Adesso tocca a lui. Dopo aver “sistemato” il Trota, anche il fratello minore Roberto Libertà sarebbe pronto a un incarico all’interno della Lega. Il ragazzo, che vedete nella foto qui a sinistra, sembrava avesse ambizioni diverse: il padre giurava che voleva fare il contadino. Ma si vede che la vita dei campi era meno gradevole del richiamo della foresta politica. Ed ecco che è cominciata la guerra nella Lega tra le due fazioni:
Opposte fazioni che si fronteggiano pericolosamente in vista dei due congressi provinciali per ora fissati (Brescia e Varese). Malumori montanti contro l’annunciata promozione di un altro pargolo di Umberto Bossi: Roberto Libertà, fratello minore di Renzo-Trota. E, ovviamente, il tentativo di blitz — fallito — contro il sindaco di Verona Flavio Tosi, su cui ieri è pesata addirittura la minaccia di espulsione. Insomma, veleni che scorrono a fiumi nella Lega, e proprio alla vigila del raduno di Venezia in programma domenica, l’appuntamento politico più importante (insieme a Pontida) per il popolo del Carroccio.
Scrive Rodolfo Sala che in Lega si potrebbe arrivare presto agli stracci:
Malgrado i segnali di unità filtrati ieri da via Bellerio, la lotta interna continua come e più di prima. Una delle ultime novità è il battesimo sul web della «Velina verde», che così si definisce: «Una pagina di informazione per tornare alle origini della Lega Nord», a quella «dura e pura di Bossi». Nessuna paternità ufficiale, ma ciò che scrivono i velinari verdi ripropone, con toni ancora più accesi, la summa dell’anti-maronismo che serpeggia nel partito, soprattutto a Varese. Si parla di «patto di acciaio» tra un esponente dell’associazione Terra insubre (già “bastonata” l’anno scorso da Bossi a Pontida) e il ministro dell’Interno. Un patto che si baserebbe «sul controllo delle tessere» e su un florido mercato delle consulenze attribuite da amministrazioni controllate dai maroniani agli amici degli amici.
Ovviamente la paternità del sito è già stata attribuita dagli amici del titolare del Viminale a quel Cerchio magico che ha come nemico numero uno proprio Maroni:
In questo clima da lunghi coltelli si stanno preparando i due congressi provinciali fissati in Lombardia. Domenica sono stati eletti i delegati che voteranno a quello di Brescia, che si terrà ai primi di ottobre. Nessuna mediazione, candidature contrapposte, maroniani contro amici del Trota, che proprio nel Bresciano è stato eletto in consiglio regionale. Stanno prevalendo i primi, che schierano il vicesindaco di Brescia Fabio Rolfi. L’altro candidato è il giovane Mattia Capitanio, sospinto da Renzo Bossi, dall’assessore regionale Monica Rizzi (indagata per attività di dossieraggio ai danni di avversari interni) e dal peresidente della Provincia Saniele Molgora. Sempre nel Bresciano, ma in Valcamonica, che fa però un congresso a parte, una settimana fa il direttivo della Lega ha tenuto una riunione infuocata, dove sono rimbalzati attacchi espliciti al “Trota” e alla Rizzi: «Sono venuti qui a prendere i voti, e poi non si sono fatti più vedere».
Acque agitate anche a Varese, dove non sembra affatto tenere l’ipotesi di mediazione tra le due anime tentata nelle scorse settimane:
Soprattutto dopo la sconfessione del sindaco Attilio Fontana (maroniano) decretata ieri al “federale” con il divieto ai primi cittadini leghisti di partecipare a manifestazioni dell’Anci (Fontana è il presidente lombardo dell’associazione). E sarà lotta dura, e all’ultimo voto, anche in Veneto, dove l’altro “eretico”, il sindaco Flavio Tosi, ha già vinto il congresso provinciale nella sua Verona e si prepara a scalare la segreteria regionale ora guidato da Gian Paolo Gobbo. Infine un altro caso di «chiarissimo nepotismo», come lo definisce qualcuno nella Lega. Bossi starebbe pensando di affidare un incarico politico a suo figlio Roberto Libertà, di qualche anno più giovane di Renzo. Lo riterrebbe adatto a gestire il trasferimento di alcuni ministeri a Monza (dove il Senatùr ieri ha incontrato i presidenti di Provincia leghisti: insomma, una riunione di partito). Dopo Renzo, Robertino: evidentemente le doti politiche si trasmettono per via ereditaria. A parecchi leghisti — e sono sempre di più — è sembrato troppo. Ma questo passa il convento.
Dario Ferri
Be the first to comment on "Lega ladrona: dopo il Trota arriva Roberto!"