Siamo alle solite. Sul piatto della politica malata del nostro Paese, nella partita a scacchi sul destino personale di Berlusconi e il conseguente riassetto del centro destra, partita che è in corso tra il premier, il terzo polo e la Lega nord, oltre al caso Ruby entra il destino del federalismo fiscale.
Ora, scoppia la guerra in Commissione bicamerale, con il terzo polo che “sbarra la strada al federalismo egoista della Lega” e Bossi che minaccia sfracelli se non passa il Federalismo.
Demagogia da quattro soldi, da un parte e dall’altra. Già, perché la vera domanda è: ma quale federalismo? Perché del merito dei decreti nessuno parla, come che del fatto che da quando è al potere il partito più federalista l’autonomia finanziaria degli enti locali è diminuita.
Nessuno dice che questi decreti attuativi della legge delega sono carta che produce altra carta – rimandando ad ulteriori decreti ministeriali da approvare chissà quando e chissà da chi – senza chiarire quali saranno i poteri delle amministrazioni locali, quale sarà la loro autonomia fiscale e come si determineranno i famigerati “fabbisogni standard”, il metodo per evitare gli sprechi di spesa pubblica che purtroppo ci sono, a sud ma anche a nord.
Nel federalismo immaginario non si litiga sul “trucco” che nel 2011 per le finanze comunali ci si limiterà a sostituire gli attuali trasferimenti dallo Stato ai Comuni con un nuovo “fondo di riequilibrio” che, si badi bene, sarà sempre lo Stato a gestire e ripartire. Non si litiga su cosa accadrà nella “transizione” fino al 2013, di cui nulla si sa perché dovrà essere definito da un successivo decreto ministeriale. Non si litiga neppure sul fatto che dal 2104 – nel sistema a regime – le finanze comunali saranno alimentate soprattutto da due tasse, la tassa di soggiorno e l’Imu che varrà solo sulle seconde case, che saranno pagate una dai turisti (che per definizione non sono residenti) e l’altra dai proprietari di seconde case (che spesso non sono residenti). Mandando quindi in fumo il principio fondamentale del federalismo: la “responsabilizzazione” degli amministratori, chiamati a rispondere ai loro elettori (che sono residenti) di come hanno speso i soldi a loro prelevati con le tasse locali.
E’ questo il federalismo? Comunque vadano i litigi tra le galline del pollaio di Montecitorio, quelle che parlano lumbard e gli altri, siamo davanti all’ennesima presa in giro, che non cambierà nulla o peggio un pasticcio che comunque sarà chi verrà “dopo” (ma chi? E dopo quando?) a doverci rimettere le mani. O rifare tutto d’accapo. Stupisce che nessuno lo dica, e che in pochi – soprattutto sopra il Rubicone – ci facciano caso e continuino a bersi le balle di Bossi & c.
Carlo Cipiciani
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