Oggi la bomba. Ieri le manifestazioni. E domani?
Le tasse non sono mai state simpatiche a nessuno e il delicato rapporto di fiducia che nelle moderne democrazie lega le amministrazioni e i contribuenti varia nella sua intensità con il variare dei paesi e delle culture senza riuscire a farne una questione piacevole. Universalmente ancora più invisa è la figura del gabelliere, la mano che per conto dell’amministrazione che fruga nelle tasche e nelle cose del debitore per trarne il dovuto.
IL GABELLIERE – Oggi nel nostro paese il gabelliere ha l’immagine e la sostanza di Equitalia, l’agenzia nazionale di riscossione dei tributi. Un’istituzione sacrosanta, la creazione della quale ha strappato i proventi e il flusso di cassa delle riscossioni alle banche, ma anche un’istituzione che fatica a trovare la misura del suo operare in un contesto confuso come quello italiano. Il lavoro di Equitalia comincia con il ricevimento della comunicazione di un tributo non pagato e finisce con la riscossione del suo importo. Nel mezzo Equitalia oggi può fare quasi quello che vuole e con grande velocità, arrivando addirittura a bruciare i tempi prescritti dalla legge per le notifiche. Può imporre vincoli su beni mobili e immobili registrati, pescare dai conti correnti, ma anche mettere sotto sequestro intere aziende. Poteri non dissimili a quelli di altre agenzie del genere, in altri paesi che però hanno avuto un impatto devastante con il sistema italiano. La concessione dei super poteri a Equitalia corrisponde sicuramente all’esigenza di fare cassa, ma la loro legittimità come il loro impatto sull’economia è fortemente discussa, soprattutto perché Equitalia opera su una scala temporale del tutto aliena al resto del sistema che l’alimenta e perché le nuove procedure ledono con preoccupante frequenza il diritto alla difesa e al ricorso dei cittadini.
IL RICORSO – Il cittadino onesto e diligente che sia investito da una contestazione di Equitalia può scegliere se pagare subito tutto o fare ricorso, depositando un terzo del richiesto, garantendosi così alcuni mesi di sospensione del provvedimento, spesso insufficienti per portare a termine un ricorso oneroso in termini economici. L’introduzione della possibilità di auto-certificazione nel ricorso in un secondo tempo, è poi stata pubblicizzata così poco da risultare conosciuta solo agli specialisti. Inevitabile quindi che la costituzione di Equitalia si sia trasformata a breve nella creazione di un mostro, che ci ha messo pure del suo emettendo migliaia di cartelle pazze che hanno fatto impazzire migliaia di contribuenti alle prese con le draconiane procedure di recupero del credito, quando non hanno devastato attività commerciali congelandole dalla sera alla mattina a causa di fantasiose cartelle milionarie o quando non si sono abbattute su settori o regioni in crisi, acuendo la crisi di chi pur volendo pagare le tasse si è trovato nell’impossibilità di farlo.
LA VELOCITA’ – Equitalia viaggia alla velocità delle moderne procedure informatizzate, i suoi impiegati possono mettere un’ipoteca su un’auto come su una casa senza bisogno di scomodare giudici e messi, spingono il tasto invio e al catasto come alla motorizzazione quei beni diventano immediatamente ipotecati, perdono di valore come garanzia nel caso che che siano oggetto di un mutuo, mentre al valore del debito verso lo stato si aggiungono interessi, spese e burocrazia ulteriore per liberare i beni da questi pesi una volta pagato il debito. Procedure che possono arrivare a gonfiare di molto il debito iniziale, a volte persino più del lecito. Molto più lentamente viaggia il sistema tributario, che ha un inevaso ciclopico di ricorsi e processi, nelle more del quale le amministrazioni possono passare le loro richieste a Equitalia e chiedere di tutto, spesso anche il non dovuto.
CASI RACCAPRICCIANTI – Si sono così verificati casi raccapriccianti, che hanno portato alla rivolta intere regioni, nelle quali evidentemente le divisioni locali di Equitalia hanno brillato per inettitudine ed aggressività, impattando malamente nelle aree tradizionalmente più inclini all’evasione come in quelle più virtuose, dove i danni procurati ai contribuenti onesti hanno fatto precipitare l’immagine dell’agenzia anche presso quanti ritengono doveroso pagare i tributi. Era inevitabile che i super poteri, generosamente concessi da Tremonti che stava raschiando il fondo del barile, avrebbero avuto una pessima accoglienza in un paese caratterizzato da un alto livello d’evasione fiscale, per di più un paese nel quale il leader del principale partito e più volte Presidente del Consiglio ha fatto le sue fortune vestendo i panni del nemico delle tasse.
EVASORI DE CHE? – Ma Equitalia non stana gli evasori, Equitalia esige solo i tributi da quelli che non li hanno pagati pur dovendo e anche tra quelli che non li hanno pagati perché non sono stati loro notificati, oltre ai ricordati casi delle illegittime cartelle pazze, somme che possono essere riscosse anche senza abusare dei super poteri e senza porre a carico dei cittadini percorsi burocratici punitivi o spese ingenti per i ricorsi. Fenomeni che con la loro presenza tengono ben lontana Equitalia dal potersi dire parte integrante del “fisco del 2000”, inteso come macchina burocratica moderna ed efficiente e hanno invece convinto una buona parte dei contribuenti onesti che Equitalia sia un mostro infernale, longa manus di un potere ottuso e rapinoso. Alle tradizionali ed estese contumelie si sono uniti presto parecchi politici in cerca di facili consensi, che in poco tempo hanno poi fatto di Equitalia un capro espiatorio esemplare utile a molti.
EQUITALIA E LA POLITICA – I partiti più filosoficamente e culturalmente vicini all’evasione fiscale hanno addirittura attribuito alle gesta di Equitalia la caduta del governo Berlusconi, con la Lega che ormai ne ha fatto il bersaglio preferito contro il quale scagliarsi in nome degli interessi dei lumbard inseguiti dai gabellieri di Roma ladrona. Quasi naturale quindi l’epilogo odierno, con una delle tane del mostro oggetto di un attentato esplosivo dalla matrice ancora ignota. Mai come in questo caso potrebbe essere stato chiunque, c’è solo l’imbarazzo della scelta, dai milioni d’italiani aizzati contro Equitalia da quegli stessi che ne hanno istituzionalizzato gli abusi, fino ai gruppi anticapitalisti o anarchici che potrebbero riconoscervi facilmente uno strumento dell’oppressione. Probabilmente nemmeno la bomba riuscirà a invogliare il governo tecnico a mettere mano alle regole che sovraintendono l’operato di Equitalia e al resto della macchina fiscale armonizzandole e chiudendo gli evidenti strappi nelle procedure, pertanto difficilmente la situazione migliorerà a breve. L’attesa per un sistema fiscale moderno, equo e amichevole nei confronti del contribuente è destinata a protrarsi a lungo, almeno fino a che durerà la programmazione di “ Tutti contro Equitalia” sui nostri schermi.
Mazzetta
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