ROMA – La Fiom va verso lo sciopero generale di tutti i metalmeccanici per venerdì 16 dicembre. La proposta è arrivata dal segretario generale Maurizio Landini al Comitato centrale di oggi. Lo sciopero di quattro ore proposto da Landini è contro la decisione della Fiat di uscire dal contratto nazionale di categoria e di applicare a tutti gli 86.000 dipendenti del Gruppo l’accordo dello stabilimento di Pomigliano.
«La decisione di Fiat di disdettare i contratti nazionali ed aziendali è un fatto grave – dice Landini – e domani non mi sembra ci potranno essere particolari spazi per discutere delle sue scelte.
Vedremo, siamo sempre pronti a farci stupire ma sul tavolo non c’è semplicemente la ricerca di un accordo su un nuovo contratto nazionale ma c’è la cancellazione di un contratto per applicarne uno proprio e prevedere che i delegati non siano più eletti ma nominati solo dai sindacati firmatari e che i diritti previsti dallo statuto siano aboliti, dai contributi sindacali alla saletta, alla bacheca». Sul tavolo l’esame di un nuovo contratto da applicare in tutti gli stabilimenti su cui la Fiom ha pochi dubbi: si tratterà di estendere l’intesa su Pomigliano che le tute blu non hanno siglato né sigleranno mai. Non solo; anche l’ipotesi di un “accordo-ponte”, caldeggiato da Fim e Uilm sembra alla Fiom lontano dal potersi realizzare.
«Viene raccontato che sarebbero pronti ad un “accordo ponte” con scadenza 2012, ma secondo noi non è questa l’intenzione di Fiat che è uscita da Confindustria per applicare solo il proprio contratto. Se passa la logica che un gruppo industriale può uscire dal contratto e decidere quali siano i sindacati che possono esistere e quali no, è grave. E il fatto che questo avvenga con la firma degli altri sindacati, lo è ancora di più. L’estensione dell’accordo di Pomigliano modifica il carattere confederale del sindacato stesso e crea un sistema di relazioni sindacali chiuso, poggiato su una idea corporativa dei sindacati che ne fanno parte». Landini peraltro, non esclude l’arrivo «di altre lettere da parte di altri gruppi industriali che recedano dal contratto nazionale del 2008», a cominciare da Finmeccanica e Fincantieri. La partita con Fiat, comunque, ribadisce Landini «non è chiusa, è ancora aperta e se fosse possibile riavviare una trattativa che riprendesse il contratto nazionale, noi siamo pronti».
Cgil: no Pomigliano, ma su basi nuove è possibile un confronto. «La Cgil non può accettare la riproposizione del contratto di Pomigliano, ma se la Fiat si presentasse domani senza pregiudizi e con un piano chiaro sulle prospettive del gruppo sarebbe possibile avviare una discussione sulle questioni contrattuali»: lo ha detto il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, nell’intervento al Comitato centrale della Fiom, alla vigilia dell’incontro che si terrà martedì a Torino tra la Fiat e i sindacati dei metalmeccanici per iniziare a discutere del nuovo contratto per l’auto. «Non è possibile – dice Scudiere – che il sindacato maggiormente rappresentativo sia escluso.
Noi siamo per il pluralismo ed è quindi inaccettabile, se si dovesse riproporre il modello Pomigliano, impedire il libero esercizio democratico e la possibilità per i lavoratori di farsi rappresentare dal sindacato che vogliono». Scudiere ha però aggiunto che se nel corso dell’incontro di domani «ci trovassimo di fronte un’azienda dalle idee chiare in termini di prospettive e piani industriali, sarebbe possibile una discussione sulle prospettive contrattuali. Va trovata una via d’uscita, la Cgil e la Fiom insieme su come affrontare il problema della rappresentanza in fabbrica. Sarà una battaglia difficile e la scommessa è alta ma bisogna trovare necessariamente una soluzione di carattere contrattuale».
Uilm: si può avviare un buon negoziato. «Sono convinto che domani con Fiat si riuscirà ad intavolare un buon negoziato per dare ai lavoratori del gruppo un buon contratto di lavoro, migliore dal punto di vista normativo ed economico rispetto a quello che avevano prima» dice il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella – Purtroppo, temo che la Fiom, invece di partecipare alla trattativa col medesimo obiettivo unito a indispensabile senso di responsabilità voglia usare la sede del confronto sindacale come palcoscenico per replicare quanto già espresso oggi nel corso del suo comitato centrale.
Se gli argomenti sono quelli usati oggi nella relazione di Landini al parlamentino dei metalmeccanici della Cgil, assisteremo al consueto copione già visto a Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco. Da una parte la Fiom che predice la fine del mondo con scioperi ad oltranza e pittoresche casse di resistenza. Dall’altra parte azienda e sindacati che si assumeranno l’onere di garantire un buon contratto agli addetti della casa automobilistica e a tutelare le produzioni collegate sul territorio nazionale. Sviluppo e crescita, di cui ha tanto bisogno il Paese, si concretizzano così.
Chi fa propaganda rimane in mezzo al guado».
Aritocolo tratto da ilmessaggero.it
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