Quante volte ancora Giulio?

Un racconto storiografico sulla vita di uno dei personaggi più influenti e potenti della nostra repubblica. Uno spettacolo per colludersi con la verità.

Il termine Verità indica una varietà di significati che esprimono un senso di accordo con la realtà. Giovanni Pascoli parlando dell’innocenza diceva: “Intendo per innocente non uno incapace di peccare, ma di peccare senza rimorso.” Verità e innocenza, questi sono i cardini dello spettacolo messo in scena da Giulio Cavalli accompagnato da Cisco, ex cantante dei Modena City Ramblers, al Teatro Dim di Castelnuovo del Garda. Parole che hanno un’importanza fondamentale nella vita di ogni uomo e nella società. Protagonista del racconto è l’onorevole Giulio Andreotti, principale esponente della democrazia cristiana e protagonista della vita politica italiana della seconda metà del ventesimo secolo, le sue frequentazioni mafiose e le sue bugie confessate.Una figura potente e misteriosa che custodisce molti dei più grandi misteri di questo paese. Beppe Grillo durante i suoi spettacoli ne parla così: “Quando Andreotti morirà e potranno toglierli la scatola nera dalla gobba, allora finalmente sapremo la verità di molte cose”. E’ la battuta di un comico, e come tale va presa ma come ha ribadito Cavalli il ruolo del giullare non è solo quello di divertire ma di rappresentare la realtà. Certo ognuno ha una sua verità, ma le prove fornite nel corso dello spettacolo, le testimonianze filmate e scritte rendono più facile per ognuno di noi riconoscere il giusto dallo sbagliato, la verità dalla menzogna. Una frase su tutte riassume lo spirito e il fine dello spettacolo. Cavalli prima di lasciare la scena saluta il pubblico dicendo: “Ora, che vi piaccia o meno, voi siete collusi con la verità!”.

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Cisco, quando è nata l’idea per questo spettacolo? Giulio da anni aveva in mente di fare questo spettacolo. Tempo fa quindi mi contatta per le musiche, visto che mi conosceva come ex Modena City Ramblers, e voleva riutilizzare alcuni pezzi come I cento passi Quarant’anni più altre musiche originali. Passano un paio di anni dove non ci siamo sentiti e nell’aprile del 2011 mi chiama e mi dice “Cisco, a maggio si va in scena. Hai preparato i pezzi?”. Io non avevo fatto niente fino a quel momento, allora lui mi ha mandato il testo scritto e ho iniziato a inserire alcuni pezzi ri-arrangiandoli e a comporne di nuovi. Quante volte Giulio e la Ninna nanna italiana che in qualche modo aprono e chiudono lo spettacolo sono stati realizzati per lo spettacolo, come anche I tempi siamo noi, un frammento che poi è stato inserito nel mio album appena uscito dal titolo Fuori i secondi. Man mano che andiamo avanti con lo spettacolo va sempre bene e migliora di sera in sera.

Giulio, cos’è che ti ha spinto a scrivere e a portare in scena questo spettacolo? Quando mi è successo quello che mi è successo, il 90 per cento delle persone pensano che finisci scortato a causa dei boss mafiosi. E finché non riesci a capire che il problema è di tipo politico, non ne esci. Un giorno discutevo con Giancarlo Caselli e Carlo Lucarelli sulla vicenda Andreotti e ragionavamo sul fatto che la vicenda è conosciuta in maniera approfondita dalle persone che si sono occupate direttamente della storia. Ma in generale Andreotti è considerato una persona innocente tra le persone normali e siccome il teatro è uno dei mondi dove riesci a raccontare queste cose, l’idea è nata da qui. Anche perché se capisci in cosa è colpevole Andreotti, riesci anche a riconoscere gli andreottismi di oggi.

 

Tratto da giuliocavalli.net

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