Terremoto di magnitudo 5.9 alle ore 4.04. Sei morti, decine gli sfollati

E’ di sei morti il bilancio provvisorio della forte scossa di terremoto avvertita nella notte in tutto il Nord Italia. Le vittime sono tutte in Emilia Romagna, dove si è registrato l’epicentro del sisma di magnitudo 5.9, tra le provincie di Modena, Ferrara e Bologna. Si tratta di Tarik Naouch (29 anni) un operaio marocchino rimasto schiacciato sotto le travi della sua fabbrica, l’Ursa di Bondeno; di Nicola Cavicchi (un delegato Cisl), 35 anni, e Leonardo Ansaloni, di 50, che stavano lavorando nei forni della Ceramiche Sant’Agostino; infine Gerardo Cesaro, 54 anni, travolto dal crollo del tetto della fonderia di alluminio Tecopress, sempre a Sant’Agostino, dove stava svolgendo come le altre vittime del terremoto, il turno di notte. La quinta e la sesta vittima sono state uccise da un malore. Si tratta di una donna di 37 anni che viveva nel bolognese e una ultracentenaria nel bassa ferrarese. Circa cinquanta i feriti accertati fino ad ora, ma il numero potrebbe crescere. Inoltre anche il meteo non promette nulla di buono. Già in tarda mattinata la pioggiaha colpito i paesi coinvolti nel sisma e non dovrebbe diminuire fino almeno a domani mattina.

La scossa è stata registrata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia alle 4.04, seguita da almeno sei repliche: tra cui quella delle 5.02 da 5 gradi Richter. L’ipocentro nella pianura padana emiliana, a una decina di chilometri di profondità dal suolo, sempre nella stessa zona, in provincia di Modena, dove secondo le forze dell’ordine, intervenute per rispondere alle numerose chiamate ricevute dal pronto soccorso, assistere le abitazioni isolate ed estrarre coloro che sono rimasti schiacciati dalle macerie, si registrano una cinquantina di feriti non gravi.

San Felice sul Panaro, distrutta la rocca medievale. I danni principali si sono verificati a San Felice sul Panaro, dove è crollata la chiesa e si è distrutta la storia Rocca Estense risalente all’epoca alto medioevale. Non solo i monumenti simbolo della città sono stati gravemente danneggiati, la torre dell’orologio e la rocca, ma due palazzine del centro, una in via Frassoni e una in via Miari, sono state abbattute dal terremoto. L’intervento tempestivo di carabinieri, polizia e pompieri ha permesso di trarre in salvo tutti i residenti, che non hanno riportato gravi lesioni. Tra i superstiti anche una bambina, che è stata estratta viva dalle macerie della casa in cui viveva con la famiglia dopo che la madre aveva chiamato l’ospedale per chiedere aiuto, subito dopo la prima scossa di terremoto.

Finale Emilia, tutto il paese in strada. In strada anche gli abitanti di Finale Emilia, evacuati dalle proprie abitazioni dalla protezione civile. Molti di loro erano in lacrime davanti alle macerie del centro storico, altri al telefono nel tentativo di contattare i propri cari. “Ci siamo svegliati di soprassalto, con gli oggetti che ci crollavano addosso – ha raccontato un residente di Sorbara, paesino limitrofo, giunto in città per avere informazioni – la casa sembrava un castello di carta”. La terra ha continuato a tremare regolarmente per diverse ore, micro scosse di assestamento secondo i carabinieri, mentre la sirena d’allarme ancora suonava e i pompieri spegnevano l’incendio provocato dal crollo della torre dell’orologio, che ha investito alcune auto parcheggiate. Il sindaco di Finale ha dichiarato ai microfoni di Sky i punti in cui gli sfollati possono essere registrati e aiutati: area Mercatale e scuole medie Stadio.

Drammatica anche la situazione a Sant’Agostino vicino Ferrara: lesionato gravemente il palazzo comunale e altri edifici storici, una fuga di gas ha tagliato a metà  il paese, decine gli sfollati a cui la protezione civile sta cercando di dare riparo. A Mirandola ingenti i danni al duomo ed evacuato per precauzione l’ospedale cittadino, mentre i pazienti sono stati condotti a Carpi insieme ai feriti per ricevere assistenza. Nella storica piazza centrale di Crevalcore l’orologio si è fermato alle 4.06 e il campanile ha subito seri danni. A Galeazza è caduta la parte superiore della Torre del castello.

Errani: “Stato di emergenza nazionale”. Il governatore dell’Emilia Romagna, Vasco Errani, subito corso nei paesi travolti dalla scia sismica, ha sottolineato che “la priorità in questo momento è dare assistenza agli sfollati soprattutto perché nel pomeriggio si prevedono temporali nella zona colpita dal sisma. Stiamo chiedendo lo stato di emergenza nazionale, le scuole dei comuni colpiti rimarranno chiuse e nel frattempo verificheremo i danni”. Intanto dalla regione Toscana e dalla Lombardia è stato offerto aiuto per gli sfollati.

A Gabrielli pieni poteri per i soccorsi. Il presidente del consiglio, Mario Monti, ha ufficialmente conferito al capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, poteri per coordinare soccorsi. Il presidente della Repubblica ha espresso il suo dolore per la tragedia e per le sei vittime, oltre “al suo vivo apprezzamento a coloro che sono impegnati sul territorio nelle operazioni di soccorso e nella gestione dell’emergenza”.

A Ferrara gente in strada: “L’asfalto tremava sotto i piedi”. A Ferrara la grossa scossa iniziale è stata avvertita molto nitidamente non solo dai residenti ai piani alti ma anche dalle persone ancora in giro per il sabato sera. “Ha iniziato a tremare l’asfalto sotto i piedi”, raccontano in Piazza Trento Trieste che a pochi minuti dalla scossa più forte era già piena di gente, uscita dalle proprie abitazioni ancora in pigiama e in ciabatte. Fuori dagli alberghi gruppi di turisti spaventati, e intanto nell’aria le sirene delle autoambulanze, dei mezzi delle forze dell’ordine.

I danni riportati dalla città, sebbene non ancora quantificati, si notano passando lungo le strade del centro: diversi i cornicioni crollati a terra, calcinacci anche in piazza Savonarola e corso Martiri della Libertà provenienti presumibilmente dalla facciata del Castello Estense. Crollato a terra in corso Ercole I d’Este uno dei pesanti elementi architettonici che decorano il tetto del settecentesco palazzo dell’ex Borsa di Commercio. Anche in via Ripagrande e via Piangipane alcuni cornicioni sono caduti a terra. Dalla chiesa di Santa Maria in Vado è caduta la statua centrale della facciata, rappresentante la Madonna. Anche il fregio del portone di Palazzo Schifanoia sembra aver riportato dei danneggiamenti. Dal portone di ingresso del Parco Pareschi è rovinata una delle “guglie” decorative, colpendo in pieno una vettura parcheggiata nelle vicinanze. La macchina è stata completamente sfondata dall’urto.

I precedenti. Due forti scosse di terremoto, che non avevano provocato vittime ma danni e molta paura, avevano già colpito l’Emilia a fine gennaio, mercoledì 25 e venerdì 27. Nel primo caso l’epicentro del sisma, di magnitudo 4.9, era stato localizzato tra Brescello, Poviglio e Castelnovo Sotto, nel Reggiano; due giorni dopo, alle 15.53, un sisma di magnitudo 5.4 aveva avuto per epicentro l’Alto Appennino parmense, tra Corniglio, Berceto e Monchio delle Corti.

Due scosse forti, dunque, ma anche profonde, molto più di quella principale della scorsa notte: 33 chilometri la prima, ben 60,8 chilometri la seconda. Tra gli edifici più danneggiati da quelle due scosse ravvicinate ci fu la Reggia di Colorno; nella prima scossa rimase danneggiata anche la chiesa di Brescello, il paese di Peppone e don Camillo nella Bassa reggiana, dove alcuni calcinacci caddero in chiesa.

Ma nelle zone colpite questa notte per registrare precedenti storici di terremoto bisogna tornare a metà del 1700 o nel 1570.

Davide Turrini

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