Con una nuova legge elettorale il recupero di Pdl e Lega sarà sempre più difficile. Il maggioritario rafforza il centrosinistra
Il referendum che mira a cancellare l’attuale legge elettorale e a reintrodurre il cosiddetto Mattarellum, in vigore dal 1993 al 2005, suona come un campanello d’allarme per Silvio Berlusconi, il suo Pdl e la sua coalizione. Il Porcellum che i quesiti referendari vogliono abolire, cucito su misura per lo schieramento di centrodestra, è, infatti, di gran lunga il sistema di voto che può dare maggiori chances di giocarsi il successo a Cavaliere ed alleati.
PORCELLUM VS MATTARELLUM – Lo dicono i numeri, sia le ultime cifre diffuse dai sondaggisti circa le intenzioni di voto degli italiani, sia i risultati delle ultime elezioni Politiche in cui siamo stati chiamati a scegliere i nostri rappresentanti in Parlamento attraverso il Mattarellum (le tornate del ’96 e del 2011). I dati che emergono oggi parlano di un centrodestra nettamente in calo rispetto ai mesi scorsi, quelli relativi alle precedenti tornate elettorali lo descrivono favorito da una competizione in cui vige la regola del proporzionale, come sancisce il Porcellum, ma svantaggiato da una gara combattuta nei collegi uninominali, eventualità auspicata dai promotori del referendum. Il ritorno al vecchio sistema elettorale, insomma, comprometterebbe maggiormente la già critica situazione elettorale di Pdl e Lega.
LA DESTRA AMA IL PROPORZIONALE – Nel 1996 L’Ulivo guidato da Romano Prodi nei collegi uninominali si impose col 42,16% dei voti , contro il 40,29 del centrodestra berlusconiano orfano della Lega. Il gap era ad 1,87 punti. Nella parte proporzionale il divario (tra la somma dei voti ottenuti dalle liste che sostenevano i due schieramenti) si ridusse ad 1,2 punti. Un soffio. Nel 2001 la Casa delle Libertà del Cavaliere nei collegi uninominali prevalse di 2,42 punti (45,57% contro il 43,15). Al proporzionale il distacco aumentò a 9 punti percentuali (considerando nel centrosinistra finanche i consensi di Rifondazione Comunista, che alla Camera non presentò propri candidati per la quota maggioritaria). Fu 49,5 (Fi, An, Ccd-Cdu, Lega Nord, Nuovo Psi) a 40,5 (Ds, Prc, Margherita, Girasole, PdCI, Svp).
PDL IN AFFANNO – E’ una tendenza, la maggior propensione al proporzionale, che spiega in parte il perchè dell’arroccamento di Pdl e Lega sul Porcellum, una legge che, oltretutto, favorisce, grazie alla sostanziale nomina di deputati e senatori, i partiti meno radicati sul territorio. Proprio come il Pdl, maggiormente legato alla figura del leader nazionale. E’ un gap, quello maturato tra centrosinistra e centrodestra nelle ultime settimane, ancor più allarmante se considerato alla luce dell’ottimo stato di avanzamento della raccolta firme per il referendum che, oltre alla legge elettorale attualmente in vigore, potrebbe portare via con sè tutte le certezze numeriche del Pdl. Recuperare consensi ed imporsi con il Mattarellum o qualsiasi altra proposta in senso maggioritario (il Pd pensa al doppio turno alla francese) sarà ancora più difficile. Vediamo i dati.
IPR: CENTRODX A -6,5 – Secondo la rilevazione effettuata da Ipr Marketing per il Tg3 tra il 5 e il 6 settembre Popolo della Libertà e Lega Nord, insieme, si fermano al 35,5% del consenso degli italiani. Mentre Partito Democratico, Italia dei Valori e Sinistra Ecologia Libertà otterrebbero il 40,5% dei voti (rispettivamente il 27,5, il 6 e il 7%). Il divario di 5 punti percentuali tra le due coalizioni – dicono i dati di Ipr – salirebbe a quota 6,5 se ai partiti di Bersani, Di Pietro e Vendola si aggiungono il Psi (1%), i Verdi (1%) e i Radicali (1,5%) e alla coalizione di Bossi e Berlusconi gli altri movimenti di centrodestra (segnalati al 2,5%). Un mese fa per lo stesso istituto di ricerca il distacco tra i due schieramenti era di 4 punti (inferiore di 2,5 punti rispetto ad oggi). Nel dicembre 2010 segnalava Pdl e Lega a +3,5.
DEMOS&PI: DISTACCO DI 8,7 PUNTI -Per Demos&Pi il divario è ancora più ampio: 8,7 punti percentuali separano le coalizioni guidate da Pd e Pdl, dice il sondaggio realizzato per Repubblica tra il 30 agosto e il primo settembre. Il centrodestra si ferma al 35,3 (il Pdl sarebbe al 25,5% e La Lega al 9,8%), mentre il centrosinistra sale al 44% (con il Pd al 25,5%, l’Idv al 9,2, Sel al 5,3). A febbraio 2011, per Demos%Pi, il divario tra coalizioni era di 6,1. A febbraio, invece, era il centrodestra ad essere in vantaggio. Di 0,6 punti.
SWG: IL GAP A QUOTA 4,5 – Lo stesso trend è descritto dalle cifre pubblicate da Swg (interviste realizzate dal 30 agosto al 5 settembre). La sfida tra gli schieramenti segnala un gap di 4,5 punti tra i due competitor: centrosinistra al 38% (Pd al 24,5, Idv al 6,5 e Sel al 7), e centrodestra al 33,5% (Pdl al 24,5 e Lega al 9). Considerando gli “altri” alleati del Pd (2%), La Destra di Storace (1,5%) e gli “altri” partiti associati al Pdl (1,5%), il divario scende a 3,5 punti. A marzo, per l’autore del sondaggio, era testa a testa (41 pari).
POPOLARITA’ A PICCO – Anche in termini di popolarità i numeri, per Silvio e soci, non forniscono informazioni incoraggianti. Crespi Ricerche ha provato a chiedere ad un campione di cittadini elettori quali politici gli ispirano fiducia. Il leader della Lega Umberto Bossi (20%) e il segretario politico del Pdl Angelino Alfano (24%) hanno ottenuto i tassi di gradimento più bassi. Superati da Nichi Vendola (40%), Pierluigi Bersani (39%), Pierferdinando Casini (39%), Gianfranco Fini (35%), Antonio Di Pietro (35%) e Marco Pannella (29%). Tentare il recupero, stavolta, sembra davvero difficile.
Donato De Sena
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