Renzi “salva” 4 banche di amici e parenti mettendo a garanzia i soldi della “Cassa Depositi e Prestiti”

L’altro ieri è andato in scena l’ennesimo teatrino del governo capitanato dall’ex sindaco di Firenze, al secolo Matteo Renzi.

In pompa magna è stato annunciato il salvataggio delle quattro grandi banche malate: Banca delle Marche, Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca del’Etruria e Cassa di Risparmio di Chieti, con tanto di placet dell’Unione Europea e toni trionfalistici del ministro Padoan, valido sodale di cotanto presidente del consiglio.

In cosa consiste il salvataggio di queste quattro banche? In una mega iniezione di denaro, ben 1,7 miliardi di euro da parte di tre banche considerate “sane”: Intesa San Paolo, Unicredit e UBI. Il trio di banche ha sostanzialmente prestato a “tassi di mercato”, almeno così ha dichiarato il ministro Padoan, la liquidità necessaria a garantire la sopravvivenza delle altre quattro, che da oggi aggiungono al loro nome storico il termine “Nuova” a sancire il taglio con il passato dato dalla sostituzione di tutti i vertici manageriali.

Le quattro “nuove banche” si sono impegnate a restituire il finanziamento entro 18 mesi.

Il ministro Padoan, ha affermato che l’operazione non ricorre a soldi pubblici, peccato che gli 1,7 miliardi dati dal trio Intesa, Unicredit e UBI siano garantiti dalla Cassa Depositi e Prestiti e chi è l’azionista di maggioranza della CDP? Ma il ministero dell’economia e delle finanze, naturalmente, con ben l’80,1% delle azioni!

Quindi, se le quattro banche salvate non dovessero essere in grado di ripagare il prestito, sarà la Salva BancheCassa Depositi e Prestiti, cioè lo Stato, ovvero noi contribuenti, a farsene carico. Diciamo che di fronte ad affermazioni del genere, un qualsiasi ministro del tesoro anglosassone sarebbe stato costretto a dimettersi, assieme al premier. Da noi, invece, tutto va ben madama la marchesa.

Naturalmente alle banche benefattrici non è bastato sapere che i loro soldi sono garantiti dallo stato tramite Cassa Depositi e Prestiti, ma hanno ottenuto pure uno sconto fiscale. Ora, calcolando che i saldi della finanziaria debbono restare invariati, se le banche pagheranno meno tasse, chiaramente qualcuno, ovvero noi, pagheremo di più.

Naturalmente è un fatto del tutto secondario che nel management di una delle banche salvate fosse pesantemente coinvolto il padre del ministro Boschi che, ovviamente, non ha votato il decreto legge di salvataggio. Lei no, mai gli esponenti del suo partito sì, esattamente come faceva Berlusconi quando era in conflitto d’interessi. Siamo passati dal partito azienda al partito banca, con buona pace dei “proletari” che sognano ancora la rivoluzione contro il capitalismo.

Qualcuno, forse, sarebbe il caso che spiegasse a questi sopravvissuti alla storia, che il loro partito è ormai totalmente asservito alla grande speculazione internazionale.

Non ci credete? Bene, sappiate che i crediti incagliati di Banca Marche, Carife, Banca Etruria e CariChieti, ben 8,5 miliardi, dopo essere stati svalutati fino a 1,5, saranno fatti confluire in una “bad bank” (chiamarla banca spazzatura non era sufficientemente radical chic) che li venderà ad entità finanziarie specializzate nel recupero crediti o nella cartolarizzazione.

Traduzione per i non addetti ai lavori: quei 1,5 miliardi di crediti scoppiati, verranno impacchettati in strumenti finanziari derivati che poi verranno propinati ad ignari investitori convinti di aver acquistato titoli sicuri. Niente di più e niente di meno di quanto accadeva ai tempi di Lehman Brothers. Naturalmente nessuno dei vecchi manager risulta al momento aver ricevuto una richiesta danni.

Una volta i comunisti cantavano “Bandiera rossa trionferà”, oggi invece i loro eredi intonano “Banca nostra la trionferà”, con buona pace di Carletto Marx, dalla cui tomba sembrano provenire strane vibrazioni.

Luca Campolongo

Fonti
http://www.repubblica.it/economia/finanza/2015/11/23/news/banche_intesa-127966799/
https://it.wikipedia.org/wiki/Cassa_depositi_e_prestiti
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/22/banche-il-governo-vara-il-salvataggio-delle-quattro-in-crisi-nessun-trattamento-speciale-e-niente-fondi-pubblici/2243314/

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