I nomi in lizza sono tanti: al vertice Alfano e Gelmini, potrebbero salutare Scajola, Carfagna e Prestigiacomo
Un’altra casa dei moderati italiani, nuova di zecca e più lussuosa della precedente, con l’intenzione di rottamare sia il Popolo delle Libertà che Forza Italia. Silvio Berlusconi appare deciso, tanto da aver scelto anche il nome.
POPOLARI E CO. – Scrive infatti il Messaggero che si chiamerà Popolari il nuovo partito che ha in mente Silvio, una definizione che servirà a richiamare il nuovo centro e dimenticare le faide interne al PdL, con ex An ed ex FI pronti a farsi la guerra da secoli. Scrive sempre Marco Conti che il nome sarebbe stato preferito ad “Avanti Italia”, che faceva troppo fascisti, o “Libertà”, che avrebbe comportato il nomignolo di “libertini” ai suoi parlamentari, con tutta l’ironia connessa del caso. Tutto dovrebbe essere pronto a primavera, quando si potrebbe andare alle nuove elezioni e il centrodestra avrà bisogno di un’ampia vittoria, soprattutto se alla fine si presenterà anche il Terzo Polo, nemico pubblico numero uno dei nuovi berlusconiani. Che saranno diversi dai vecchi: nonostante i desiderata fatti passare a mezzo stampa, potrebbe non esserci spazio nel partito per i vari Claudio Scajola, Giuseppe Pisanu, Enrico La Loggia. Spazio ai giovani, invece, come Angelino Alfano, Maria Stella Gelmini e Nunzia Di Girolamo. Mentre potrebbe essere passato il tempo anche per Stefania Prestigiacomo e Mara Carfagna, ormai non più tra le preferite del premier dopo i vari catfight scatenati sui giornali e in parlamento.
I RISCHI CONNESSI – L’articolo di Conti parla anche di indirizzi internet già affittati per veicolare il sito internet del nuovo partito. Sarà, ma per ora www.popolari.it ridireziona al dominio di un onorevole del Partito Democratico, e precisamente Lino Duilio. Il rischio è che il nome ‘che pesa’ potrebbe essere un richiamo al populismo e prestarsi a critiche ancora più pesanti di quelle che hanno accolto il PdL da parte degli intellettuali. Ma Silvio Raramente si preoccupa troppo di cose del genere. Il problema per lui non sarebbe insormontabile. Nel frattempo c’è chi considera Berlusconi in seria difficoltà. Per il capogruppo di Fli alla Camera, Italo Bocchino, il premier si trova “in trappola”. In un’intervista a “la Repubblica”, l’esponente dei finiani spiega, che Berlusconi si trova stretto tra la minaccia di voto anticipato dell’asse Bossi-Tremonti e “l’inutile accanimento terapeutico” su una maggioranza difficile da allargare. Ma al presidente del Consiglio i finiani offrono una via d’uscita: “Siede al tavolo, accetti l’appello alla responsabilita’ e metta a punto un patto di legislatura con 3-4 riforme fondamentali per il paese”. Bocchino spiega che “abbiamo rescisso il cordone ombelicale che ci legava a un partito che avevamo co-fondato per renderlo un grande partito moderato. Ci siamo ritrovati su un vagone estremista, con la Lega a fare da locomotiva. Ora siamo oltre, a febbraio lanceremo un grande progetto per l’Italia. Proporremo un patto repubblicano per chi ha davvero a cuore le sorti del Paese”. La “nuova coalizione”, secondo il capogruppo di Fli, “votera’ sempre unita”, come nel caso della riforma sul federalismo che, pero’, “se consentira’ di ridurre gli sprechi, bene, ma se rischia di dividere il Paese allora lo facciano da soli, se ne sono capaci”.
di Dario Ferri
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