Irresponsabilità nazionale

Allora, vediamo di capirci.

Se è la BCE che impone di tagliare la spesa pubblica, aumentare le tasse, dilazionare le pensioni, privatizzare le aziende pubbliche e via discorrendo, allora che lo faccia la BCE.

Trichet viene in Italia, si organizza una conferenza stampa in cui presenta il suo piano, firma il decreto, va da Napolitano e se lo fa controfirmare, lo fa pubblicare, poi avvia l’iter parlamentare di conversione.
Ecco, si fa così. Se veramente questo bagno di lacrime e sangue che ci aspetta è voluto dal signor Trichet, e se è una persona appena appena seria, si prende le sue responsabilità e ci mette la faccia. Altrimenti è un buffone.
Oppure non è vero che il diktat arriva dalla BCE, e allora il buffone è un altro ed è molto più vicino a noi. Ed è meglio che non se la meni tanto con “il cuore che gronda sangue” che tanto non è sangue suo, e a qualcuno potrebbero anche venire in mente strane idee: così, tanto per dare un senso di concretezza alle parole.

Ma forse c’è un’altra ipotesi. Che sono entrambi dei buffoni, che nessuno dei due conta un soldo bucato, che prendono ordini da qualche eminenza grigia. E che se quei tre o quattro, tra i nostri ministri, che capiscono quello che sta succedendo stanno ancora lì è solo perché stavano trattando la loro liquidazione personale.

Ora evidentemente hanno raggiunto l’accordo e, non avendo più niente da perdere, calano la mazzata.

Sono pronto a fare qualche scommessa.
Si parlerà molto dei comuni e delle province da abolire.
Si parlerà molto delle pensioni.
Si parlerà molto dei negozi che potrebbero chiudere se non fanno lo scontrino.
Si parlerà moltissimo dei tagli alle spese della politica che faranno… un giorno o l’altro.
Si parlerà poco delle privatizzazioni e comunque si eviterà di nominare Telecom, Autostrade e Alitalia.
Non si dirà che si colpiscono i redditi ma non i patrimoni.
Non si dirà che questa manovra (di due anni) è appena il 2,36% del debito pubblico e che, se anche fosse strutturale, richiederebbe oltre 16 anni affinché il debito pubblico possa raggiungere il 100% del PIL.
Non si dirà che quando il debito pubblico supera il 90% del PIL la crescita è impossibile (Kenneth Rogoff, docente dell’università di Harvard lo ha mostrato studiando gli ultimi 800 anni ).
Non si dirà che tagliare i fondi agli enti pubblici serve solo a ridurre i servizi e non a farli risparmiare.

Ma soprattutto non si parlerà di responsabilità.
Ci ripeteranno fino alla nausea che questa manovra è inevitabile, ma non ci diranno chi l’ha resa inevitabile.
Ci ripeteranno il mantra che “lo vuole l’Europa”, ma non ci diranno i nomi di chi sta guadagnando in borsa.
Ci diranno che il nostro debito nasce da lontano, ma dimenticheranno di dirci che all’inizio degli anni 80, quando il debito si impennò, Craxi era al governo, Brunetta, Sacconi e Tremonti erano i suoi consiglieri e Berlusconi era il suo amico privilegiato.

Dobbiamo essere coesi e responsabili perché il momento è critico e dimostrare unità di intenti?
Napolitano…! Ma va…

Pleonastico

Be the first to comment on "Irresponsabilità nazionale"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*


Perché?

Protected by WP Anti Spam