“L’assessore vicina a Renzo Bossi? Si spaccia per laureata ma non lo è”

L’accusa del giornalista licenziato per aver scritto un libro sul Bunga bunga. E i giudici aprono un’indagine

Dopo l’uscita di un istant book sul caso Ruby il figlio del Senatùr Renzo Bossi aveva cacciato un portavoce dell’assessore leghista. Licenziato in tronco, con una email di due righe: «È stato un ordine politico di Renzo Bossi”, aveva detto Marco Marsili, già discografico — è il marito di Viola Valentino — e oggi giornalista.

IL RACCONTO – Lo scorso 14 febbraio aveva firmato un contratto come portavoce di Monica Rizzi, assessore allo Sport della giunta lombarda. Poi, pochi giorni dopo, contestualmente alla pubblicazione del suo instant-book «Onorevole bunga bunga. Berlusconi, Ruby e le notti a luci rosse di Arcore», arriva una scarna email che gli comunica la fine del «contratto fiduciario». Marsili non ha dubbi: «Siamo alla censura, si tratta di una ritorsione politica per ordine di Renzo Bossi». Protagonista era l’assessore in Regione Lombardia allo Sport Monica Rizzi (Lega), del quale era portavoce. Ma la guerra non è finita: «L’assessore farebbe meglio a preoccuparsi dell’inchiesta aperta in Procura a Brescia per il titolo di psicologa che non ha mai conseguito » ha dichiarato il giornalista andandosene.

La dirigente leghista, ieri irreperibile, per tutta risposta minaccia querela.

Ma la vicenda si complica.

Perché pur nel riserbo generale emerge che i magistrati stanno effettivamente lavorando sul «caso» Rizzi, dopo una denuncia dell’Ordine degli psicologi.

Redazione Giornalettismo

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