Quando Silvio faceva il democratico: “Il nome del partito? Lo decidono gli elettori”

Era la rivoluzione del predellino, ma poi qualcosa non ha funzionato. E il nuovo stemma lo ha deciso direttamente il capo.

Ricordate? Noi si. Una volta, Silvio Berlusconi era un leader talmente democratico che pose in discussione addirittura l’essenza stessa del partito che si apprestava a fondare: il nome. La denominazione, per un soggetto politico, è tutto. E’ il marchio, il brand con cui si presenterà al pubblico. E Berlusconi, quando si trattò di fondare il partito unico del centrodestra, lo pose in discussione.

NOMINA SUNT CONSEQUENTIA RERUM – Milano, Piazza San Babila, 2007. Silvio Berlusconi sta assistendo all’agonia del morente governo di Romano Prodi. Nell’ambito di una manifestazione organizzata dalla Forza Italia milanese, il Cavaliere capisce che c’è bisogno di un’accelerazione, di un colpo di coda: da tempo si parla ormai, nelle discussioni con gli alleati, di un partito unico del centrodestra che contenda alla sinistra del Professore il governo del paese. Silvio butta a mare le chiacchere, sale sul predellino della sua auto e annuncia: “Formeremo una nuova realtà politica per il futuro della democrazia italiana. Il nome lo sceglieranno gli elettori: a me piace ‘il Popolo della Libertà”. Già era evidente l’intento “democratico” del Silvio nel 2008: il nome del partito, affidato ad una consultazione nei gazebi in cui Silvio diceva che si erano “già recati” molti non iscritti anche a Forza Italia.

PARTITO O POPOLO? – “Come si chiamerà il nuovo partito, Presidente?”, gli chiedono i giornalisti; “Partito del popolo della Libertà”, risponde Silvio, con un nome esteso e provvisorio, che poi metterà in gioco a scena aperta. Con una consultazione che si è effettuata nei giorni immediatamente successivi.

Il 2 dicembre tornano in piazza i gazebi di Forza Italia, con l’ausilio dei Circoli della Libertà, per invitare i cittadini a scegliere il nome del nuovo soggetto politico.Il 12 dicembre 2007 Berlusconi annuncia su la Tv della Libertà che era prevalsa l’opzione Il Popolo della Libertà su Il Partito della Libertà, col 63,14% dei voti contro il 36,86%

E’ Silvio in persona, lo ricorda Wikipedia, ad annunciare sulla Tv di Michela Vittoria Brambilla, la Tv della Libertà, i risultati del sondaggio fra gli elettori: il vincitore è il Popolo della Libertà, con ampia maggioranza e dopo il coinvolgimento di quella che Silvio ama chiamare “la gente”.

I TEMPI DELLA DEMOCRAZIA – Lontani quei tempi. Oggi non c’è tempo, o forse non c’è volontà per tornare nelle piazze e mettere in gioco il nome del nuovo partito di Silvio Berlusconi. Il cambio di nome è necessario – lo ricordavamo ieri – secondo Silvio, per evitare che l’ex – cofondatore del PdL, Gianfranco Fini, accampi diritti sul nome del partito in sede elettorale. Perciò, nuovo stemma e nuova denominazione: ma nessun nuovo predellino, nessun nuovo gazebo a deciderlo, niente appello alla gente di Silvio. Tutto in solitaria fra i palazzi parlamentari, fra ipotesi, smentite e controsmentite: fino al nome, per ora definitivo, e al simbolo, prossimo al PdL come aspetto. Italia, questa la scelta: ma l’Italia del centrodestra, questa volta, non è stata interpellata.

Tommaso Cardarelli

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