La questione è semplice: se prima ci si poteva domandare se il MES (il cosiddetto Fondo Salva-Stati) fosse o meno costituzionale, adesso abbiamo la certezza che non lo è.
Chi ha seguito tutti gli interventi sul tema (qui l’ultimo), che ho proposto e riproposto fin dallo scorso novembre, sa infatti che il Trattato si porta dietro almeno due forti criticità. La prima: consegna un libretto di assegni in bianco perpetuo a un’organizzazione finanziaria con sede a Lussemburgo, la quale non solo potrà richiedere i primi 125 miliardi (la nostra quota parte), ma anche obbligarci a successive ricapitalizzazioni a sua insindacabile richiesta. Dovessero, in parole povere, chiedere altri 125 miliardi tra un anno, dovremo corrisponderli nei modi e nei tempi da loro stabiliti, senza nessuna possibilità di intervento parlamentare. La seconda criticità risiede nella segretezza assoluta sulla quale i membri del MES potranno contare: nessuno dei documenti prodotti dall’organizzazione potranno essere pubblicati, così come segrete saranno le minute dei verbali di assemblea (cui potranno partecipare anche soggetti privati) e tutte le operazioni effettuate sui capitali, compresi gli investimenti. Per essere un fondo pensato per salvare gli stati, quindi al servizio fondamentalmente dei cittadini e messo in opera dai Parlamenti nazionali (organo supremo della sovranità popolare), direi che a livello di trasparenza e di controllo non c’è davvero male.
Accade, tuttavia, che in Germania vi sia un dibattito feroce, che porta a 37mila ricorsi alla Corte Costituzionale, la quale si pronuncia così: il Trattato è valido, ma non nelle parti che riguardano la ricapitalizzazione all’infinito e la segretezza documentale. Ovvero: i primi 190 miliardi (la loro quota parte) ve li diamo, ma se ne volete altri dovrete passare dal Parlamento, e i documenti che producete – tutti – ce li fate vedere. Perché? Perché il popolo è sovrano, appunto, e il Parlamento rappresenta la sua voce e i suoi occhi. Dunque creare un organismo che può prendere decisioni di natura economica esterne al Parlamento, per di più in segreto, è una grave violazione della Costituzione.
Qui viene il bello. Già perché al momento il MES è un trattato internazionale che limita la sovranità degli Stati che vi aderiscono (infatti limita la sovranità del nostro Parlamento sia in fase di ricapitalizzazione del fondo sia in fase di erogazione dell’eventuale prestito, con l’imposizione delle condizionalità sotto forma di disposizioni in materia di economia, di stato sociale etc..). Tuttavia, queste limitazioni, dopo la sentenza della Corte Costituzionale tedesca, risultano estremamente sbilanciate in favore di Berlino, che avrà piena discrezionalità sugli stanziamenti economici e piena visibilità sulle operazioni del fondo. Al contrario, noi dovremo solo pagare e tacere, non avendo le stesse prerogative attribuite alla Germania.
E allora? E allora tutte le limitazioni di sovranità che stiamo mettendo in atto sono possibili solo grazie all’articolo 11 della nostra Costituzione, il quale dopo la parte sulla guerra recita così: “L’Italia […] consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”.
Ora, a parte che il collegamento tra il MES ed ogni obiettivo rivolto alla conservazione della pace è alquanto arbitrario, è tuttavia matematicamente certo che il Trattato, così come l’abbiamo firmato e così come vi ha aderito la Germania, non limita la sovranità italiana e quella tedesca secondo condizioni di parità, ma rappresenta palesemente una situazione impari.
Dunque è sufficiente un ricorso alla Corte Costituzionale italiana per avere buone chanches che il trattato venga giudicato incostituzionale, venga conseguentemente stralciato o perlomeno riscritto per riconsegnare al Parlamento italiano (e dunque al popolo) le stesse prerogative che in questo momento ha quello tedesco.
Non lo possiamo fare voi ed io, perché a differenza dei nostri colleghi tedeschi, i semplici cittadini italiani non hanno la prerogativa di poter effettuare ricorsi alla Corte Costituzionale. La via più breve è presentarsi davanti a un organo giurisdizionale e, durante il corso del procedimento, sollevare una questione di legittimità costituzionale, che il giudice valuterà e potrà inoltrare a sua discrezione alla Corte Costituzionale. Ci vuole un bravo avvocato che trovi il modo di fare una causa idonea allo scopo.
Chi si offre volontario?
Tratto da byoblu.com
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