Ricevo via mail e pubblico
Qui a Pescara abbiamo un problema, e non è il traffico, come per gli amici palermitani, secondo Johnny Stecchino.
Vado a memoria, perché sono troppo pigro per risalire alle fonti: anni (e anni) fa, un vecchio sindaco tale Casalini, sposò una donna di estrazione rom. Per accaparrarsi voti, assegnò abitazioni e residenza a tante famiglie rom. Adesso abbiamo, oltre ai classici accampamenti, interi quartieri a loro dedicati.
Ovviamente queste persone sono integrate perfettamente nel tessuto produttivo e sociale della città. Ovviamente tutti sono grandi lavoratori che rispettano tutte le regole del buon vivere.
Ironia mode off.
Adesso è successo che uno di loro, in una spedizione formata da 7 persone zingari, abbia ucciso con due colpi di pistola un ragazzo di ventiquattro anni, un ultrà del Pescara. Sembra che, non contento, lo abbia massacrato di botte con un casco mentre l’ultrà copriva il suo sangue (cit).
Il gruppo ultrà ha iniziato con il volantinaggio, continuando con manifestazioni tesissime, e con la caccia agli zingari con annessa sassaiola. Il questore ha detto che gli zingari adesso hanno paura.
La vittima era un piccolo malavitoso locale, non era certo uno stinco di santo. Storicamente anche le persone normali si sono dovute confrontare con i loro modi di fare, i loro soprusi; ci sono stati svariati episodi di violenza, spesso scatenati dal banale uagliò tu mi stì a uardà (giovanotto, mi stai guardando con un certo sguardo), fino ad accoltellamenti per motivi economici o di sopruso.
A questo punto mi chiedo (e vi chiedo) solo una cosa: ma se fosse stato ucciso un fruttivendolo, un metalmeccanico, un disoccupato, insomma qualcuno senza un gruppo forte e incazzato alle spalle, sarebbe successa la stessa cosa? Gli zingari che adesso subiscono le sassaiole avrebbero avuto la stessa paura?
In fondo, allora, è giusto far parte di qualche sorta di gruppo che difenda gli interessi personali? Insomma il gruppo ultrà non è una lobby, non è una corporazione, è solo un gruppo di persone con una fede in comune.
Però mi balla in mente sempre la stessa domanda: but what if…
Tutti sanno cosa sia un Campo Rom (senza mai esserci stati il più delle volte) ma molti conoscono il Campo Ultras anche se lo chiamano “stadio”.
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