Vendola: «Mi sento vicino a Renzi»

È un biglietto da visita con un messaggio che Nichi Vendola spedisce al Pd. Recita il biglietto: «Il Pd non è il destino di Sel, l’alleanza con il Pd è una libera scelta che si fonda sulla condivisione di un progetto politico e di un sogno, ma se il Pd diserta la trincea del cambiamento, andremo altrove».

Da dove nasce questa conclusione?
«Il Pd che governa a Roma con Ignazio Marino o a Milano con Giuliano Pisapia è incompatibile con il Pd delle larghe intese».

Sicuro?
«Non è solo un sentimento largo e diffuso. È il cuore di una questione politica. Ciascuno poi è artefice del suo destino, il Pd può anche decidere di fare la fine del Pasok in Grecia, noi non ci stiamo».

Per lei il cambiamento è Matteo Renzi adesso? Quello che aveva come consigliere economico Pietro Ichino?
«La nostra storia ci metterebbe in naturale relazione con un’area diversa, com’è stato nelle primarie. Se non fosse che il richiamo all’album di famiglia ormai suona patetico».

Quale area, i bersaniani?
«La cosiddetta sinistra del Pd. Francamente sono più vicino oggi a tutti quelli che dicono che le larghe intese sono una catastrofe per il Paese. Se lo dice Civati, viva Civati, se lo dice Renzi, viva Renzi. Sarei contento che lo dicessero anche nella sinistra del Pd, che in questo momento appaiono come i guardiani del bidone».

Fonte

 

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