia per ricompattare il partito e provare a riconnettersi con quel popolo dem che soltanto qualche anno fa aveva affollato i gazebo delle primarie incoronando Matteo Renzi. Alla mobilitazione di ieri e oggi era stato dedicato anche un hashtag audace, visti i tempi: #ItaliaCoraggio. Ma come è andata? Come hanno risposto i cittadini alla chiamata di Renzi? E come ha risposto la base del partito?

Claudio Velardi, ex dalemiano poi salito sul carro di Renzi di cui è (o era) ascoltatissimo consigliere, è personaggio che non ne azzecca una. Fece ridere mezza Italia (ricorderete) con il suo tweet sul referendum in Grecia in cui profetizzò che il sì al memorandum della troika avrebbe vinto con il 60% e più. Finì, come è noto, esattamente al contrario: stravinse il no.

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Ma se anche un orologio rotto segna l’ora giusta due volte al giorno, così anche a Velardi può capitare di dirne una che abbia un senso. E in effetti, mai le sue parole furono più profetiche di quelle dedicate pochi giorni fa alla due giorni di banchetti lanciata da Renzi.

Che si tratti di banchetti o gazebi – scrive Velardi sul suo blog – saranno inutili, tristi e fuori tempo. Il prossimo weekend gli italiani saranno tutti impegnati a fare alberi di Natale e presepi, e metteranno il naso fuori casa solo per dedicarsi al primo shopping delle festività. Non avranno né tempo né voglia per fermarsi a discutere con militanti e dirigenti Pd impegnati nella campagna “Italia coraggio”. Li guarderanno con aria stranita, raccoglieranno distratti volantini e dépliants, resteranno saldamente ancorati alle loro idee. Sul Pd, sul governo e su Renzi.

Ed è quello che è accaduto ieri, in ogni parte d’Italia. Banchetti e gazebo deserti, accuratamente evitati dai cittadini: a Milano come a Venezia, Napoli o Catania, folle di big, ministri,parlamentari e dirigenti ma zero militanti, zero persone “normali”.

A Milano, al banchetto di Largo Greppi, dove pure erano presenti il vicesegretario Lorenzo Guerini e il ministro Maurizio Martina, il deserto dei tartari. 

“Questa mobilitazione – aveva detto spocchiosamente Guerini – serve a rispondere a chi ci invita alla paura con il coraggio di stare nelle piazze in mezzo alla gente, parlare agli italiani di come stiamo cambiando il Paese, delle riforme che stiamo attuando e di come abbiamo agganciato e rafforzato la ripresa”.

Ma niente da fare. La “gente”, come la chiama il vicesegretario Pd, di parlare con Guerini e Martina non ne ha voluto sapere.

 

Foto "Repubblica"

E non è andata meglio a Napoli, Venezia, Massa…

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Al banchetto di Catania, nella centralissima Piazza Stesicoro, mi sono recato personalmente intorno alle 18 di ieri. Ho trovato soltanto due dirigenti di partito, tanto eroici quanto solitari, e un tavolino abbandonato a se stesso.Tristezza e sconforto. Sono rimasto una decina di minuti e non si è avvicinato nemmeno un cane.

 

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Ho pensato di aver beccato il momento sbagliato. Sono andato via per tornare tre quarti d’ora dopo e di dirigenti ne ho trovati ben quattro. Ai primi due si erano uniti nel frattempo il deputato Giovanni Burtone e la sua collaboratrice. “Onorevole, posso qualche domanda?” chiedo. Ma la collaboratrice lo ferma prima ancora che riesca a dirmi no: “Meglio non dire niente che poi ci mette su “‘Post Viola’”.  Sono rimasto un’altra decina di minuti, il tempo di scattare qualche foto e di fare qualche domanda. Ma niente. Non si è avvicinato nessuno.

L’esortazione di Renzi a mobilitarsi, ad avere “coraggio” non ha funzionato. Il partito (inteso come corpo vivo di militanti e simpatizzanti) non esiste più. Si è perso. Polverizzato. E forse, il vero coraggio, oggi, è quello che ci vuole ad avvicinarsi ad un banchetto del Pd.

 

 

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