ROMA – La cassa integrazione inizia il 2012 con un calo significativo, segnale di «una progressiva transizione verso la disoccupazione». Le 54.981.196 ore registrate a gennaio segnano un discesa sul mese precedente del -9,58% mentre sullo stesso mese dell’anno scorso la flessione è stata dell’8,46%. Numeri che nascondono 312 mila lavoratori coinvolti nei processi di cassa, con un taglio netto del reddito per circa 211 milioni di euro, pari a circa 675 euro per ogni singolo lavoratore. Sono questi alcuni dei dati che emergono dalle elaborazioni delle rilevazioni Inps da parte dell’Osservatorio Cig del dipartimento Settori produttivi della Cgil Nazionale nel rapporto di gennaio. E il segretario generale della Fiom Cgil, Maurizio Landini, bocca l’ipotesi di una stretta sulla cigs. «Sostituirla con l’indennità di disoccupazione – ha detto – è come aprire ai licenziamenti collettivi di fronte alle riorganizzazioni aziendali». Landini ha chiesto piuttosto di «estendere la cassa anche a chi non ce l’ha». «In una stagione difficile è prioritario mantenere gli ammortizzatori che abbiamo. Sull’ammortizzatore universale serve che il governo decida quali risorse rendere disponibili perchè sia finanziato altrimenti è solo una riduzione delle tutele e non un ampliamento», ha invece aggiunto il leader Cgil Susanna Camusso.
«Io spero che ci sia un’operazione per affrontare il vero tema del paese che è il lavoro e le tutele, invece di concentrarsi sull’idea di toglierlo con l’articolo 18». Il leader Cgil, Susanna Camusso, ribadisce, ad un’iniziativa del Pd a Napoli, l’obiettivo del confronto tra governo e parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro. «Il tema – sostiene Camusso – è il lavoro, la precarietà e gli ammortizzatori necessari per ricostruire un’uguaglianza nel mondo del lavoro».
LANDINI: “CON MODIFICHE NESSUNA FIRMA” Il segretario generale dei metalmeccanici di Corso d’Italia, Maurizio Landini, davanti all’assemblea dei delegati del sindacato sottolinea: «la Fiom e la Cgil hanno detto una cosa precisa, un accordo che modifica o interviene sull’art.18 la Cgil non lo firma». Al riguardo Landini ha aggiunto: «e se non si sigla un accordo ci si batte per modificarlo. Se abbiamo ancora l’art.18 è perchè nel 2002 la Cgil si è battuta per questo ed ha portato 3 milioni di persone in piazza». Secondo Landini «il problema in questo momento non è abbandonare o meno il tavolo, se si discute di riduzione della precarietà ed estensione degli ammortizzatori sociali ci dobbiamo essere». Ma, ha evidenziato, «l’art.18 non è una virgola, non è scambiabile e per noi condiziona l’accordo, che è positivo se non lo modifica». Quanto allo sciopero generale dei metalmeccanici indetto per il 9 marzo, Landini ha spiegato: «il comitato centrale della Fiom lo ha proclamato all’unanimità e con l’appoggio della Cgil e credo che per lo sciopero generale di tutte le categorie siamo nelle condizioni di poterci arrivare e di poterlo rivendicare».
BERSANI: “NON POSSIAMO SGUARNIRCI DI QUESTE STRUTTURE” «Bisogna traguardare da una fase nella quale ci sarà un’evoluzione universalistica degli ammortizzatori, ma metterla in una prospettiva perchè non possiamo sguarnirci quest’anno o il prossimo da strutture di cassintegrazione adeguate, con la crisi incombente». Lo dichiara il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, a Napoli per il convegno ‘Dal Sud con le donne ricostruiamo l’Italià. «Bisogna ragionare – spiega – con una progressività nella riforma, il punto vero è che c’è troppo poco lavoro e si deve aprire una discussione su come darlo, bisogna mettere in moto qualcosa che animi un pò l’economia e risponda alla recessione». Il tema vero, conclude, «è come dare un pò di lavoro, ma vedo che ci stiamo ancora girando attorno».
ANCHE LA CISL CONTRARIAAnche la Cisl è contraria all’ipotesi di cancellazione della cassa integrazione straordinaria e la sostituzione con un sussidio di disoccupazione. «Siamo contrari – ha detto all’Ansa il numero della Cisl, Raffaele Bonanni – alla cancellazione della cassa straordinaria, il ministro sa che vogliamo confermare il sistema degli ammortizzatori esistenti.
UIL: “NE PARLEREMO” In merito, è intervenuta anche la Uil. «Il ministro del Lavoro Elsa Fornero aveva già affermato che la Cigs sarebbe stata il principale strumento per affrontare questo periodo di crisi. Se ne parlerà nell’incontro di lunedì». Ad affermarlo in una nota è il leader della Uil, Luigi Angeletti.
CGIL: SITUAZIONE DIFFICILE «Una situazione che non consente ottimismi in un paese entrato nell’incubo della recessione», rileva il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, dalla lettura dei dati. Secondo il sindacalista, infatti, «alla riduzione della cassa c’è un contestuale aumento del livello di disoccupazione e di mobilità, così come il calo di quella in deroga è il segno della conclusione o della mancata approvazione dei finanziamenti delle regioni». Siamo in «piena emergenza», aggiunge, per questo «dobbiamo occuparci delle criticità dettate dalla crisi: dal garantire gli strumenti di tutela al dare risposta agli oltre 70 mila ‘esodatì che si trovano in una situazione disperata: senza lavoro, senza pensione e senza futuro».
IL DETTAGLIO Nel dettaglio dell’analisi della Cgil, il ricorso alla cassa integrazione ordinaria (cigo) frena a gennaio la sua riduzione e si attesta a un -1,41% sul mese precedente per un monte pari a 20.298.430. Sullo stesso mese del 2010 invece si registra un aumento del +11,08%. «Nella maggioranza dei settori – spiega il rapporto – torna ad aumentare la cigo e c’è da attendersi, molto probabilmente, un’impennata di questo strumento nel mese di febbraio in considerazione del maltempo che ha bloccato il Paese».
Per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria (cigs) le ore registrate a gennaio sono 21.401.025 per un -9,14% su dicembre mentre la riduzione tendenziale è del -9,92%. Infine la cassa integrazione in deroga (cigd) con le sue 13.281.741 ore di gennaio diminuisce sul mese precedente del -22,94% e del -26,34% sullo stesso mese del 2011. Tra i settori con il maggiore volume di ricorso alla cigd c’è il commercio con 4.232.197 ore, seguito dal settore meccanico con 3.041.325. Le regioni maggiormente esposte con la cassa in deroga in questo inizio d’anno sono il Veneto con 2.573.303 ore, la Lombardia con 2.085.739 ore e l’Emilia Romagna con 1.372.578 ore. Aumentano anche a gennaio le aziende che fanno ricorso ai decreti di cigs. Lo scorso mese sono stati 320 con un +29,03% su gennaio 2011 e riguardano 769 unità aziendali (+88,48% sull’anno passato). Si conferma anche in questo mese un aumento maggiore di richieste di decreti cigs da parte di gruppi industriali con insediamenti in più territori, piuttosto che di aziende presenti in un unico territorio. Torna ad aumentare il ricorso per crisi aziendale (+16,43%), che rappresenta il 50,94% del totale dei decreti, mentre frena il ricorso al fallimento -21,88%. Infine, sottolinea la Cgil, «gli interventi che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento strutturale delle aziende migliorano leggermente ma continuano ad essere una percentuale poco rilevante», solo il 13,76% del totale dei decreti.
CIG MAGGIORE AL NORD Le regioni del nord si segnalano ancora una volta per il ricorso più alto alla cassa integrazione. Dal rapporto della Cgil emerge che al primo posto per ore di cassa integrazione autorizzate a gennaio c’è la Lombardia con 13.540.763 ore che corrispondono a 76.936 lavoratori (prendendo in considerazione le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il Veneto con 7.224.165 ore di cig autorizzate per 41.046 lavoratori e il Piemonte con 7.210.557 ore per 40.969 persone. Nelle regioni del centro c’è il Lazio con 4.031.062 ore che coinvolgono 22.904 lavoratori. Mentre per il Mezzogiorno è la Campania la regione dove si segna il maggiore ricorso alla cig con 3.287.231 ore per 18.677 lavoratori. È la meccanica il settore in cui si conta il ricorso più alto allo strumento della cassa integrazione. Secondo il rapporto della Cgil, infatti, sul totale delle ore registrate a gennaio, la meccanica pesa per 18.417.935, coinvolgendo 104.647 lavoratori (prendendo come riferimento le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il settore del commercio con 5.211.017 ore di cig autorizzate per 29.608 lavoratori coinvolti e l’edilizia con 4.813.942 ore e 27.352 persone. Riguardo l’occupazione e i lavoratori in cig, a gennaio, considerando un ricorso medio alla cig, pari cioè al 50% del tempo lavorabile globale (2 settimane), sono coinvolti 624.786 lavoratori in cigo, cigs e in cigd. Se invece si considerano i lavoratori equivalenti a zero ore, pari a 4 settimane lavorative, si determina un’assenza completa dall’attività produttiva per 312.393 lavoratori, di cui 121 mila in cigs e 75 mila in cigd. Continua così a calare il reddito per migliaia di cassintegrati: dai calcoli dell’Osservatorio cig, si rileva come i lavoratori parzialmente tutelati dalla cig abbiano perso nel loro reddito 210.800.000 euro, pari a 675 euro per ogni singolo lavoratore.
Tratto da leggo.it
Be the first to comment on "Landini: “Senza CIGS, licenziamenti in massa!”"