In Toscana è allarme amianto nell’acqua potabile – Ecco i comuni interessati

Autorità Idrica Toscana ha pubblicato i risultati delle “analisi per la ricerca di fibre di amianto su campioni prelevati nella regione tra novembre 2014 e ottobre 2015. Nel documento (qui il pdf) si descrive la presenza di fibre di amianto nelle forniture che fanno capo alle principali aziende di distribuzione di acqua potabile della Toscana: Publiacqua spa, Gaia spa, ASA spa e Acque spa, nei comuni di Agliana, Camaiore, Cecina, Forte dei Marmi, Livorno, Piombino, Pistoia, Rio Elba, San Giuliano Terme e Santa Croce sull’Arno. Le condutture incriminate, vecchie tubazioni in cemento-amianto, ammontano a circa 1900 Km di rete idrica, come riferisce lo stesso Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana, associazione che accorpa le maggiori aziende del settore della somministrazione idrica. Lo stesso De Girolamo, a quanto riferisce il comitato No Amianto Publiacqua, tenta poi di minimizzare il pericolo sostenendo che nonostante i valori riscontrati:

“non c’è nessun problema nell’acqua toscana. Si può bere tranquillamente dal rubinetto e non esistono rischi di salute pubblica. Basta, dunque, con questi allarmismi sull’amianto”

Cosa che, ai portavoce del comitato suona abbastanza paradossale, dal momento che, riferiscono,

le fibre di amianto, anche le nano, provocano il cancro nell’organismo umano. Una recente classificazione compiuta dall’Agenzia Internazione Ricerca sul Cancro (IARC) si concentra e analizza tutte le forme di asbestosi sicuramente cancerogene compresa quella derivante dall’amianto ingerito. I cancerogeni del gruppo 1 IARC, infatti, non hanno soglia: l’unica soglia possibile per la sicurezza dei cittadini è zero. Pertanto nell’acqua ‘potabile’ la concentrazione deve essere zero”.

L’auspicio è che, nonostante le sorprendenti dichiarazioni di De Girolamo, le aziende tengano fede a quanto pattuito nel 2013 con l’Autorità Idrica e si affrettino a sostituire i tubi insalubri senza alcun aggravio in bolletta per i cittadini toscani, dovendo, tali interventi, rientrare “nel piano degli investimenti previsti e concordati”.

Noi, come tanti altri, terremo gli occhi aperti.

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