
Qualche esempio. C’è l’Onorevole Antonio Razzi, che a settembre 2010 disse: “Mi tentano, ma io resisto, vogliono pagarmi il mutuo, ma ho una faccia sola e voglio restare con Di Pietro, fino alla morte. Chi glielo va a dire ai miei elettori poi che sono stato comprato da un altro partito?“. Dopo pochi mesi eccolo con Berlusconi, giusto in tempo per salvarlo dalla sfiducia: “Di meglio del Cavaliere non ce n’é“. Nell’elenco compare anche il buon vecchio Massimo Calearo, quello che “In Parlamento non ci vado più, è un lavoro usurante, e con lo stipendio mi ci pago il mutuo“. Il percorso: Pd, Api, Misto, Popolo e Territorio. Non male anche lo slalom di Paolo Guzzanti, nell’ordine: Pdl, Misto, Noi Sud, Misto, Popolo e Territorio, Misto, Iniziativa Liberale. C’è Domenico Scilipoti, il deputato-simbolo dell’ultima, tragica fase berlusconiana. C’è Luca Bellotti, che lasciava il Pdl per Fli: “Chiedo a Fini di fare come Mosè, portaci fuori dalle acque, basta padroni, portaci verso il futuro!“. Ed in men che non si dica rieccolo con B., premiato con un sottosegretariato: “E’ l’ora della responsabilità“. Non poteva naturalmente mancare Luca Barbareschi, anch’egli dal Pdl a Fli: “Per me il partito di Fini dev’essere un Fronte di Liberazione Nazionale, aderisco a Fli con lo stesso spirito con cui mio padre ha combattuto tra i Partigiani bianchi del Cln“. E dopo una sospetta, allucinante serie di smentite e controsmentite, eccolo nel gruppo Misto a supportare Berlusconi: “Il Cavaliere mi ha ringraziato per la coerenza“.
161 nomi, eccoli, tutti.
Tratto da nonleggerlo
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