Una manina ha escluso le case dei preti dalla nuova imposta federalista voluta dalla Lega: che tempismo, proprio dopo la nuova esplosione del caso Ruby.
Silvio Berlusconi e la sua maggioranza infilano nei decreti del federalismo comunale un piccolo comma che rende esenti gli immobili della Chiesa dal pagamento delle imposte municipali, le nuove tasse che, nella versione federalista dell’ordinamento dello Stato, andrebbero a sostituire l’Ici e tutti gli altri prelievi a favore delle amministrazioni comunali: è sui giornali di oggi. E non è, in realtà, difficile, definire il rapporto che in queste ore affollate vede contrapposti il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il mondo cattolico. Due sono le anime che compongono il popolo di Dio, è noto: la base, i fedeli laici, il basso clero, e le alte gerarchie. E la dinamica del consenso che si instaura fra queste è spesso dialettica e non univoca: come in questo caso, d’altronde.
LA BASE E LA CROCE – Da una parte, le lettere inferocite che i fedeli mandano ad Avvenire, e gli editoriali che il direttore Marco Tarquinio, rischiando di trovarsi immerso in una riedizione del metodo-Boffo che per analoghi motivi scoppiò, verga quotidianamente per mettere alla sbarra morale il Silvio Berlusconi in versione bunga-bunga.
I lettori di Avvenire conoscono bene le nostre battaglie contro l’infame industria della prostituzione, contro le lusinghe e le violenze tese a indurre qualunque persona a fare mercato del proprio corpo (…) Il metro con il quale misuriamo fatti e problemi è sempre lo stesso, e anche solo l’idea che un uomo che siede al vertice delle istituzioni dello Stato sia implicato in storie di prostituzione ferisce e sconvolge.
Questo l’editoriale di Marco Tarquinio, solo l’altroieri.
ROTTO IL PATTO – Così, sconforto e discredito serpeggiano nelle basi cattoliche. Il Sole 24 Ore è più esplicito: il “patto del 2008″ fra gli elettori cattolici e il candidato premier Berlusconi è ormai irrimediabilmente rotto.
Il mondo cattolico nel suo insieme ha dovuto fare i conti con gli scandali, veri o presunti, ma sicuramente mediatici. Da Noemi alla D’Addario, giù giù per le varie escort fino a Ruby e compagne, i monsignori ma soprattutto l’universo cattolico – quello che fa volontariato e manda i figli in parrocchia e che secondo i sondaggi aveva votato in maggioranza Pdl – ha subito scossoni a non finire, che hanno messo a dura prova la fedeltà a quel centrodestra che era stato votato in maggioranza.
E le gerarchie? Il popolo delle parrocchie, infatti, è solo una delle metà della Chiesa. E quella che, a conti fatti, pesa di meno – stranamente, visto che in termini di voti, conta molto di più. Ma sono i paradossi del potere. In ogni caso, quale l’atteggiamento delle gerarchie ecclesiastiche? Ne abbiamo parlato, poco tempo fa, su queste pagine.
NESSUN PERICOLO PER SILVIO – Minacce. Velate, e col sorriso: niente “bombe atomiche” dal Vaticano su Silvio, assicurano gli interlocutori di Oltretevere del plenipotenziario per i rapporti con il clero del premier, Gianni Letta.
Certo, c’è ora l’incognita della Chiesa. I primi segnali non sono affatto incoraggianti e le critiche al Cavaliere dei media delVaticano fanno temere il peggio. La prima fila dei cattolici Pdl—da Formigoni a Lupi— è in fibrillazione in attesa che si pronuncino le gerarchie. E tuttavia chi ha parlato con Berlusconi l’ha trovato «tranquillo» su questo fronte. Il premier, attraverso Letta, avrebbe infatti avuto rassicurazioni da un ambasciatore di Bertone che il Vaticano non sgancerà alcuna bomba atomica su Palazzo Chigi. Al massimo una tiratina d’orecchie, una richiesta di maggiore «sobrietà nei comportamenti di chi deve essere d’esempio per tutti», affidata al presidente della Cei Bagnasco.
Già. Tutto qui quello che Angelo Bagnasco, presidente della Cei in amministrazione controllata dalla Segreteria di Stato Vaticana di Tarcisio Bertone, ha ritenuto corretto dire ieri sul caso Ruby. Senza, ovviamente, fare nomi e cognomi. Teniamoci sui generali: serve coerenza, chi governa sia d’esempio, eccetera eccetera.
IL CONTO ALLA CASSA – Insomma, i beninformati lo sanno molto bene: dal Vaticano, sui comportamenti privati nei sotterranei di Arcore, non arriverà nessuna bomba a disturbare la difesa politica, mediatica e giudiziaria di Silvio Berlusconi. Che, giustamente, ringrazia del servizio: voi non lo fareste? L’insinuazione non è nostra, ma dell’Unità, che in un suo articolo odierno da conto dello scambio mercimoniale fra la Croce e la Spada. Nessuna accusa forte, nessuna azione incisiva da parte della Chiesa sui comportamenti privati di Berlusconi; in cambio, una manina avrebbe già inserito nei decreti attuativi del federalismo municipale una norma che esenterebbe i beni ecclesiastici dal pagamento dell’Imu, la nuova imposta comunale universale che sostituirebbe, accorpandoli, tutti i tributi dovuti al governo delle città: le catastali, i rifiuti, i bolli e quel che resta dell’Ici. Per tutti, mica per i preti. Rispunta l’esenzione per le onlus e la chiesa dal tributo sulla proprietà immobiliare (la vecchia Ici).
L’ultima proposta Calderoli sul federalismo comunale prevede infatti l’introduzione dell’Imu seconde case ed esercizi commerciali, da cui però vengono esplicitamente escluse le onlus e gli enti senza scopo di lucro. Dopo aver inizialmente annunciato l’intenzione di far pagare la tassa anche alla chiesa – una partita da 700milioni di euro – oggi il centrodestra sembra fare marcia indietro. C’entrano quei malumori vaticani sugli scandali del premier e la conseguente tenuta della maggioranza ?
E’ stato ieri il ministro Calderoli in persona a depositare il testo definitivo che sarà messo al voto. E la maggioranza si è rimangiata l’apertura al fronte laico: la Chiesa avrebbe dovuto pagare le imposte – fra l’altro riuscendo in questo modo a rendere l’Italia almeno un po’ più conforme ai richiami dell’Unione Europea sul tema. Poi sono usciti gli atti del bunga bunga, e non se n’è fatto più niente, dice l’Unità.
Tommaso Cardarelli
è vergognoso che le leggi sulla nuove tasse del federalismo escludono le proprietà del vaticano e della chiesa. Questo governo è da mandare via al più presto.
spero che avvenga qualcosa che ce ne liberi. non è più sostenibile! questa democrazia marcia e corrotta non si può chiamare tale!!