Ma che paese è questo? Una barzelletta? Ma è possibile che si debbano vedere ancora Maurizio Lupi e Michela Vittoria Brambilla (o chi per loro, eh: i due erano ieri a Ballarò, ma non è indicativo) che a domanda rispondono: “La riforma della giustizia non serve a Silvio Berlusconi, ma ai cittadini”. Che roba. Se servisse davvero ai cittadini e ci fossero voluti vent’anni – i vent’anni di questa gente al potere – per (non) farla, allora vorrebbe dire semplicemente che abbiamo a che fare con incapaci conclamati. Quantomeno.
E invece la cosa bella è che la riforma della giustizia serve a tutti i cittadini ogni volta che a Berlusconi gli va di parlarne. Cioè, piuttosto spesso. Poi si mette a pensare ad altro, tutte le leggi finiscono nei cassetti, loro ne continuano a parlare nei Tg ma non se ne fa comunque niente. La differenza è fuori dal cassetto – dentro il cassetto: arriva il Pm che indaga su Silvio, fuori dal cassetto: “Processo breve! Le intercettazioni! La separazione delle carriere!”. Bum. Poi arriva qualcos’altro di cui parlare, che ne so, i litigi con Fini, e tutto nel cassetto: “Abbiamo fatto la riforma della giustizia! Faremo la riforma della giustizia! Ah, la riforma della giustizia, il grande successo del governo dei cittadini!”
Invece non cambia niente, i soldi per i tribunali (unica riforma della giustizia necessaria) non ci sono, i sondaggi indicano che la gente dei magistrati ha fiducia, e che vorrebbero che Silvio molto semplicemente andasse come imputato al suo processo. Dai, facciamo che ci va. Facciamo che la piantate, tutti, di annoiare il mondo con la vostra politica della chiacchera, di queste riforme insulse dai nomi strambi per cui avete bisogno ogni volta di inventarvi una ragione per presentarle come utili a tutti e non ad-personam per Silvio l’uomo allergico ai Tribunali (anche perchè iniziate ad essere ridicoli, cioè, siete anche divertenti per carità: fate un po’ tenerezza); facciamo che disintossicate i telegiornali da questo inutile casino che ci assorda. Facciamo che Berlusconi si presenta a Milano, si fa processare e poi se è condannato va pure in galera, o ai domiciliari, o a zappare le patate coi servizi sociali. Come tutti.
La democrazia sarebbe salva, ma soprattutto il nostro umore.
Tommaso Caldarelli
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