Regalini: programma sospeso, ma buonuscita garantita per il critico d’arte. Premiato a carico nostro
Vittorio Sgarbi vince anche quando perde. Mentre, dopo l’annuncio della sospensione del programma, la Rai non ha ancora deciso se mandare in onda le altre puntate in orari più consoni (ovvero in seconda o terza serata), si scopre che per il critico il compenso complessivo per la tavanata galattica che l’altroieri ha consegnato a Rai Uno il maggiore fallimento della storia della rete, è comunque garantito. Ne parla Paolo Conti sul Corriere della Sera:
Proprio alle 10, a viale Mazzini, si riunisce immediatamente un «comitato d’emergenza» presieduto dal direttore generale Lorenza Lei e composto dal vicedirettore generale per il Palinsesto Antonio Marano e dal direttore di Raiuno, Mauro Mazza. Che di questo progetto Sgarbi ha sempre saputo pochissimo. Al punto da aver dichiarato, in un consiglio di amministrazione di tre settimane fa, rispondendo a una precisa domanda di alcuni consiglieri non di area di centrodestra: «Del programma non so niente, tutto è sul tavolo del direttore generale Mauro Masi ». Comunque, Lorenza Lei ha le idee chiarissime e non ha alcuna esitazione sul da farsi: sospendere. Un altro dato del genere e Raiuno rischia un tracollo memorabile e gravissimo sulla media mensile.
Ovviamente la caccia al colpevole punta su un solo uomo: quel benefattore di Masi, che intanto è scappato alla Consap:
Tocca a Mazza telefonare a Sgarbi: «Converrai con me che, con questi ascolti, è meglio sospendere». Risposta di Sgarbi: «Indubbiamente concordo». E adesso si apre una partita complessa, quella della resa dei conti nel senso più letterale del termine. Aria pesante, ieri in Consiglio di amministrazione. Nino Rizzo Nervo, consigliere in quota Pd, chiede a Lorenza Lei (che non trova nulla in contrario) di avere un computo preciso delle spese legate alla trasmissione. Anche il consigliere di centrodestra Alessio Gorla chiede se sia vero o no che gli studi allestiti e fissati per le due del pomeriggio per le prove nei giorni scorsi siano stati poi usati da Sgarbi solo dalle 20 in poi, con notevole aggravio di straordinari del personale tecnico perché si andava avanti fino a notte. Nel caso, fa capire Gorla, si può chiedere ragione della spesa alla produzione.
Ma torniamo alle cifre:
Sgarbi avrebbe un contratto personale garantito da un milione di euro, comprensivo di altre apparizioni sulle reti Rai e di una sanatoria per le sue partecipazioni passate svolte a titolo gratuito (c’era un contenzioso legale). Le puntate costavano da preventivo ciascuna circa tra 1 milione e 200 mila euro e 1 milione e 300 mila euro. Il budget stanziato per cinque puntate, nel complesso, era dunque di 7-7.5 milioni di euro, inclusi i 700 mila euro per la scenografia. Sgarbi dovrebbe ricevere il milione comunque perché tecnicamente «garantito». In quanto al resto del budget (integrato personalmente dall’ex direttore Mauro Masi a Raiuno che non aveva fondi sufficienti per un progetto non previsto) si vedrà come contenere le perdite. Ma proprio Rizzo Nervo chiede se sia vero che Masi non avrebbe rispettato le procedure aziendali (richiesta da parte della rete di avere «quel» programma, firma della direzione Pianificazione e controllo, affidata proprio a Lorenza Lei fino a pochi giorni fa, firme sulle schede del progetto).
Di fatti potrebbe risultare un accordo quasi «personale» tra Masi e Sgarbi, scavalcando molti passaggi aziendali:
Rizzo Nervo immagina, in questo caso, una possibile richiesta di danni all’ex direttore generale. Ma sono per ora ipotesi. E si chiude ora un duello cominciato mesi fa quando il progetto Sgarbi non approdò mai in Consiglio perché la cifra era stata suddivisa in diversi «pacchetti» proprio per non far arrivare il capitolo di spesa in Consiglio. Secondo l’attuale regolamento Rai, il Consiglio deve dire la sua sui contratti superiori ai 2 milioni e mezzo di euro. Qui era stato tutto suddiviso in diversi capitoli di spesa: il milione a Sgarbi, gli accordi con gli stabilimenti De Paolis, quelli col produttore esterno Bibi Ballandi… Una cosa comunque è certa: la Sipra dovrà risarcire gli inserzionisti di pubblicità che hanno comprato spazi per 1 milione 600 mila euro. Con ascolti così vertiginosamente bassi per una prima serata di Raiuno, dovranno avere spazi compensativi.
Dario Ferri
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