Come hanno esternalizzato il Parlamento

Il Parlamento è stato esternalizzato. L’hanno dato via in outsourcing. Era un servizio troppo costoso, inefficiente e soprattutto, per via dei sindacati, non si poteva pretendere che facesse cose non previste da quel contratto collettivo chiamato Costituzione. Così hanno assunto una squadra esterna che realizzasse i piani della dirigenza. Manager nominati alla bisogna, che si possono cambiare in breve tempo se non funzionano. Nel frattempo, i dipendenti bivaccano nelle aule, convinti di servire a qualcosa.

Hanno cominciato assumendo Monti. Con la complicità dell’ufficio di Presidenza hanno messo lì un liquidatore delle grandi banche d’affari. Poi hanno congelato gli uffici dove ancora fremevano impiegati troppo solerti, che volevano lavorare a tutti i costi e prendere iniziative personali. Hanno impedito loro l’ingresso nelle sale riunioni, chiamate pomposamente “commissioni”, raccontando che erano  temporaneamente inagibili. Poi, visto che le sale riunioni erano appunto inagibili, hanno commissionato a una società esterna, la “Dieci Saggi & Co”, di decidere un nuovo piano di lavoro, saltando a piè pari tutti gli impiegati di primo livello. Poi ancora, siccome lo statuto prevedeva l’elezione di un nuovo amministratore delegato (e questo avrebbe potuto scombinare le carte), il Cda ha deliberato di lasciare al suo posto quello vecchio, perfino contro il contratto collettivo, che non si sa mai uno nuovo cosa avrebbe potuto combinare. Infine, hanno incaricato una nuova società di consulenza esterna, la “Convenzione per le Riforme Inc”, di riscrivere un nuovo contratto collettivo che dimezzasse gli impiegati, che delocalizzasse un’intera sede di lavoro (“Torre del Senato”) e rendesse più semplice le assunzioni e i licenziamenti.

Il risultato finale è la completa esternalizzazione di tutte le istituzioni democratiche. Tutto si decide fuori dai palazzi. In aula si va solo a relazionare cosa è stato deciso. I parlamentari che leggono i testi sono come i mezzi busti del TG: in un teatrino dove le parti sono già scritte rappresentano al popolo i voleri della nuova casta ombra. Quella che persegue i propri interessi e decuplica i propri affari, con la complicità dell’amministratore delegato e del Cda tutto, disposti a svendere interi rami aziendali per favorire il business dei concorrenti o agevolare una fusione.

La “Europe Corporation”, la seconda multi-continentale al mondo, sta comprando tutto a prezzo di saldo. Ma prima deve liberarsi di noi.

 

 

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