Palermo, Ferrandelli ripudiato da IDV e SEL

Il responso dei garanti, che martedì sera avevano convalidato le primarie malgrado i brogli ravvisati nel seggio dello Zen, non è bastato a placare le polemiche. Il centrosinistra rimane spaccato a Palermo. Perché, a sorpresa, quattro dei cinque partiti che hanno partecipato alle burrascose consultazioni del 4 marzo non riconoscono la vittoria di Fabrizio Ferrandelli e chiedono una candidatura alternativa.

Che potrebbe essere, ancora, quella di Rita Borsellino, l´eurodeputata proposta da Bersani che era stata la grande sconfitta delle primarie. Adesso è caos, nel principale capoluogo interessato dalle amministrative del 6 e 7 maggio. Lo scenario palermitano si è trasformato in un´arena che imbarazza i vertici del Partito democratico. A cominciare dallo stesso segretario: «Si è creata una situazione complicata – afferma Bersani – ma per le scelte fatte non ho niente da rimproverarmi. Spero che il centrosinistra trovi coesione per non lasciare Palermo a una destra disastrosa».

Il Pd, in realtà, tenta di stringersi a difesa del lavoro dei garanti. «Riconosciamo il risultato ufficiale delle primarie, con l´affermazione di Ferrandelli, e lavoreremo affinché attorno a lui si formi uno schieramento forte e coeso», fa sapere in mattinata Davide Zoggia, responsabile Enti locali dei democratici.

Ma quella dell´unità si rivela ben presto un´utopia. Leoluca Orlando, che già all´indomani delle primarie è salito sull´Aventino, spinge Di Pietro a seguirlo sul suo terreno: i due firmano, assieme ad altri dirigenti di Idv, una nota che rende l´esito delle consultazioni carta straccia: «Il verdetto dei garanti conferma il grave inquinamento delle primarie, viste le innumerevoli accertate irregolarità e anomalie in molti seggi nonché l´evidente massiccio intervento di consensi d´apparato del centrodestra».

Italia dei Valori chiede alle altre forze della coalizione di candidare «chi possa rappresentare la parte migliore della città» e in questo senso fa un invito esplicito alla Borsellino affinché continui la corsa. L´eurodeputata, per conto suo, non chiude la porta, prendendo intanto le distanze da Ferrandelli: «Non servono vittorie a tavolino, tanto più se inquinate da inaccettabili comportamenti sul piano etico e su quello politico».

Nel pomeriggio, quando torna a riunirsi il tavolo del centrosinistra che dovrebbe solo prendere atto del lavoro dei garanti, la spaccatura viene formalizzata: sulla posizione di Idv vanno Sel, Verdi e Federazione della sinistra.

Punto e a capo. Le primarie che già hanno messo sulle spine il Pd a Genova, Milano, Cagliari e soprattutto Napoli (dove furono annullate), non smettono di creare problemi a Bersani. Anche perché Ferrandelli, all´ultima conta vincente con soli 126 voti di vantaggio sulla Borsellino, accusa Orlando e gli alleati della sinistra di «grave slealtà: chi non riconosce il risultato delle primarie – dice Ferrandelli – rompe il patto con i trentamila elettori che sono andati ai gazebo».

Dietro di lui ci sono big del Pd siciliano come Lumia, Cracolici, l´ex ministro Cardinale, insomma i “dissidenti” favorevoli all´alleanza con Lombardo alla Regione che sono passati all´incasso: costringendo alle dimissioni (già annunciate per maggio) il segretario regionale Giuseppe Lupo, uno degli sponsor della Borsellino. Ma l´ultima puntata della saga delle primarie è ancora da scrivere.

 

Emanuele Lauria e Sara Scarafia per “la Repubblica

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