Un comma nella nuova manovra finanziaria concede 6 mesi di impunità garantita alle imprese: scontrini, lavoro regolare, correttezza? Scordatevele
Che questo governo sia particolarmente teso a proteggere gli interessi di alcune categorie a discapito della collettività non è una notizia, ma tali e tante sono le sue iniziative in questa direzione che spesso alcune sfuggono all’attenzione, anche se la loro ratio appare al limite del favoreggiamento criminale.
I NUOVI CONTROLLI – È il caso di alcune norme contenute nell’ultima finanziaria (Legge 12 luglio 2011, n. 106), segnatamente all’articolo 7, che introducono una nuova disciplina dei controlli alle imprese. Al comma 1 dell’articolo si stabilisce infatti che: “,il controllo amministrativo in forma d’accesso da parte di qualsiasi autorità competente deve essere unificato, può essere operato al massimo con cadenza semestrale, non può durare più di quindici giorni.” I commi seguenti impongono alle pubbliche amministrazioni di “coordinarsi” nei controlli al fine di evitare la turbativa del lavoro delle attività commerciali e al comma quattro stabiliscono addirittura che: ” Gli atti e i provvedimenti, anche sanzionatori adottati in violazione delle disposizioni di cui ai numeri 1) – 3) costituiscono per i dipendenti pubblici che li hanno adottati, illecito disciplinare.”
NON VEDO, NON SENTO, NON PARLO – Un’impresa che abbia ricevuto una qualsiasi visita di controllo da parte di qualsiasi organo pubblico, o un accertamento dell’Agenzia delle Entrate, potrà anche smettere di battere scontrini per i seguenti sei mesi o anche impiegare lavoratori in nero, perchè sono legittimi i controlli sulla sicurezza del lavoro, ma non gli altri e quindi, se anche qualcuno rilevasse queste infrazioni nel corso di un controllo pur legittimo, non potrebbe sanzionarle e dovrebbe far finta di non vederle. Eventuali multe e sanzioni sono nulle e chi ha effettuato il controllo è destinato ad essere punito. Lo stesso dicasi per il commerciante che usa bilance truccate, truffa sulla tara, usa cartelli dei prezzi illegali, vende merce mentendo sulla sua origine e qualità o si allarga nell’occupazione del suolo pubblico e nell’esposizione massiccia di cartelli pubblicitari al di fuori dell’esercizio o ancora che trasgredisce la normativa sui saldi. La truffa è di fatto legalizzata.
LO SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE – Solo se e quando l’impresa o il commerciante mettano in pericolo la salute pubblica o commettano qualche reato possono essere soggetti a controllo e a sanzione, altrimenti per le trasgressioni amministrative avranno mano libera per i sei mesi successivi a qualsiasi controllo, persino a quelli che li trovassero in flagrante infrazione. Quella della punizione dell’ufficiale accertatore è un’assoluta novità, l’introduzione della quale spiega bene lo spirito di una legge concepita evidentemente per favorire le attività commerciali, ben oltre il dichiarato spirito della legge, che si dice emanata “al fine di ridurre al massimo la turbativa nell’esercizio delle attività delle imprese“. Si tratta invece evidentemente di una licenza d’impunità e il richiamo a Direttive e Raccomandazioni europee e addirittura alla Costituzione contenute nella legge, sono solo specchietti per le allodole, visto che nessuna delle leggi o Raccomandazioni chiamate in causa autorizza o impone una cosa del genere
INCOSTITUZIONALE? – Uno scandalo che ha ben pochi precedenti e che è passato del tutto inosservato, un’immunità concessa ancora una volta a una precisa categoria di cittadini per la quale il governo ha un evidente occhio di riguardo e che con l’introduzione della Finanziaria ha guadagnato di fatto l’immunità dagli accertamenti fiscali e dalle leggi sul commercio, visto che anche il più banale e insignificante degli accertamenti si tradurrà, per le grandi aziende come per piccoli commercianti, nell’assoluta immunità da controlli e sanzioni per i sei mesi successivi. La legge fra l’altro appare incostituzionale dove introduce un’evidente discriminazione tra cittadini, visto che per il resto degli italiani non vale e che chi dovesse subire un qualsiasi controllo amministrativo non acquista uguale diritto a non essere “turbato”. Ed è in questo raffronto che risalta ancora di più l’assurdità del provvedimento, che traslato sul comune cittadino equivarrebbe ad esempio all’immunità per sei mesi dalle regole del Codice della Strada e dal resto delle prescrizioni amministrative per tutti i cittadini che ricevessero una qualsiasi multa o un qualsiasi accertamento, anche solo il controllo del biglietto a bordo di un autobus.
Mazzetta
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