Il Fatto Quotidiano fa un po’ la conta degli aerei di stato usati dagli esponenti del governo per andare qua e là.
La giustificazione che Ignazio La Russa ha riportato nell’aula di Montecitorio, interrogato dall’Italia dei Valori in merito al volo di Stato da lui usato per recarsi a Milano a vedere l’Inter a San Siro, merita una trattazione ampia a parte. Già, perchè il ministro della difesa sostiene che, di ritorno dall’Afghanistan, per lui era comunque di strada, e già prenotato, il volo Roma-Milano.
SAN SIRO, IMPEGNI ISTITUZIONALI – Davvero inverosimile se si conosce un poco la geografia. Ma per La Russa l’impossibile è realtà.
La Russa è un uomo di fede, e non può negare la passione nerazzurra che, martedì 5 aprile, l’ha spinto a un mordi e fuggi a Milano a carico del contribuente: partenza alle 18.30 da Roma con un aereo P180 dell’arma dei Carabinieri, ritorno da Roma alle 23 con un aereo dell’aeronautica militare, identificativo MM 62210. L’Italia dei valori chiede spiegazioni in Parlamento: “È inaccettabile che un ministro della Repubblica utilizzi un aereo di Stato, pagato dai soldi dei cittadini, per fini meramente personali. È un’of fesa a tante famiglie che non arrivano a fine mese”. Il ministro non si scompone, e si giustifica: “Capisco che ogni cosa io faccia sia sotto i riflettori, ma state tranquilli che i miei comportamenti da questo punto di vista sono irreprensibili – ha detto La Russa – l’interrogazione avrà la risposta che merita anche perché basta verificare: il giorno della partita io tornavo dall’Afghanistan con voli programmati da tempo Roma-Milano. Inoltre, per qualunque movimento io faccia a prescindere da questo caso, motivi di sicurezza mi impongono anche contro la mia volontà di non usare voli di linea”.
Il che non è affatto vero, o comunque un modo per evitare di usare il carburante di Stato per andare a vedere l’Inter c’è sempre: basta ricordare Tommaso Padoa Schioppa, all’epoca ministro dell’Economia, a bordo di voli di linea low cost per andare a Bruxelles al consiglio europeo, mica a vedere Eto’o che segna, insomma.
Il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, ed il suo staff raggiungeranno Berlino, dove domani e sabato avra’ luogo l’Ecofin informale, con una compagnia low cost. Padoa-Schioppa ha infatti optato per un volo della Easyjet con partenza dallo scalo romano di Ciampino per raggiungere la capitale tedesca, dove atterrera’ all’aeroporto Schoenefeld. A scegliere una compagnia low cost, ma per recarsi in vacanza, era stata lo scorso anno la famiglia Blair. Il primo ministro aveva scelto la ryanair proprio per rientrare da una settimana di vacanza trascorsa in Toscana.
A TROVARE LA RAGAZZA – La giustificazione di La Russa questa è, e resa in Parlamento per di più. Ma i suoi compari non sono da meno: infatti, il ministro della Difesa abbozza una trincea di resistenza nel dire: vi spiegherò. Altri non hanno questa gentilezza, come il ministro Calderoli, che vola di Stato, se la gode e non spiega un bel niente.
IL LEGHISTA Calderoli, il ministro che taglia le leggi, da mesi tace sul perché il 19 gennaio mattina atterrò all’aeroporto di Cuneo con un volo di Stato. Proprio nella città dove vive la sua compagna Gianna Gancia, presidente della Provincia, per poi rientrare a Roma nel giro di tre ore. Il caso l’ha sollevato il Movimento 5 stelle con un esposto in Procura, il Pd con un’interrogazione in Commissione affari costituzionali e il Fatto con un articolo. E per Calderoli, ministro per la Semplificazione, sarà uno scherzo rispondere a uno dei tre. A scelta.
E Vittorio Sgarbi? Per lui niente privilegi aerei. Ma, ricorda il Fatto Quotidiano, un megacontrattone Rai da 5 puntate e un milione di euro.
Tommaso Caldarelli
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