Dal primo gennaio 2012 Silvio Berlusconi può comprarsi il Corriere della Sera, o se preferisce Repubblica e La Stampa, e qualsiasi quotidiano italiano da unire al gruppo Mediaset. Operazione non facilissima, perché bisogna trovare i venditori. Però possibile per la legge.
Anche la Mondadori può acquistarsi un quotidiano, e qualche pensierino era stato fatto in passato sul Foglio di Giuliano Ferrara. Vero anche l’opposto: Rcs o Carlo De Benedetti se trovassero l’opportunità potrebbero acquistarsi quante reti televisive volessero e diventare primi attori anche in quel settore.
Non è un momento meraviglioso di mercato, ma anche per questo i prezzi sono assai più bassi di un tempo. La novità viene dal fatto che Mario Monti e i ministri del suo governo tecnico non hanno più inserito nel mille-proroghe di fine anno la proroga dei divieti di incrocio stampa-tv previsti dalla legge Gasparri che li mutuava dalla legge Mammì.
Una dimenticanza strana, e passata sotto silenzio assoluto delle forze politiche (Pd e Idv compresi) e perfino dell’Autorità antitrust che solo un anno fa strepitarono e tuonarono perché il governo aveva prorogato quel divieto per soli tre mesi. Così nel marzo scorso la proroga fu allungata fino a fine 2011.
Poi Berlusconi se ne è andato via da palazzo Chigi e a nessuno importa più nulla del conflitto di interessi e di quello che definivano lo strapotere mediatico del Cavaliere. Oppure Monti in tema di liberalizzazioni ha deciso di liberalizzare anche il mercato dell’editoria.
Franco Bechis per Libero
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