Chiusa la lunga parentesi Berlusconiana, l’Italia deve guardare avanti … ma con il governo Monti cosa ci aspetta? Ecco le probabili mosse per “risanare” i conti del paese e far ripartire l’economia (o almeno è quello che si spera):
LA CRESCITA.
Nella lettera arrivata da Francoforte lo scorso agosto l’Eurotower parlava in primo luogo dell’esigenza ”di misure significative per accrescere il potenziale di crescita”. Si tratta di un punto centrale, anche alla luce delle nuove stime della Commissione Ue, che vedono un Pil in crescita dello 0,5% nel 2011 e appena dello 0,1% nel 2012. Sul tema sono ovviamente tutti d’accordo, anche se ognuno ha la propria ‘ricetta’.
LE PENSIONI.
La pratica ‘vecchiaia’ è già stata affrontata dalla Legge di stabilità appena varata: dal 2026 si andrà in pensione a 67 anni e dal 2050 a 70 anni. Ma il nuovo governo potrebbe concentrarsi anche sull’altro grande pilastro, quello degli assegni di anzianità, finora protetti con particolare vigore dalla Lega: il commissario Olli Rehn ha chiarito infatti che su questo l’Italia deve fare di più. Se Pdl e Terzo polo sono favorevoli a una stretta sugli assegni di anzianità, meno omogenea è la posizione del Pd, mentre l’Idv appare contrario.
LICENZIAMENTI E LAVORO.
La Legge di stabilità contiene alcune agevolazioni per donne e giovani, ma le richieste della Bce erano ben altre: in particolare, si chiedeva di adottare ”una accurata revisione delle norme che regolano l’assunzione e il licenziamento dei dipendenti”. Nella lettera all’Unione europea, del resto, il governo Berlusconi si era impegnato a rendere più flessibile il mercato anche rendendo possibili i licenziamenti ”per motivi economici” e il commissario Rehn chiede su questo delucidazioni. Pdl e Terzo polo sono favorevoli a una maggiore flessibilità, il Pd punta all’intesa tra le parti sociali del 28 giugno e l’Idv è contrario.
FISCO.
La riforma fiscale-assistenziale è solo un tassello, ma l’Unione europea chiede altro: in particolare, sul tavolo figurano lo spostamento della tassazione dal lavoro ai consumi e alla proprietà immobiliare. Da questo punto di vista, un’ipotesi che potrebbe essere presa in considerazione, come auspicato dalla Banca d’Italia, è la reintroduzione dell’Ici. La patrimoniale appare uno dei temi che uniscono, più che dividere: sebbene con diverse gradazioni e modalità, non c’è un’opposizione pregiudiziale da parte di nessuno, anche se le maggiori resistente sono all’interno del Pdl.
LIBERALIZZAZIONI.
E’ uno dei punti centrali per riavviare un percorso di crescita. Insieme alle privatizzazioni, vengono citate sia nella lettera della Bce, sia in quella inviata a Bruxelles dal precedente governo. La legge di stabilità assegna al Governo la possibilità di esercitare un potere sostitutivo rispetto a quegli enti locali che non dovessero procedere all’apertura del mercato e annulla le tariffe minime dei professionisti. Sul tema, tuttavia, il nuovo governo avrà molto da fare, per mettere in pratica le intenzioni. Anche sul fronte liberalizzazioni le posizioni sono diversificate, ma nessuna formazione politica dice no.
TAGLIO AI COSTI DELLA POLITICA.
Uno dei capitoli più spinosi ma più urgenti, che è però tutto da scrivere. Dall’abolizione delle province alla riduzione del numero di parlamentari.
MODERNIZZAZIONE P.A.
L’Unione europea spinge molto su questo settore, sia dal punto di vista della mobilità del personale che dell’implementazione della riforma Brunetta
Tratto da Stop Censura
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