L’Art. 11 della Costituzione italiana cita “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, basterebbe questo per dimezzare o eliminare del tutto le Forze Armate.
Se poi si considera che dal 2007 gli stati europei (Italia compresa) sono entrati in un periodo di fortissima crisi economica, instabilità politica e grave recessione, proprio non si riesce a spiegare come sia possibile che un Governo di pseudo “tecnici”, cerchi in tutti i modi di convincerci che per il bene del Paese, è giusto caricarci di un ulteriore debito di oltre 12 miliardi per acquistare 90 caccia bombardieri F35.
Vi siete mai chiesti quanti sono in Lirette 12 miliardi di euro?
Ecco la risposta 23.235.240.000.000! Offro un caffè a chi riesce a scrivere in lettere questo ammontare.
A chi giova una scelta scellerata come questa?
Che beneficio ne ricaveranno le famiglie italiane?
Questi bombardieri sono davvero così urgenti e vitali per il nostro Paese?
Ricordo che il ministro alla Difesa, Giampaolo Di Paola, dopo aver sostenuto in diverse sedi che era impensabile non dotare l’Italia di ben 130 caccia, a seguito dell’indignazione generale che stava montando, si apprestò in tutta fretta a ridurre la commessa a 90 aerei.
Gli italiani si domandano quindi con quali criteri questi arraffazzonati “tecnici” avessero fissato inderogabilmente a 130 il numero di aerei da acquistare, per poi tornare sui loro passi e decidere che “vabbè allora 90 possono bastare!”
Poi c’è chi sostiene la tesi per cui, da questo forte indebitamento, Alenia-Finmeccanica, che dovrebbe costruire le ali nello stabilimento di Cameri ed in seguito occuparsi della manutenzione a livello europeo, riuscirà a generare posti di lavoro.
Tesi che viene smentito dalle parole del segretario generale della Difesa, il generale Claudio Debertolis, (ufficiale più alto in grado per gli acquisti), che ha rilasciato un’intervista dove affermava che in relazione al “rientro dell’investimento c’è della sofferenza perché non c’è nulla di garantito”.
I conti del professor Monti stanno diventando sempre più incomprensibili.
I tagli sconsiderati alla scuola pubblica, ai servizi, ai disabili e l’irrazionale aumento del debito pubblico decretano una decisa bocciatura dell’”Agenda Monti”.
Monti BIS? NO Grazie!
Il 2013 è vicino!
Rocco Cipriano
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