Fukushima come Chernobyl?

Non vi è assolutamente paragone tra il disastro di Chernobyl e quanto oggi sta accadendo in Giappone nella centrale di Fukushima. Un po’ perché mentre quel disastro fu provocato da cause endogene, e quello giapponese è un effetto del terremoto. Un po’ perché stiamo ammirando la capacità dei giapponesi di attivare le misure di sicurezza necessarie per ridurre il danno al minimo possibile.

Ma il rischio, reale e palpabile, è che nell’opinione pubblica mondiale e segnatamente italiana il disastro in atto in Giappone funga da spinta per fermare i piani di ritorno all’utilizzo dell’energia atomica. Ci sono delle differenze significative tra quello che oggi c’è nel paese e l’Italia, e le fa notare Marco Ricotti dell’Agenzia Nucleare: “Il progetto della centrale giapponese risale agli anni 60, è l’inizio della seconda generazione. Quelle di terza generazione ad esempio riducono il pericolo di fuga radioattiva e l’evacuazione si limita ad 3 km dalla centrale”.

Il problema è che queste differenze rischiano di essere impalpabili, ai fini di un eventuale “no” nel prossimo referendum. Non che questa sia per forza sbagliata: il ritorno all’atomo, per ragioni economiche, in Italia conviene soltanto se il petrolio e le altre fonti di energia dovessero subire, nei prossimi venti anni, significativi aumenti di prezzo. Che oggi non sono all’orizzonte (ma domani chissà). Insomma, la scelta potrebbe essere tra prendere una decisione giusta per ragioni sbagliate, o prendere una decisione sbagliata ma con le ragioni giuste. Un paradosso. L’ennesimo nella storia dell’atomo all’italiana.

Alessandro D’Amato

Be the first to comment on "Fukushima come Chernobyl?"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*


Perché?

Protected by WP Anti Spam