L’Europa va tutta a destra

Ai fallimenti elettorali di numerosi partiti della destra moderata prona alle oligarchie di Bruxelles, si sostituisce l’ascesa di formazioni di destra oltranzista, che preoccupa non poco le principali cancellerie pro Ue del Vecchio continente e ancor di più le oligarchie liberiste della finanza senza patria e senza scrupoli.

Non c’è solo la Polonia, dove ieri la destra anti-Europa, anti-euro e anti-islam di Diritto e Giustizia ha stravinto le elezioni. Negli ultimi mesi, i movimenti nazionalisti di destra hanno guadagnato consensi in vari Paesi, sfruttando a proprio vantaggio il disastro della gestione del flusso migratorio, per la maggior parte mosso da ragioni economiche, verso l’Europa. Disastro voluto e perpetrato da Angela Merkel con la complicità di Matteo Renzi e l’ignava vigliaccheria del governo socialista francese.

Ora, pubblichiamo l’elenco dei principali Paesi europei nei quali la destra è già vittoriosa in ambito nazionale:

Iniziamo dalla POLONIA

Con le ultime elezioni, ieri, sono tornati al timone a Varsavia, armati della maggioranza assoluta dei seggi nel nuovo parlamento, i conservatori nazionalisti, euroscettici, cattolici di Diritto e Giustizia (PiS). Alle legislative hanno ottenuto il 40% delle preferenze, percentuale che in un sistema di voto con premio di maggioranza produce l’assegnazione di 238 seggi sui 460 che compongono il Sejm, la Camera bassa.

Ora, la SVIZZERA

Da vent`anni la Svizzera vede al centro delle campagne elettorali i temi legati all`immigrazione e ai profughi, assistendo alla crescita costante del partito nazionalista di destra dell`Unione democratica di centro (Udc). Da circa otto anni, l’Udc è il primo partito della Svizzera e il 18 ottobre scorso si è aggiudicato 65 seggi sui 200 disponibili al Consiglio nazionale (la Camera bassa). Eletta anche Magdalena Martullo-Blocher, figlia del leader storico dell’Udc Christoph Blocher e già definita da molti come la “Le Pen svizzera”. L’Udc governerà per i prossimi anni secondo principi di rigore e intransigenza nei confronti della Ue, tacciata d’essere ormai alla deriva sulla questione migranti, clandestini e profughi.

Adesso, l’AUSTRIA

Due le formazioni nazionaliste e populiste in Parlamento, con 55 seggi. Il partito delle Libertà (Fpo) di Hans Christian Strache e l`Alleanza per il futuro (Bzo), molto solida soprattutto in Carinzia, regione d`origine del suo fondatore, Jorg Haider, morto anni fa. Alle ultime elezioni a Vienna, l’11 ottobre scorso, la vittoria del sindaco uscente, Michael Häupl, è passata in secondo piano per il risultato straordinario della Fpö, che ha ottenuto uno storico 30% delle preferenze. Sondaggi concordanti lo danno come primo partito austriaco.

Ecco anche la DANIMARCA

Il partito popolare danese (Df) dell’ultraconservatrice (nonché euroscettica) Pia Kjaersgaard ha ottenuto 24 seggi, pari a 14,6% dei voti, nelle ultime elezioni politiche di giugno. Il suo partito garantisce appoggio esterno al governo di centrodestra guidato dal leader del partito liberale Venstre, Lars Lokke Rasmussen. Le posizioni di Df sono improntate alla lotta all’immigrazione clandestina, all’aiuto ai danesi per primi, alla netta chiusura all’euro e alle errate politiche economiche e finanziarie della Ue, giudicate molto negativamente dai cittadini.

E l’UNGHERIA.

L’elettorato ungherese ha dato ampio mandato al leader capo del governo di destra Victor Orban, che nel volgere di neppure due anni ha radicalmente cambiato lo scenario dell’Ungheria: aumentate le pensioni, tagliate i costi di gas, luce, telefono, trasporti pubblici, cacciato l’Fmi dal suolo ungherese, resa indipendente la Banca centrale d’Ungheria, rinegoziati i mutui in valuta estera tagliando gli interessi pretesi dalle banche straniere giudicati usurai, attratto investimenti e fatto crescere il Pil con percentuali doppie di quelle della Germania, infine salvato il Paese dall’invasione di orde di clandestini costuendo barriere presidiate dall’esercito e dalla polzia lungo le frontiere con la Serbia e la Croazia.

A queste nazioni, dove la destra nazionalista già governa o è in procinto di farlo, si aggiungono le nazioni nelle quali la vittoria s’avvicina a passo di corsa. Prima tra esse, la Francia, dove Marine Le Pen ha molte possibilità di vincere la gara per l’Eliseo, ma anche Olanda e Belgio, dove i partiti di destra hanno percentuali a due cifre e presto governeranno, non appena si andrà alle urne. E per non dire della Romania, nella quale la destra è maggioranza nel Paese.

Questa, è l’Europa. E nessuno in Italia lo dice.

Max Parisi

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