Bungabunga alla padana: un testimone inchioda l’assessore leghista accusato di molestie

Aria di dimissioni per Luca Talice, chiamato in causa da due giovani colleghi di partito. E intanto un architetto che ha lavorato per lui racconta singolari modalità di pagamento della parcella.

Spunta un nuovo testimone a carico di Luca Talice, assessore leghista provinciale alla Sicurezza accusato di violenza sessuale reiterata da due giovani colleghi di partito, consiglieri comunali a Seregno, dove il Talice è capogruppo. Anzi due. Il primo è una giovane collega di partito che, dopo aver subito molestie da parte del Talice, ha deciso di cambiare casa e anche provincia, il secondo è l’architetto che ha seguito i lavori in un appartamento di proprietà dell’indagato, la quale è stata sentita due giorni fa dal sostituto procuratore Alessandro Pepè come persona informata dei fatti.

SOLDI NELLE MUTANDE – Pare che il Talice si sia presentato al professionista, da lui regolarmente incaricato dei lavori, con i soldi nelle mutande e abbia detto all’architetto che, se voleva essere pagata, doveva prendersi il denaro da sé. Talice è difeso a spada tratta dal consigliere provinciale Massimiliano Romeo e dall’onorevole Paolo Grimoldi, nomi di spicco della generazione leghista dei quarantenni, che hanno l’ampio appoggio degli attivisti venti/trentenni. Diverso, e molto più cauto, l’atteggiamento di Dionigi Cannobio, segretario provinciale della Lega Nord, che ha voluto sentire le ragioni di Federica Forcolin, 25 anni, e Davide Nicolò Giannobi, 27 anni, i due giovani leghisti che hanno denunciato Talice. Ex-leghisti, giacché Federica e Davide hanno dato le dimissioni dal partito, ma non dal ruolo di consiglieri comunali a Seregno, formando invece un gruppo autonomo.

MACCHINA DEL FANGO? – È girata insistente l’accusa a questi ragazzi di aver voluto mettere in piedi la solita macchina del fango. Sarà, ma non è molto chiaro quale vantaggio essi avrebbero potuto ricavare da raccontare ciò che hanno subito, avendo poi intenzione di continuare a vivere in Brianza, una provincia come tante, chiusa e insieme pettegola, baciapilesca e insieme pruriginosa. Molte le telefonate oscene e offensive ricevute dai due, che hanno deciso di non rilasciare interviste e di rispettare la consegna del silenzio fino alla fine delle indagini. Oggi alle 16 c’è una seduta del consiglio provinciale di Monza e Brianza. All’ordine del giorno il bilancio, il Gran Premio che resta a Monza, la tragica situazione della Villa Reale: diciamo che l’argomento portante è “tutto fuorché il caso Talice”. Voci di corridoio dicono che il Presidente Allevi, in forza al Pdl, voglia la testa dell’assessore. Chissà se le dimissioni arriveranno proprio oggi.

Clementina Coppini

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