Fracking: la Germania dice “No, grazie”

In Germania, dove la sovranità conta qualcosa, preferiscono comprare gas da Putin piuttosto che distruggere l’ambiente dove vivono.

In controtendenza la Germania, per quanto riguarda le attività di fracking, rispetto al resto del mondo. Mentre negli States si frattura allegramente ovunque, incluse le terre incontaminate delle comunità Amish, mentre l’Europa respinge la messa al bando, mentre in Italia si parla fumosamente di “aumentare la produzione di gas” senza menzionare l’elefante nella stanza, i tedeschi esercitano come al solito la propria sovranità e decidonodi mettere limiti stringenti.C’è da ricordare che la Germania produce appena il 14% del gas che usa e ben il 40% lo importa dalla Russia. Ce ne sarebbero quindi più che a iosa di motivi per autorizzare il fracking e “rendersi indipendenti da Putin”, se i tedeschi ragionassero coi paraocchi italiani. Ma evidentemente in Germania preferiscono comprare gas da Putin piuttosto che distruggere l’ambiente dove vivono.

Inoltre, Berlino sta per affrontare le elezioni, previste per Settembre di quest’anno. E anche qui, contrariamente a quel che accade da noi, dove in periodo pre-elettorale si approfitta per approvare decreti a favore degli inquinatori, in Germania si cerca di essere sensibili alle istanze dei cittadini e di non prendere provvedimenti impopolari in un momento così delicato. Oltre ai pendenti limiti al fracking, si sono già approvate infatti regole stringenti per la cattura della CO2 dagli impianti a carbone -quella tecnologia che permette di catturare ed intrappolare sottoterra l’anidride carbonica-, stringenti a tal punto che tale pericolosa tecnologia è “praticamente morta”. Due a zero per l’ambiente, insomma, come spesso accade nei Paesi che hanno a cuore il proprio territorio più che le tasche dei prenditori.

Fine del post dove mi è toccato parlar bene della Germania. D’altronde, ogni tanto tocca dare a Cesare quel che è di Cesare, e ad Angela quel che è di Angela.

 

Debora Billi

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