Una gran sarabanda per spostare uffici: cosa succederà? E’ tutto possibile?
Ci sono cose che non si possono fare perchè costa troppo farle. E altre che bisogna chiedersi se ne valga lo sforzo. L’idea di Silvio Berlusconi, che in realtà è una risposta alle sollecitazioni di Umberto Bossi che pretende lo spostamento di alcuni ministeri al nord, è quella di trasferire in valle Padana alcuni “dipartimenti”. Ovvero strutture periferiche ed accessorie della Presidenza del Consiglio dei Ministri: insomma, è la montagna che partorisce il topolino. Ma con la sconfitta di Letizia Moratti al primo turno delle comunali a Milano, stanno cambiando tante cose.
TRASFERIMENTI – Sta cambiando il rapporto di forza all’interno della coalizione di Governo, con la Lega sempre più battagliera a pretendere e ad urlare. Appunto, è Umberto Bossi ad ostentare la sicurezza di un patto con Berlusconi che in realtà non c’è: quello del trasferimento di alcuni ministeri “pesanti” a Milano. “Ministeri che portano soldi”, ha detto il Senatùr, ed evidentemente ha ben presente l’alternativa che già si rumoreggia nello stato maggiore del PdL: il trasferimento di, come dice Silvio, due dipartimenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, quelli più verdi: la Semplificazione Normativa di Roberto Calderoli e le Riforme (per il federalismo) di Umberto Bossi. Porteranno soldi a Milano? Porteranno orde di impiegati statali di quelli grigi ed improduttivi, tanto presenti nell’iconografia leghista? Davvero improbabile. Parliamo infatti di due strutture – ammesso che siano queste, le candidate allo spostamento: ma con l’aria che tira davvero non sembra che si arriverà a qualcos’altro – che, complessivamente, non raggiungono i tre milioni di euro di finanziamento pubblico.
GLI STANZIAMENTI – Spiccioli, per il bilancio dello Stato: le cifre sono sulle richieste di finanziamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
C.d.r. 5 “Riforme istituzionali”
Le risorse previste per il C.d.r. 5 “Riforme istituzionali” ammontano
complessivamente ad euro 903.500 con una riduzione complessiva del 10
% rispetto alla previsione 2010. (…) – C.d.r. 19 “Semplificazione normativa”
Al C.d.r. 19 “Semplificazione normativa” sono assegnate risorse per
euro 2.013.010.
Questo è il bilancio di previsione della Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’anno 2011, “presso” la quale struttura i dipartimenti sono incardinati. E prima di tutto, dunque, bisognerà capire se una ipotesi del genere sia in generale praticabile. Infatti è tutta da chiarire la valenza della parola “presso”: un dipartimento di Palazzo Chigi è distaccabile per intero in un’altra città? Come ha detto Silvio Berlusconi, esistono già uffici periferici altrove, ma non si è mai parlato, finora, di un dipartimento distaccato.
GLI UFFICI DI BOSSI E CALDEROLI– Le sedi distaccate del Governo, infatti, esistono già: si chiamano prefetture e sono rappresentanti pleni-potenziari dell’esecutivo. Ma ammettendo pure che una tale riforma sia praticabile, bisognerà ragionare sui costi: scoprendo, in sintesi, che realisticamente sarà più costoso per le famiglie degli impiegati trasferirsi a Milano che per lo Stato la fatica di spostare gli uffici. I dipartimenti in questione, dal testo legislativo, infatti, sono minuscole particelle di amministrazione, dotate di pochi uffici, pochi poteri e poche dotazioni.
Dipartimento per le riforme istituzionali e la devoluzione
Il dipartimento per le riforme istituzionali e la devoluzione assicura al Presidente il
supporto in materia di coordinamento finalizzato alla elaborazione delle riforme
istituzionali, relative in particolare agli organi costituzionali o di rilievo costituzionale, alla rappresentanza italiana nel Parlamento europeo, al sistema delle autonomie, allo studio e confronto sulle questioni istituzionali ed elettorali, alla verifica della coerenza delle iniziative normative con gli indirizzi del Parlamento e con quelli di riforma del programma di Governo.
Il dipartimento si articola in non più di un ufficio e non più di due servizi
E questo è l’ordinamento strutturale della Presidenza del Consiglio, rintracciabile sul sito del Governo. Come capiamo, dunque, per il ministero di Bossi abbiamo una dotazione inferiore al milione di euro, una piccola sede strutturale, e per quanto riguarda i dipendenti abbiamo, appunto, una struttura dirigenziale e non più di due strutture non dirigenziali.
AFFITTIAMO UN PULLMAN? – E per quanto riguarda l’ufficio del ministro Calderoli, quello della Semplificazione Normativa? Ci sono dati più precisi, in questo caso. E’ da ricordare infatti che tale dipartimento non è incluso nell’ordinamento standard della presidenza del Consiglio, ma è istituito con apposita struttura di missione, che ha, in totale, una trentina di dipendenti.
Alla struttura di missione è preposto un responsabile nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione normativa (…) Alla struttura di missione è assegnato un contingente di 6 unità di personale dirigenziale, di cui 2 con incarico dirigenziale di livello generale e 4 con incarico di livello dirigenziale non generale e di 25 unità di personale non dirigenziale.
Questo è quanto scritto sul sito del ministro. In totale fanno dunque 31 dipendenti, più 6 consulenti possibili arriviamo a 37, più il ministro 38, insomma diciamo un ufficio da 40 dipendenti. Sommiamoci il personale per le Riforme Istituzionli di Bossi e arriviamo, gonfiando un po’ i numeri, diremmo a 100 persone complessive e 3 milioni di euro in stanziamenti da spostare da Roma a Milano. Realisticamente, senza comprare nuovi uffici, visto che dei locali già in possesso dello Stato nel capoluogo lombardo o nei dintorni e sufficienti ad ospitare questi distaccamenti si potrebbero di certo trovare. Insomma, una riforma di cui sopporterebbero il costo solamente i dipendenti, costretti a trasferirsi in Lombardia per accontentare Bossi: che, in realtà, voleva spostare su ben altri dicasteri, magari qualcosa di pesante, come il Tesoro o gli Esteri. E in quel caso, ben altri sarebbero stati i costi, a carico, a quel punto, proprio del contribuente: insomma, un’idea in ogni caso costosa, di cui sono ancora poco chiari sia il senso sia la necessità.
Tommaso Caldarelli
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