Non si placa la polemica sui costi della politica. Ma quanto conviene mangiare nei ristoranti degli onorevoli?
Non si può dire che non sia stata una vera e propria bomba: lo è stata, di sicuro, la pubblicazione su Facebook del menu del ristorante del Senato, fotografato, scansionato e messo online, prima di venir ripreso dai giornali di tutta Italia – dopo che è stato rilanciato su queste pagine, invero. E la polemica anticasta ha così ripreso quota: dopo mesi, anni in cui la popolazione italiana ha avuto tutti gli elementi per lamentarsi di una classe politica spendacciona e interessata, apparentemente, solo ai propri privilegi, la pubblicazione del listino prezzi del ristorante dei Senatori ha trovato terreno già ben fertile per esplodere in tutta la sua potenza. Non che gli elementi manchino per diventare furiosi: i prezzi con cui gli onorevoli italiani consumano un pasto completo sono davvero di favore.
IL RISTORANTE DEI PARLAMENTARI – Secondo alcuni, si tratterebbe in realtà di prezzi rintracciabili in una qualsiasi mensa aziendale, e dunque lo scandalo di questi giorni sarebbe ampiamente gonfiato. Sta di fatto che al Senato si consuma un ottimo pasto con 5 euro e, se si vuole esagerare e mangiare dall’antipasto al dolce, difficilmente si arriva sopra i 10 euro.
Servizio e qualcosa da bere, un euro. L’antipasto più costoso (fra quelli del giorno, perché il menu fisso offre prezzi ancora più competitivi, visto che difficilmente si arriva oltre i 2 euro per un piatto singolo) più il primo, sempre il più costoso, e ancora il secondo più esoso – nell’ordine, dunque, le lamelle di spigola, il risotto e l’orata in crosta, totale: 11 euro. Il che per un pranzo del genere è davvero molto buono. Se aggiungiamo anche insalata e dolci non si arriva a 15 euro. Vedremo ben presto che con questo importo, altrove, si paga una portata singola.
PREZZI STRACCIATI – Non va meglio a Montecitorio. Dopo l’uscita del menu dei senatori, la stampa nazionale ha avuto modo di pubblicare anche il menu del ristorante dei Deputati. Accorgendosi che le cose vanno un po’ meglio rispetto a quello dei senatori – un po’ meglio, s’intende, per il sollievo delle tasche degli italiani – ma poi, non così tanto. Ecco cosa scriveva Libero in merito.
Dopo la carta di Palazzo Madama arriva a grande richiesta anche la lista del ristorante di Montecitorio. Dove sta la notizia? Anche in questo caso nei prezzi delle portate. Semplicemente ridicoli. “Inferiori a quelli delle mense di un asilo”, tuonano infuriati i cittadini. Gli inquilini dei Palazzi romani, alla buvette di Montecitorio, godono di prezzi da Caritas. Guardando nel dettaglio i cibi e le cifre a cui vengono proposti al ristorante della Camera, si nota con magra soddisfazione che i prezzi sono più alti di quelli del Senato. Ma ce la faranno gli onorevoli a tirare fino al termine del mese?
Scegliamo ancora una volta di trattarci al meglio, presso il ristorante di Montecitorio, e ordiniamo i piatti più costosi. Oltre 4 euro per l’antipasto, il risotto da 5 euro, il pesce più costoso (17 euro), un contorno, dolce e frutta. Totale, 32 euro, il che per un menu singolo è certamente notevole: in una pizzeria romana media, quando si paga tanto, si arriva a 15 euro a persona, e così con 30 euro in linea di massima si mangia in 2. Ma certamente non questo menu: parliamo di pizza e birra, forse un fritto di antipasto. Ancora una volta dunque, con 30 euro una cena per due persone salta fuori: dipende da quello che mangi.
AL RISTORANTE DEL CENTRO – Siamo ciò che mangiamo, d’altronde, ripete una corrente filosofica. E allora siamo andati a vedere cosa sono i nostri onorevoli, visto che hanno finora mangiato a queste tariffe. Finora, perché l’ondata di sdegno provocata dal ristorante del Senato ha costretto le cariche direttive dell’istituzione a prendere provvedimenti: Renato Schifani, presidente dell’assemblea di Palazzo Madama, ha già fatto sapere di avere tutta l’intenzione di “far adeguare” il listino. Ma per il passato, ovviamente, la sperequazione con gli altri cittadini difficilmente potrà essere colmata: quanto hanno risparmiato, in tutti questi anni, gli onorevoli? Vediamo subito, ma prima, bisogna chiarire gli elementi di comparazione. Il ristorante di Montecitorio, anche ovviamente a voler esigere prezzi di mercato, non potrà essere comparato con la pizzeria della periferia romana, per ragioni evidenti: sarà più consono paragonarlo ad un ristorante del centro della Capitale, ovviamente di un certo livello. Abbiamo scelto uno dei ristoranti storici del centro di Roma, ovvero il Canova a Piazza del Popolo. Ristorante in zona massimamente turistica e quindi prevedibilmente in prima linea per quanto riguarda il listino prezzi. Ancora una volta, scegliamo il menu più costoso di un ristorante del centro: per antipasto un carpaccio di pesce con limone, pepe ed olio extra vergine, che ci costa 17 euro; continuiamo sul pesce, notoriamente più costoso, per approcciarci al risotto ai frutti di mare, che vuole 14 dei nostri euro; per secondo, evitando il pasto da due persone e i cibi surgelati, ché noi pretendiamo il meglio – ma sarebbero più costosi, quindi stiamo risparmiando qualcosa – ci avviciniamo scaloppa di spigola in crosta di patate, 22 euro. Contorno al gratin per 10 euro, e altri 10 euro per il contorno Canova al liquore. Totale, comodi comodi siamo oltre i 70 euro, per un pasto singolo. Ognuno può iniziare a farsi i suoi calcoli.
UNA CENA DI LUSSO – Potremmo però decidere che gli onorevoli si meritano il meglio che c’è – ovviamente, se lo pagano a prezzo pieno. Che ne so, uno chef prestigioso, un ristorante autenticamente di lusso, non genericamente costoso per posizione e prestigio. A Roma, di menu con cui effettuare questa comparazione ce ne sono, eccome. Potremmo appunto verificare quanto costa il pasto medio ad un ristorante a quattro stelle come La Pergola, il ristorante interno all’Hotel Cavalieri di Roma, “regno” dello chef Heinz Beck.
Executive Chef del ristorante La Pergola dal 1994, Heinz Beck, durante una lunga e prestigiosa carriera, è stato insignito di numerosi premi e riconoscimenti. Il menù che propone a La Pergola rappresenta il suo più significativo traguardo raggiunto attraverso un mix vincente di innovazione e rispetto della cultura culinaria e dalla convinzione che, per creare la grande cucina, occorrono ingredienti scelti con cura e la sapienza di utilizzarli ed accostarli con sensibilità e passione. “Il mio desiderio” dice Beck, Premio Personalità Europea del 2007 della Provincia di Roma, “è quello di comunicare emozioni, attraverso un equilibrio di aromi, sapori e colori”.
Se vogliamo farci un giro alla Pergola, ovviamente, dobbiamo preparare il nostro portafoglio con una certa quantità di contanti – o un bancomat bello corazzato. E per nostra fortuna non bisogna neanche fare i calcoli del menu più costoso, perché viste le tariffe, se ci mettessimo davvero a prendere le portate più costose arriveremmo a cifre astronomiche. Ci accontentiamo del menu di degustazione, che sono comunque 7 portate alla modica cifra di 175 euro. Sempre per la serie, facciamoci i nostri calcoli: ricapitolando, ristorante dei senatori, menu completo 15 euro. Ristorante di Montecitorio, menu completo 30 euro. Canova a Piazza del Popolo, 70 euro per un coperto singolo – fanno già 40 euro di differenza con la Camera. La Pergola dallo chef Beck, neanche a parlarne, mai sotto i 150 euro. Dunque cinque volte tanto, rispetto ad una cena al ristorante di Palazzo Madama, ovviamente per una cucina di lusso, con tutti gli annessi e connessi.
ALTROVE – E all’estero? Quale è la situazione altrove, in altre assemblee parlamentari? Quanto spende a pranzo il deputato inglese, o quello francese? Difficile trovare listini prezzi completi per tutte le assemblee europee: qualche informazione sull’Assembleé Nationale l’ha pubblicata Rue89, una delle più famose riviste di approfondimento del web, inventata da dei giornalisti di Liberation che si sono tuffati nel web.
Alla Buvette dei deputati francesi i prezzi sono molto competitivi, per quel poco che siamo in grado di sapere. Il caffè costa 60 centesimi, la birra ne costa 80: alla fine, i prezzi non sono proprio quelli che si trovano altrove. “Naturalmente la buvette non serve a fare profitto, ma a sfamare i parlamentari”, precisa un funzionario.
Interessante la precisazione: i prezzi sono così bassi perché non c’è scopo di lucro in un ristorante interno al Parlamento. Eppure una differenza di prezzi così elevata è davvero tutta da spiegare: tuttavia, sembra che il nostro Parlamento sia davvero in buona compagnia, visto che anche nella buvette francese i prezzi sono accessibili e anche altrove, sebbene un po’ più alti, non diventano mai di mercato. Parliamo della Camera dei Comuni in Inghilterra, dove il Freedom of Information act consente ad ogni cittadino di accedere a documentazioni riservate, come appunto il menu del ristorante dei Parlamentari. Un cittadino ha in effetti chiesto l’accesso alle tariffe del ristorante, e gli sono state immediatamente consegnate. Come in Italia, insomma. Il ristorante dei parlamentari inglesi, a conti fatti, non è davvero un luogo costoso: il prezzo più alto è di 7 euro e pochi altri spiccioli, ovvero 6 sterline e 60. Anche qui, calcoliamoci il menu più costoso: carpaccio di manzo come antipasto e bistecca di lombo completa di condimenti come piatto principale. Totale: poco più di 12 euro, il che è davvero un importo accessibile a molti. Come a dire: forse i parlamentari italiani sono in buona compagnia.
Tommaso Caldarelli
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